È la vecchia storia della pagliuzza e della trave quella su cui mi soffermo oggi. Il Corriere del Ticino ha ormai un unico e chiaro obiettivo come ha rilevato correttamente area nel numero della scorsa settimana: delegittimare la consigliera di Stato che ha "usurpato" il posto di Marina Masoni e assieme a lei tutta l'aborrita schiera dei radicali. La doppia pagina dedicata mercoledì al preconsuntivo 2008 del Cantone ne è una dimostrazione esemplare, per spazio, per contenuto, per acrimonia. Sintomatica l'"antologia" sbeffeggiatrice di pag. 11, con foto e frasi di soli cinque radicali. Cominciamo con due parole sul prevedibile pareggio o attivo dei conti cantonali per l'anno in corso (è dimostrato che da quando esistono i preconsuntivi si è sempre assistito a consuntivi migliori, mai peggiori).  
Ben prima del "Corriere nuovo corso" area aveva scritto che, contrariamente a quanto ventilato dall'allora direttrice Dfe Masoni nel presentare il preventivo 2007 (ovvero che il pareggio sarebbe stato raggiunto al più presto nel 2011, se non nella legislatura successiva  2012-2015) si poteva presumere il raggiungimento dei conti in nero già per il 2008.
Su area del 22 settembre 2006 si leggeva: «saremo praticamente in pareggio già nel 2008». Ovvero quanto puntualmente si sta verificando. Senza scomodare tesoretti di sorta. E senza reboanti teatralità. Ed ora travi e pagliuzze. L'ex braccio destro della consigliera non rieletta, ora  vicedirettore in missione al "Corriere nuovo corso" rimprovera questo governo di aver sottostimato le entrate: la novantina di milioni in più illustrati a preconsuntivo.
Ma... ma quando l'attuale censore sedeva nel Dfe si è assistito ad una sottostima di entrate (negli anni 1999, 2000 e 2001) pari a 623 milioni. Ripeto: 623 milioni di franchi! In media 208 milioni l'anno. Oltre il doppio di quelli per cui si grida ora allo scandalo (in più su un bilancio complessivo d'allora pari a circa 2,2 miliardi, contro l'odierno di circa 2,8).
Pagliuzza e trave, quindi. E che trave! Con una differenza non da poco per di più: e cioè che è difficile rimuovere da molti il sospetto che, allora sì, vi fosse un secondo fine in questi abnormi errori di valutazione (con un vertice delle Contribuzioni poi sostituito in seguito al cosiddetto Fiscogate). Vale a dire quello di crearsi l'avallo per procedere a pacchetti fiscali di riduzione del gettito, un'operazione che come ha correttamente rilevato uno studio della Banca cantonale di Zurigo, illustrato da Aldo Bertagni su laRegione di sabato scorso, ha mancato l'obiettivo.
Infine quella che a me pare un'evidenza, ma così non sembra essere per chi piega i fatti alle opinioni: la ripresa del gettito non è dovuta alla politica di tagli fiscali. La ripresa è legata alla buona fase economica che ha investito l'intero Paese e della quale i bilanci della Confederazione e dei cantoni sono lo specchio. Peraltro con crescite di gettito ben superiori a quella del nostro Cantone. E allora, la domandina: perché il principale quotidiano del Cantone non si rallegra che le finanze vanno meglio, che la spesa si è ridotta rispetto a preventivo, che si chiederanno meno sacrifici? Perché è così arrabbiato ed astioso?

Pubblicato il 

19.09.07

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