Inutile cercare qualcosa, nel sito del Ps svizzero, sulla guerra lampo fra russi e georgiani. Ma non è certo solo la sinistra a rimanere relativamente indifferente a quel conflitto regionale e ai molti altri combattuti nel mondo. Sono troppi, difficilmente comprensibili, e coinvolgono emotivamente solo se accompagnati da grandi stragi, da rischi diretti per i nostri connazionali, da minacce importanti per gli approvvigionamenti (petrolio…), o da rischi di conflitti intercontinentali.
L'Ossezia del sud indipendente? Mettete assieme le Tre Valli e il Bellinzonese e avete l'Ossezia (75 mila abitanti). Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere per le vittime e per l'irresponsabilità di molti dirigenti di piccoli e grandi paesi.
E l'Abkazia, altra regione che aspira all'indipendenza dalla Georgia? Più o meno il Cantone Ticino. Stati indipendenti, se mai lo divenissero, solo di nome: in realtà, protettorati della Russia, che ne porterà di peso l'economia e la difesa. Perché? A Putin non interessano certo la vita e i diritti di autodeterminazione dei piccoli popoli: basta pensare alla brutalità con cui ha distrutto la Cecenia, e alla testarda opposizione all'autonomia del Kossovo. Quanto ai leader di Europa e America non sono credibili quando invocano il diritto all'integrità territoriale della Georgia, dopo avere ignorato quello della Serbia. Il diritto internazionale non riesce a conciliare autodeterminazione dei popoli e integrità territoriale degli Stati. Si decide secondo convenienza e rapporti di forza. Talvolta si trova però un accordo, uno scambio, ma occorre privilegiare beni supremi come la pace e il rispetto della vita, anziché il bullismo internazionale.
I russi sono irritati da tre fatti: l'inaugurazione, nel 2006, dell'oleodotto che convoglia il petrolio di Baku (Azerbaïdjan) a Ceylan (Turchia) passando dalla Georgia e non dalla Russia; la Nato vuole accogliere nel suo seno la Georgia; nuove basi dello "scudo stellare" (per la Russia una minaccia, non una difesa) potrebbero sorgere in Georgia, a ridosso della frontiera russa. Quanto ai georgiani, essi vorrebbero aderire alla Nato, per sentirsi più protetti da tentazioni di riconquista russa, e conservare il loro territorio, Ossezia e Abkazia comprese. La gran maggioranza degli abitanti di queste regioni non vuole saperne della Georgia.
Allora? Proviamo a immaginare. La comunità internazionale accoglie le aspirazioni d'indipendenza di Ossezia e Abkazia (un punto per queste, uno per la Russia). La medesima comunità, Russia compresa, accetta l'adesione della Georgia alla Nato, e la rassicura del controllo definitivo sul rimanente territorio e sul "suo" oleodotto (due punti per la Georgia). La Nato s'impegna a non istallare in Georgia armamenti strategici e "scudi stellari" (un altro punto per la Russia). Russia-Georgia due a due,  Ossezia e Abkazia soddisfatte. Troppo bello e impossibile? Almeno provarci…

Pubblicato il 

05.09.08

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