Ci stiamo forse assuefacendo all’aria viziata di casa nostra? Quante volte permetteremo a Bignasca di risorgere dalle proprie ceneri? Se procederemo oltre in questo processo continuo di riabilitazione arriveremo presto ad intitolargli una strada. O lo metteremo nel novero dei martiri. Dei martiri dell’etica perché quella di certo non può riabilitarlo. Non entriamo nei meandri tortuosi delle recenti vicende giudiziarie italiane e delle ramificazioni in terra ticinese che, guarda caso, si appuntano su quel Bignasca che oltre frontiera manco conoscono. L’unico sospetto è che qui in Ticino Bignasca abbia i suoi santi in paradiso. In Italia, no. E poi, lui, la sua rete di alleanze se l’è imbastita in questo cantone. Si è addirittura fondato un partito allo scopo. Così emerge il Ticino delle contraddizioni che, da un lato, parrebbe ossessivamente attento alla propria immagine e dall’altro, non si fa scrupoli a farsi rappresentare da persone spregiudicate. E in tutto questo caos Bignasca si sente vittima di attacchi gratuiti alla sua persona. Come dire, illazioni. Proprio lui che dell’invettiva ad personam ha fatto il suo cavallo di battaglia. Invettiva che il più delle volte imputridiva in mera calunnia. E anche per l’accusa di calunnia è stato più volte condannato. Intendiamoci, con tutta la buona volontà non si tratta di un poveraccio, fatta salva la miseria umana, che non sta a noi giudicare. D’altra parte non ci si può accanire contro quell’unico, dubbio personaggio. Lui è quello che è anche perché gode della tacita complicità di chi gli fa quadrato intorno. Precisamente questo è il punto: dobbiamo pretendere una classe politica unita e attenta ai comportamenti moralmente ineccepibili di tutti i propri rappresentanti. Di qualsiasi partito essi siano. Non possiamo permetterci di ignorare né ciò che succede né, tanto meno, quanto lasciamo che succeda e che continui a succedere. L’unica via percorribile è quella dell’etica, che dovrebbe sovrastare qualsiasi logica di alleanza politica. Negli interessi della "cosa pubblica". E per non permettere che la politica nostrana si affossi in un pantano di urla disordinate e complici silenzi.

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27.04.01

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