Tornato dalle vacanze, trovo il plico degli invii postali appoggiato alla fontana di cemento in giardino: il postino al mio paese ha un volto umano… Sfoglio i quotidiani e dalle ultime pagine mi vengono incontro i morti freschi di giornata, fanno il loro ultimo volo sopra la mia fontana. Dalle pagine di mezzo i discorsi del Primo d'Agosto, le beghe festivaliere, la cronaca nera con  il  morto ammazzato: ormai il canton Ticino è il quartiere di una grande città sparpagliata tra Zurigo e Milano. Poi vedo i nomi fatti per le candidature al Consiglio federale: in un primo tempo addirittura la Masoni! Mi sto ricantonticinesizzando, dopo un periodo  d'astinenza  trascorso in una valle italiana. Fa bene andarsene  un po' via da casa. Fa bene alla vista: si vede il nostro piccolo mondo con più chiarezza.

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Incontro uno di Chiasso, gonfio e con il bastone. Lo conosco di vista. Quelle persone che vedi e ti sembra di conoscere da sempre, anche se non sai come si chiamano. Può essere un ex operaio del comune, un ex fattorino di una casa di spedizioni, un ex magazziniere. Un ex. Lo vedo alla Coop, alla cassa. Mi cede il passo: ha tempo, a ottantasei anni. Io ho la  crema da barba in mano, quella da usare con il pennello. Mi dice: «Anch'io uso questa. Ma non è più quella di una volta. Anche le lamette non sono più quelle di una volta…». La nostalgia  degli ex non ha confini.

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La sera vedo lo scrittore. Appare sullo schermo, pelato com'è di moda, spilungone, appoggia il piede al tavolo dell'intervistatore e come niente dice subito che l'episodio più importante della sua vita è stato l'assassinio di sua madre. Poi sorride, indica con il dito la copertina del suo ultimo libro, un volume di forse mille pagine, dicendo al giornalista  di mostrarlo ai telespettatori. Guarda con occhio tenero la  sua nuova fidanzata. Finisce l'intervista abbaiando come un cane. Ecco uno scrittore che non leggerò.

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I socialisti stanno diventando conservatori. Vogliono conservare un ambiente che non sia un purgatorio, una società che non sia una giungla, un modo di stare insieme che preveda il sorriso: avete notato com'è raro il sorriso? Per questo è da rifiutare la nuova Legge sugli stipendi, di cui leggo sui giornali e sulla quale andremo a votare a fine novembre: perché creerebbe uno spirito di competizione trasformando il posto di lavoro in un ring dove si tende a suonare l'avversario: il principio del più forte, del più furbo, del più redditizio dovrà avere la meglio sul desiderio di collaborare per il bene comune. E i bonus annui, detti anche "gratificazioni straordinarie", tenderebbero a trasformare lo stato in un'azienda privata caratterizzata dall'individualismo.

Pubblicato il 

10.09.10

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