Straordinari, pianificarli si può

Gli accordi sui supplementi (lavoro a turni e al sabato per far fronte alla mole di lavoro cumulata) tra direzione Officine e Comitato di sciopero erano stati sottoscritti ad aprile 2008 quale contropartita alla richiesta di maggiori prestazioni richieste al personale. Furono poi annullati unilateralmente dalla direzione aziendale il 1 gennaio 2010.
Nel 2009 Ffs Cargo aveva ridotto la manutenzione della propria flotta vista la diminuzione del volume del trasporto merci a causa della crisi. La ripresa a fine anno ha poi indotto Cargo ha chiedere un'accelerazione della manutenzione alle Officine di Bellinzona. Un'impennata di richieste che ha portato nuovamente a un carico di lavoro eccessivo, tradotto in lavoro a turni e ore supplementari per i lavoratori. Ritmi pesanti che si sono ripercossi sul morale delle maestranze e sull'ambiente di lavoro in generale.
Le possibili reazioni degli operai alla decisione unilaterale delle Ffs erano due. La prima, l'ostruzionismo alle richieste di ore supplementari e ai turni, con il rischio di un conflitto con azienda e direzione dello stabilimento.
La seconda, denunciare la situazione e costringere le FFs a rivedere la loro posizione. La prima opzione presentava dei rischi. L'ostruzionismo avrebbe potuto prestare il fianco a numerose critiche e legittimare un'eventuale scelta di Cargo di rivolgersi altrove. La Commissione del personale e le maestranze, «scegliendo la seconda via- spiega Gianni Frizzo- siamo invece riusciti a ottenere quanto ci era stato ingiustamente tolto» grazie a dei diritti sanciti in un accordo interno aggiuntivo al Ccl delle ferrovie, valido con effetto retroattivo al primo gennaio 2010.
Nel testo, dove si fa riferimento a un esplicito «diritto di codecisione», si stabilisce la settimana lavorativa dal lunedì al venerdì retribuendo l'eventuale lavoro di sabato (in via del tutto eccezionale al massimo 5 ore) con un supplemento del 25 per cento quale lavoro straordinario.
Il lavoro a turni viene ora riconosciuto con un'aggiunta di 30 minuti di supplemento in tempo (inesistente prima dell'aprile 2008). Per evitare che il ricorso al sabato e a turni diventi una normalità e non l'eccezione, l'azienda è costretta a una migliore pianificazione del lavoro, preavvisando gli operai interessati con almeno 10 giorni di anticipo. Inoltre, come ulteriore misura cautelare, il lavoratore deve dare il suo consenso esplicito all'impiego straordinario. In ogni caso, potrà lavorare al massimo due sabati al mese.
L'accordo rappresenta dunque una contropartita interessante alla maggiore flessibilità richiesta agli operai. Qualche lettore potrà intravvedere dei parallelismi tra quanto ottenuto dalla commissione del personale delle Officine di Bellinzona e le rappresentanze sindacali della fabbrica Zf di Padova di cui abbiamo scritto lo scorso numero (si veda l'articolo «L'equilibrio tra vita e lavoro», consultabile anche sul sito internet www.area7.ch).
Naturalmente queste conquiste si possono ottenere quando i rapporti di forza lo permettono. L'indiscutibile legittimità di cui gode la Commissione del personale delle Officine tra le maestranze ha permesso di ottenere un'ulteriore tutela a difesa dei lavoratori. Per lacune organizzative, capitava che del personale si presentava regolarmente sul posto di lavoro, ma veniva rispedito a casa perché non c'era il materiale in magazzino. E l'operaio, malgrado non fosse colpevole dell'assenza di materiale, non veniva retribuito. Nell'accordo siglato, l'azienda è tenuta a pagare le ore previste se non fa lavorare l'operaio per carenze logistiche.

Codecisione significa rispetto

Gianni Frizzo sui miglioramenti ottenuti sulla spinta della base

«Aver salvato i posti di lavoro è stato certamente importante. Ciò che conta però è anche la qualità delle condizioni di lavoro. Per questo che continuiamo a batterci ogni giorno» spiega Gianni Frizzo, presidente della Commissione del personale delle officine di Bellinzona e leader carismatico dello sciopero. «L'accordo ottenuto sulla regolamentazione dell'orario straordinario va in questo senso. Forse meno affascinante per i media della lotta per il mantenimento del posto di lavoro, ma sicuramente non meno importante per chi lavora». Già, perché secondo Frizzo non si può pagare qualsiasi prezzo pur di avere un lavoro. Come dargli torto? «C'è chi pensa che le condizioni di lavoro alle Officine siano da privilegiati. In realtà la professionalità, le qualifiche, le conoscenze del personale sono alla base del rendimento di qualsiasi azienda. Investire nel personale, riconoscergli l'impegno richiesto, dovrebbe essere la norma generalizzata in ogni azienda. È sbagliato quindi parlare di privilegi. Bisogna invece domandarsi perché questi diritti non sono garantiti a tutti i lavoratori».
Nell'accordo, valido anche per gli interinali, viene sancito «il diritto di codecisione». Può spiegarci il valore della codecisione nei rapporti di lavoro ? «Significa riconoscere il peso equivalente delle parti nella presa delle decisioni. Quest'ultime non possono essere prese unilateralmente da chi occupa posizioni dirigenziali, ma devono essere condivise dalle maestranze e dai suoi rappresentanti. Entrambe le parti hanno diritto di veto. Per fare un esempio, sull'introduzione del modello produttivo Kai Zen (si veda area del 9 ottobre 2009 e del 6 luglio 2007) ci siamo opposti è si è dovuto rielaborarne un altro partendo dal basso. Nell'accordo sulle ore straordinarie, facciamo valere lo stesso principio: lavoratori e commissione del personale devono poter avere diritto di veto». Considerata la presenza di rappresentanti sindacali all'interno del Consiglio di amministrazione delle Ffs, qualcuno potrebbe dire che anche lì esiste la codecisione… «No, perché su 9 membri del Cda, due sono riservati a rappresentanti del personale. E le decisioni sono prese a maggioranza. Di conseguenza non esiste il rapporto paritetico, necessario per parlare di una reale codecisione». 

Pubblicato il

11.06.2010 02:00
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