Un uomo dall'immagine distorta

È diventato uno dei più potenti banchieri del mondo partendo da condizioni modeste. Da piccolo – ha raccontato ai giornalisti – sognava di andare a lavorare nella basilese Sbs (la "Società di banca svizzera", forse più conosciuta come "Bankverein", terza tra le grandi banche elvetiche, assorbita nel 2001 dall'Ubs). Vi è riuscito a 27 anni d'età, dopo aver assolto l'apprendistato in una banca privata ed essersi diplomato alla School of Economics and Business Administration (Seba) di Basilea.
Marcel Ospel ha cominciato a lavorare alla Sbs nel 1977, nella divisione Central Planning & Marketing. Dal 1980 al 1984 ha lavorato nella divisione Capital Markets delle filiali Sbs di Londra e di New York. Ma la sua carriera è decollata senza più fermarsi, sino a raggiungere il top assoluto, solo dopo aver imparato i metodi del banchiere "all'americana" dirigendo, dal 1984 al 1987, la Merrill Lynch Capital Markets di Zurigo. Dal 1987 al 1990 è stato responsabile per la negoziazione e vendita di titoli. Poi, per cinque anni, è stato membro del direttorio esecutivo della Sbs.
I suoi successi nella Sbs Marcel Ospel se l'è conquistati realizzando una serie di acquisizioni. Nel 1992 è stato capace di mettere le mani sulla O'Connor, pioniera dei derivati a Chicago. Un altro colpo gli è riuscito nel 1995 con l'acquisizione della rinomata banca d'investimenti britannica S. G. Warburg, che la Sbs ha ribattezzato Sbs Warburg e trasformato in poche settimane in una banca d'investimenti d'importanza mondiale. Ospel ne è stato il direttore generale per un anno. Poi, nel 1996, eccolo presidente della direzione generale dell'intero gruppo Sbs.
Da lì ha compiuto gli ulteriori salti. Dapprima la scalata alla presidenza del consiglio d'amministrazione della Sbs; poi, la trattativa per la fusione con Ubs, di cui è diventato subito presidente della direzione generale; ed infine, nell'aprile del 2001, è stato eletto presidente del consiglio d'amministrazione di Ubs. A giudizio di quanti lo conoscono, tranquillo e discreto nel colloquiare, Ospel diventa aggressivo e senza scrupoli nel business. Le trattative per le acquisizioni vengono da lui condotte in fretta, senza riguardo per i posti di lavoro e per le strutture già esistenti.
Nella sua attività di dirigente, si dice, Ospel ha sempre eletto a principio centrale delle sue decisioni la meritocrazia: tutti devono avere una chance per avanzare nella carriera, ma chi non offre una prestazione che si traduca in rendimento deve andarsene. Peccato che da presidente dell'Ubs si sia molto distratto e non abbia saputo capire per tempo quanto sballati fossero gli affari conclusi dall'Ubs nell'investment banking.


