La nascita del filone erotico va collocata agli inizi degli anni ’30 con il personaggio di Jane, ideato da Norman Pett e pubblicato a strisce sul quotidiano inglese "Daily Mirror". Questa è, infatti, la prima, vera eroina sexy nel mondo del racconto disegnato e con ciò intendiamo volutamente ignorare l’americana Betty Boop, character molto più parodistico che erotico. Nel corso della seconda guerra mondiale, negli Usa si pubblicarono diversi giornali dedicati alle truppe al fronte, dove apparirono numerose strisce che videro protagonista un’affascinante brunetta, inguainata da un lungo abito nero che ne lasciava scoperto la schiena e le spalle: era Miss Lace, disegnata dal grande Milton Caniff. La sua carica erotica, se pure molto controllata nei disegni, era notevolissima. Un altro personaggio apparso sulle pagine dell’"Overseas Weekly" e che divenne famoso fra i soldati americani, fu Sally Forth, creato da Wallace Wood con un segno estremamente gradevole e pastoso. Il periodo d’oro dell’erotismo a fumetti va comunque identificato con gli anni ’50 e ’60, dove il fenomeno prende sempre più forma proponendo eroine che sono in grado di sostenere autonomamente serie di notevole successo. Fra queste si impongono le così dette "tarzanidi", bellissime ragazze in abiti succinti che, alla maniera di Tarzan, vivono le loro avventure nella jungla, con trame che prediligono un canovaccio che mette in risalto costumi strappati, lotte, torture, il tutto condito da sottofondi sadomasochisti. La più celebre di queste rimane Sheena, regina della Jungla, seguita a ruota da Tiger Girl, Tygra e molte altre. La capostipite di un fumetto erotico moderno e, per certi versi, innovativo è indubbiamente Barbarella, creata nel 1962 dal francese Jean-Claude Forrest sul tipo di Brigitte Bardot. I disegni sono per lo più ammiccanti ma sono le tematiche e i testi a renderlo unico e inimitabile. Di tutt’altro genere è la Little Annie Fanny, nata sulle pagine di "Playboy" nel 1988, che punta tutto sull’avvenenza e sulla procacità del suo corpo. Notevoli infine i grafismi dello spagnolo Jordi Bernet che ha creato la stupenda Custer (1984), una giovane che ha venduto la sua privacy ad una catena televisiva, e la straordinaria Chiara di Notte, riuscitissimo tentativo di sdrammatizzare l’eros a fumetti attraverso un godibilissimo tratto caricaturale. L’Italia rappresenta un caso a sé nel campo del fumetto erotico, perché ha prodotto negli anni personaggi di valore nel settore ma ha pure dato vita ad un fenomeno di pornografia a fumetti che, in parte, sussiste tuttora. Sulla scia delle "tarzanidi" americane, nel 1946 nasce Pantera Bionda, una flessuosa ragazza che creò il primo scandalo fumettistico. La censura intervenne in modo drastico imponendo di coprirne le nudità (Pantera Bionda vestiva soltanto un bikini di leopardo) con un’improponibile e assurda gonna lunga. Il 1965 segna l’avvento di Valentina sulla scena e il fatto è importante perché la proposta del suo creatore, Guido Crepax, è nuova e stimolante. Un erotismo colto e raffinato che farà scuola in tutto il mondo. Le scene di Valentina restano sempre di gran livello artistico, anche se appaiono spesso assai conturbanti e spinte. Alla fine degli anni ’60 scoppia la febbre del fumetto porno e l’editore Barbieri lancia una miriade di pubblicazioni che ottengono, almeno all’inizio, un successo strepitoso. Sono le così dette "pubblicazioni per adulti", che vanno giù pesante con disegni e contenuti di dubbio gusto. La produzione sconfinò perfino nella trasposizione di fiabe celebri, quali Biancaneve e Cenerentola, in deleterie serie pornografiche. Fra i personaggi di quel periodo, Teodora, Pompea, Messalina, Jolanda, Maghella, Lucifera. Nel mondo del porno furono attivi anche disegnatori che divennero poi importanti come Milo Manara, che ottenne negli anni ’80 la consacrazione ufficiale con "Il gioco" e la bellissima Miele. Anche il grande Magnus (pseudonimo di Roberto Raviola, autore di un memorabile Texone) si cimentò con l’erotismo con "Le 110 pillole", ispirato ad un classico della letteratura cinese, e con Satanik, una stupenda rossa avida di lussuria e ricchezza. Notevole resta pure la serie di Mona Street di Leone Frollo, Little Ego di Vittorio Giardino e la prosperosa Druuna, eroina fantascientifica di Eleuteri Serpieri. Con questa espressione si intende la narrazione visiva dell’incatenamento come mezzo e fine erotico per esprimere fantasie e trasgressioni al limite del sadomasochismo. Negli anni ’50, in Usa, il "bondage" registrò un enorme successo, con una produzione fumettistica clandestina per corrispondenza, di opere disegnate da Eneg, Stanton e John Willie. L’aspetto per molti versi decisivo del "bondage" è la particolarità del corredo delle donne: corsetti attillati, tacchi a spillo, calze nere e giarrettiere, paludamenti in pelle. Un repertorio che ha saputo scatenare, ai tempi, le fantasie più sfrenate. Fra queste eroine vanno ricordate Gwendoline e Kitti Kane.

Pubblicato il 

22.06.01

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