Da tempo, in Svizzera, sia i Comites che i membri del Cgie (entrambi organismi istituzionali italiani che nel mondo rappresentano le comunità italiane, i primi a livello locale di circoscrizioni consolari il secondo a livello nazionale di Roma) hanno denunciato in tutte le sedi competenti lo stato precario in cui versa la rete consolare italiana nella Confederazione – oggi composta da cinque Consolati Generali, due Consolati e quattro Agenzie Consolari – a causa dei continui tagli che il governo italiano ha apportato, negli ultimi anni, al bilancio del Ministero degli Affari esteri (Mae) e quindi alle Rappresentanze all’estero tra cui quelle in Svizzera. Denunce in gran parte inascoltate, purtroppo. Infatti basti pensare che, nelle sedi consolari rimaste nella Confederazione (agli inizi degli anni ’90 erano quasi il doppio), gli addetti sono ormai ridotti dai 268 del 1992 a solo 155 del corrente anno. Con un rapporto addetto/utenti che nel 1992 era di 1’604 ed oggi di 3’400. Una situazione che è ormai drammatica, specie in alcune sedi, con comprensibili ripercussioni negative nell’erogazione dei servizi ai 525’000 cittadini italiani che vivono in Svizzera. Ma anche con notevoli disagi per i lunghi tempi di attesa, con i quali devono fare i conti, a causa delle decine di migliaia di cittadini extracomunitari dei Paesi balcani, pure emigrati nella Confederazione, che si rivolgono alla rete consolare italiana per richiedere un visto di transito per l’Italia (nel 2004 ne sono stati rilasciati ben 70’385) per poter raggiungere i loro luoghi d’origine. Ma la precarietà della rete consolare italiana ha creato problemi anche all’allineamento delle anagrafi dei cittadini italiani residenti nella Confederazione tra i dati registrati negli Schedari consolari, gestiti dal Mae, e quelli nelle Anagrafi degli italiani residenti all’estero (Aire), gestiti dai Comuni e quindi dal Ministero degli Interni. Un problema, quello del non allineamento delle due anagrafi, che non riguarda, ovviamente, solo gli emigrati in Svizzera e che lo Stato italiano sta cercando di risolvere proprio in queste settimane inviando in tutto il mondo un questionario a circa 2’000’000 di cittadini italiani all’estero per un ultimo tentativo di porre fine a questa discrepanza tra le due anagrafi prima delle elezioni politiche italiane del prossimo anno per consentire di poter votare a tutti gli elettori residenti all’estero. Pertanto, anche in Svizzera, migliaia di cittadini italiani, i cui dati anagrafici non risultano allineati, stanno ricevendo dai rispettivi consolati di riferimento questo questionario, che dovranno compilare e restituire onde mettersi in regola. Ammesso e non concesso, visto la situazione in cui versa la rete consolare, che essa sia poi in grado di registrare in tempo utile tutti i questionari che ritorneranno. Anche per questo motivo, oltre che per la precarietà dei servizi consolari, nonostante le denunce e le sollecitazioni che vi sono già state nel passato, i Comites ed membri del Cgie della Svizzera, lo scorso sabato, hanno organizzato una protesta davanti all’Ambasciata d’Italia a Berna. Un fatto abbastanza inconsueto a livello mondiale e che sta a dimostrare la forte vitalità della comunità italiana in Svizzera e dei suoi rappresentanti istituzionali rispetto a quella di altri Paesi, anche con una maggiore emigrazione, che forse avrebbero ancor più motivazioni per protestare. Adesso aspettiamo, con giustificata curiosità, l’esito di questa protesta augurandoci, ovviamente, che essa ottenga l’effetto desiderato e cioè che la comunità italiana in Svizzera possa in futuro contare su dei servizi consolari adeguati alle necessità.

Pubblicato il 

16.09.05

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