Da Sbs a Ubs

Marcel Louis Ospel ha 58 anni (è nato l'8 febbraio 1950), si è sposato tre volte ed ha quattro figli. La sua attuale moglie è dal 2006 l'imprenditrice Adriana Bodmer, di 33 anni. In precedenza era stato sposato con Margot Baur, 57 anni, donna d'affari, con la quale ha avuto due figli e dalla quale ha divorziato all'inizio degli anni Novanta. Il secondo matrimonio di Ospel è stato, dal 1995 fino al 2002, quello con Andrée Koechlin, un'infermiera della Croce Rossa, dalla quale il banchiere ha avuto gli altri due figli.
Ma la vita familiare di Ospel è solo parzialmente interessante. Ciò che fa discutere è soprattutto il suo reddito, i suoi spostamenti di domicilio e la sua terza moglie. Andiamo con ordine. Secondo uno studio della fondazione Ethos, nel 2006 il presidente del consiglio d'amministrazione dell'Ubs ha incassato 26,6 milioni di franchi. Una somma enorme, pari ad oltre 330 volte lo stipendio medio degli svizzeri che, lo stesso anno, si aggirava intorno agli 80 mila franchi. E allora ci si chiede: ma davvero quest'uomo, il presidente dell'Ubs, è capace di lavorare 330 volte meglio dello svizzero medio?
Una considerazione analoga, bisogna dire, andrebbe fatta anche per il presidente di Novartis, Daniel Vasella, che di milioni ne ha guadagnati addirittura 44,2. Al loro confronto, il presidente di Nestlé, Peter Brabeck, il numero uno di Roche, Franz Hummer, e il presidente di Credit Suisse, Walter Kielholz, con i loro rispettivi incassi di 17,2, di 16,7 e di 16 milioni di franchi fanno la figura di poveri diavoli sottopagati. Secondo Christoph Blocher, discutere pubblicamente sull'insensatezza di queste retribuzioni è semplicemente "invidia sociale". Ed a giustificarle, a detta di molti e degli stessi beneficiari, sono il mercato e la concorrenza.
Ma quale concorrenza? Il fatto che il consiglio d'amministrazione di Ubs non sia riuscito a trovare un successore a Marcel Ospel, non dimostra che questi sia insostituibile, visti i 4,2 miliardi di franchi di perdite che (finora) ha causato, ma che per certe responsabilità occorrono passione e competenza, più che una remunerazione esagerata. Invece, la concorrenza che ha avuto effetto su Ospel è stata piuttosto quella fiscale tra i cantoni.
È infatti proprio per approfittare di tale concorrenza che il capo dell'Ubs ha trasferito nel 2005 fa il suo domicilio dalla città di Basilea a Wollerau, canton Svitto, in riva al lago di Zurigo. Nella città renana l'anno precedente Ospel (21,3 milioni di franchi di reddito, oltre 50 milioni di patrimonio) aveva pagato 5,3 milioni di imposte; a Wollerau ne avrebbe pagato 1,7 milioni. Il risultato: un risparmio per lui, e una minore entrata per il fisco, di 3,6 milioni di franchi. Ben maggiore questa cifra è stata negli anni successivi, con un incremento notevole dello stratosferico stipendio: 24 milioni di franchi nel 2005 e 26,6 milioni nel 2006.
Ospel potrebbe però aver traslocato sulle sponde del "Zürisee" anche per un altro motivo. A Basilea si dice che il banchiere aveva fatto carriera nella "Società di banca svizzera" anche grazie alla sua seconda moglie, Andrée Koechlin, discendente di una delle più ricche famiglie della città renana. A Zurigo il basilese, anche se era il banchiere più potente della Svizzera, aveva bisogno d'entrare in quella che viene chiamata "die feine Gesellschaft". A rendergli tutto più facile, a partire dal 2003, ci ha pensato la (allora) 27enne Adriana Bodmer, appartenente ad una delle più antiche famiglie zurighesi. Oggi la terza moglie di Ospel gestisce a Zollikon una sua impresa di consulenza. Ma la ricchezza dei Bodmer ha le radici nel commercio e nelle attività bancarie: la Rahn & Bodmer, fondata nel 1749, fu la prima banca privata di Zurigo e ancora oggi è operativa.


E fu grounding

Chi è Marcel Ospel? Non è soltanto il presidente della più grande banca svizzera. È anche un uomo pagato in modo faraonico, benché responsabile di colossali perdite finanziarie, del crollo della Swissair e della distruzione di migliaia di posti di lavoro. Un arrogante che ha preteso persino di dettare la politica estera al Consiglio federale. Ma per fortuna non è stato molto ascoltato.
Non c'è dubbio che Marcel Ospel il suo mestiere l'ha saputo fare, almeno fino a quando era nella Sbs, la "Società di banca svizzera", prima che questa venisse assimilata dall'Unione di banche svizzere. È stata quella fusione, decisa nel 1998, il "capolavoro" che Ospel, come voleva la sua fama, ha realizzato senza guardare in faccia a nessuno. Facendone pagare lo scotto a migliaia di impiegati dei due istituti di credito. Insediatosi al vertice del nuovo colosso bancario, ha perseguito una politica finanziaria diversa da quella tradizionalmente prudente della vecchia Ubs, compiendo operazioni ad alto rischio sul mercato americano. Per Hans Geiger, professore presso lo Swiss Banking Institute, ha fatto una "stupidaggine pura e semplice".
Poi, con il caso Swissair, è stato indicato come il principale responsabile del "grounding" della compagnia di bandiera, avendole negato all'ultimo momento la necessaria liquidità. In quella occasione ha chiaramente  influito sulle decisioni prese dal Consiglio federale. Stranamente, però, al processo Swissair lui non era tra gli imputati.
Come racconta l'ex presidente del Partito liberale radicale, Franz Steinegger, Ospel si è arrogato persino un ruolo di suggeritore del governo in questioni di politica estera. Per prevenire la temuta pressione dell'Union europea sul segreto bancario, non ha esitato ad intervenire affinché la Svizzera rinunciasse ad accordi bilaterali come quello di Schengen o quello sulla frode doganale. Ad Ospel premeva soltanto l'accordo sull'imposizione degli interessi sul risparmio dei cittadini dell'Ue, e tutto il resto del pacchetto bilaterale poteva anche andare al diavolo. L'unico orecchio attento alle sue richieste è stato, prima e durante il mandato di ministro, quello di Christoph Blocher.

Pubblicato il

29.02.2008 01:30
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