Subappalti illeciti

Il subappalto, o addirittura il subappalto del subappalto nelle commesse pubbliche. Benché illegale, questa sembra essere diventata una prassi diffusa nel settore delle costruzioni per chi vince i concorsi per i lavori pubblici. O almeno così sembra, stando a quanto denuncia una interpellanza al Consiglio di Stato inoltrata dal segretario regionale di Unia e granconsigliere Ps Saverio Lurati.

L'Ufficio dei lavori sussidiati e degli appalti del dipartimento del territorio, è l'organo di sorveglianza delle commesse pubbliche effettuate dai comuni. Il suo controllo si limita però alla verifica del rispetto della procedura nell'assegnazione dell'appalto e non a quanto succede in seguito sui cantieri. Non dispone di ispettori che si rechino sui vari cantieri pubblici a verificare sul terreno. L'Ufficio fa sapere che a rigor di logica, dovrebbero essere i committenti, in questo caso i comuni, a controllare quanto succede sui cantieri, in quanto li seguono da vicino. Giuliano Bignasca, municipale di Lugano, responsabile del progetto del risistemazione della Foce di Lugano conferma quanto descritto nell'interpellanza di Lurati, ossia il subappalto di un subappalto della ditta vincitrice del concorso per il cantiere in questione. Un subappalto avvenuto in maniera irregolare. Bignasca si dice irritato da quanto successo, ma sostiene che la pratica è molto diffusa nel cantone. "Premesso che la Batigroup ha sbagliato a subappaltare parte dei lavori, dobbiamo individuare un modo per risolvere il problema. Secondo me, dopo che le ditte estere hanno ottenuto il regolare permesso di lavorare in Svizzera, bisogna obbligarle a pagare anticipatamente gli oneri sociali. E naturalmente bisogna aumentare i controlli."
Il problema è che né comittente pubblico, né l'Ufficio cantonale preposto, sembrano essere in grado di controllare quanto realmente succede. Eppure la legge esiste e le sanzioni anche (vedi riquadro sotto). Manca chi sia incaricato istituzionalmente di controllare e soprattutto che abbia i mezzi per farlo. Sulla necessità però di intervenire con un cambiamento di rotta, tutti gli attori coinvolti si dicono concordi. Il sindacato Unia è preoccupato per la diffusione di questa pratica per una serie di ragioni. «Principalmente per il forte rischio di minare le condizioni di lavoro assicurate dal Contratto collettivo di lavoro per l'edilizia  – dice ad area, Matteo Pronzini, responsabile del settore edilizia per Unia ticino e Moesa e continua –. Soprattutto nel caso di ditte estere, la verifica del rispetto dei salari, delle condizioni di lavoro in genere e non da ultimo del versamento degli oneri sociali e fiscali, è molto problematica. Se è pur vero che per legge è responsabile del rispetto delle norme l'azienda che dà il lavoro in subappalto, resta comunque molto difficile andare a controllare nei libri contabili delle ditte estere l'effettivo versamento di quanto dovuto». Ma non solo. Per il sindacato si pone anche il problema del rispetto delle norme di sicurezza per gli operai, sia per quelli provenienti dall'estero che per quelli locali, con il rischio concreto che la mancata osservanza di queste norme diventi una pratica comune, perchè diffusa e non sanzionata.
Anche la Società Svizzera impresari costruttori sezione Ticino, per voce del suo vicedirettore Vittorino Anastasia, si dice allarmata: "Condividiamo la critica mossa dall'interpellanza di Lurati, in quanto purtroppo la pratica del subappalto illecito sta diventando sempre più diffusa. Noi non siamo per principio contro il subappalto in quanto tale, ma se il subappalto è fatto per speculare, ci opponiamo."
La pratica del subappalto pone dei problemi di sicurezza anche quando avviene nel privato. Ne è un esempio quanto avvenuto in un cantiere di Lugano, dove si stanno costruendo delle palazzine, la cui direzione lavori è affidata alla più grande ditta svizzera attiva nell'edilizia, la Zschokke Bau. Quest'ultima ha nominato capomastro per il cantiere il consorzio Garzoni Sa ed Ennio Ferrari Sa. Gli scavi per la preparazione del cantiere sono stati appaltati da quest'ultimi alla Contrabi, ditta di Biasca. Questa infine ha subappaltato parte dei lavori a due ditte svizzere tedesche. Il 13 maggio la zona interessata dagli scavi è franata (in foto). Fortunatamente è successo di sabato, quando il cantiere era deserto. Il rischio di frana era già stato segnalato, ma il gioco del subappalto del subappalto, ha fatto sì che la segnalazione sia andata persa, come succede nel gioco del telefono senza fili. Questa volta è andata bene, ma se fosse successo di giorno con gli operai presenti sul cantiere, nel caso di feriti, se non peggio, si sarebbe assistito al gioco dello scaricabarile? Questo caso dimostra che nella pratica del subappalto, anche in ambito privato, il controllo effettivo di quanto succede nei cantieri va perdendosi.
Vista la premessa che impresari, politici e sindacati da noi interpellati sono concordi nella necessità di intervenire, tenuto presente che la questione del subappalto per legge sia già in parte regolata, potrebbe essere il momento opportuno per istituire gli strumenti di controllo e l'applicazione delle sanzioni previste, perlomeno nel campo delle commesse pubbliche.

Pubblicato il

02.06.2006 03:00
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