Se i socialisti vogliono davvero conquistare un secondo seggio nel Consiglio di Stato, allora dovrebbero procedere in maniera avveduta. Altrimenti non riusciranno a raccogliere l'ampio consenso necessario.
I primi passi per raggiungere il traguardo molto ambizioso non mi hanno convinto. Perché non si è cominciato a discutere sui contenuti, sulla scelta delle priorità da proporre alle cittadine e ai cittadini? La mia osservazione non è originale, lo stesso appunto l' anno gia fatto Anna Biscossa e Mario Ferrari. Subito si è cominciato a fare dei nomi e la direzione ha presentato la sua lista, senza consultare le diverse forze nel partito. Sembra che il vertice non sia cosciente che il Ps non è un piccolo partito elitario in cui le decisioni sono prerogativa di pochi iniziati. Se si aspira a due seggi su cinque in governo, allora il Partito socialista è paragonabile piuttosto ad un largo fiume che va, sì, in una direzione, ma dove si possono formare dei vortici, delle controcorrenti. È essenziale essere uniti su alcuni principi, ma nella realizzazioni rimane un buon margine di discrezione. Il fatto che dei cinque candidati proposti dal vertice, quattro sono membri della direzione, non è poi un segno di fiducia nel crescente popolo di sinistra.
Un contraccolpo per i socialisti è la decisione dei verdi di fare una propria lista anche per il Consiglio di Stato. Dopo anni di divisioni e spaccature i verdi, appena si sono consolidati e rinforzati un po', hanno uno scatto d'indipendenza, perdendo di vista qual è la posta in gioco. Apparentemente non hanno digerito che i socialisti non si sono conformati alla loro posizione rispetto all' iniziative contro un inceneritore in Ticino. Dividendo il mondo in buoni e cattivi secondo chi combatta o chi accetta l' inceneritore, i verdi non danno una bella lezione. Tuttavia, se il Ps avesse curato un po'  meglio i suoi rapporti con i verdi, forse avrebbero rinunciato alla corsa solitaria.
Nel frattempo il congresso socialista ha deciso e il sesto candidato, non gradito al vertice, è stato accolto sulla lista con un voto plebiscitario – un chiaro monito al vertice di aprirsi alle sollecitazioni del popolo socialista. Non ho capito bene, invece, per quale motivo l' unico candidato sulla lista originaria che non era membro della direzione non è stato confermato candidato. Proprio nel momento che i verdi hanno la loro lista, sarebbe stato opportuno attrarre dei voti da elettori verdi con un candidato socialista che da anni si impegna per i temi riguardanti l' ambiente. La sua conferma come candidato avrebbe significato, però, che una delle tre donne candidate sarebbe rimasta fuori. Questa opzione, dal punto di vista elettorale plausibile, non sembra, purtroppo, essere stata presa in considerazione.
Vorrei aggiungere una osservazione. Fa specie notare come l' indipendente "Corriere del Ticino" nel suo commento sul congresso socialista, quindi quando osserva la parte avversa, individua ogni debolezza, mentre occupandosi della Consigliera di Stato amica, non percepisce neanche gli errori più evidenti.

Pubblicato il 

26.01.07

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