C'era qualcosa di altamente immorale nei profitti-record che le grandi banche hanno sbandierato in questi ultimi anni. Ma noi, che non conosciamo l'alta finanza, ci limitavamo al malessere davanti a quelle cifre miliardarie. Pensando, nel più retrivo dei modi, che se qualcuno guadagnava così tanto, allora qualcuno da qualche parte del mondo doveva perderci. Ecco. Ci siamo. La prova a tanto ingenuo riflettere è arrivata. Tendopoli! Non nel Darfur, dove c'è una guerra civile, ma a Los Angeles. Sotto la tenda ci sono quelli che hanno perso la casa perché non se la possono più pagare. Non potevano pagarsela neanche prima, ma i soldi glieli avevano dati ugualmente. Per una di quelle "visioni economiche" che oggi sono diventate l'incubo del mondo, intere famiglie sono finite in terre desolate che si stanno trasformando in discariche. Abituate a vivere col ritmo del consumo che si è creato, continuano a produrre montagne di rifiuti. Ma non c'è più la pattumiera, non c'è più il lavello sotto il quale nasconderla. Non c'è più neanche la casa.
Si calcola che il danno per la crisi dei mutui ipotecari americani si aggiri sui mille miliardi di dollari. Non riesco nemmeno a immaginare quanti zeri ci siano in quella cifra. Ma non posso evitare di pensare a cosa si sarebbe potuto fare con tutto quel denaro andato in fumo. Qualche centinaio di milioni per Ffs Cargo in modo che si salvino le Officine di Bellinzona, si tranquillizzino quelli di Yverdon e si possa ripartire con un piano di lavoro sensato, per esempio. Macché. Le ferrovie possono crepare se non ce la fanno da sole. Le banche no. Non si può lasciarle al loro destino.
Le banche centrali pomperanno fiumi di danaro dentro quelle che "non possono" fallire. O come successo in Gran Bretagna, il governo comprerà le banche fallite coi soldi dei contribuenti, anche di quelli che faticano a tirare la fine del mese. Non si può lasciarle colare a picco, trascinerebbero nel baratro tutta l'economia. Per colpa di una manica di coglioni che, ahimé, ha fatto scuola, dovremo anche noi, coi nostri salarietti, mettere un tappo alla falla creata dai geni della finanza. E cara grazia se non ci rimetteremo i nostri risparmi da formica custoditi  nelle banche più sicure del Paese delle Banche. Perché noi non siamo come quei bravi "padri di famiglia" (parole di Tito Tettamanti alla trasmissione di Michele Fazioli Controluce) che nei tempi in cui mille lire valevano sette franchi, hanno portato in Svizzera i milioni sottraendoli al fisco italiano. Non siamo così furbi. A noi resta la magra soddisfazione di vedere Marcel Ospel andar via a testa bassa dal consiglio di amministrazione di Ubs.
Come se anni di risentimento di molti onesti lavoratori per quello stipendio vergognoso si potessero purgare con un'immagine.Intanto, mentre il mondo finanziario pompa soldi nel baratro dei "subprime" ad Haiti la gente si rivolta perché il prezzo della farina è raddoppiato. Ma la agro-genetica non doveva risolvere il problema della fame mondiale? 

Pubblicato il 

25.04.08

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