Rete consolare italiana in Svizzera: forte preoccupazione per la funzionalità

È vero che, grazie alla soppressione del servizio militare di leva ed alla estensione della validità del passaporto da cinque a dieci anni, il lavoro nei Consolati italiani è in diminuzione. È pur vero che per i consolati italiani dovrebbe terminare anche il notevole lavoro che richiede il rilascio del visto di transito per gli immigrati extracomunitari residenti in Svizzera che, per rientrare nei loro Paesi, debbono attraversare l’Italia. Ed è anche vero che la rete consolare italiana in Svizzera, con i suoi cinque Consolati Generali, due Consolati e tre Agenzie consolari, è una tra le più estese che l’Italia ha all’estero tenendo conto delle dimensioni geografiche della Confederazione. Ma è, altresì, vero che la comunità italiana in Svizzera è stata storicamente, e lo è tuttora, tra le più numerose al mondo (oltre 400 mila persone compreso i doppi cittadini italo-svizzeri) e sicuramente è quella che ha più frequenti ed intensi rapporti sia affettivi che economici con l’Italia: vuoi per la vicinanza geografica, che per il fatto che la comunità italiana in Svizzera è tuttora composta in gran parte di emigrati di prima generazione. Ciò significando che tra le comunità italiane all’estero quella nella Confederazione è certamente la più bisognosa di servizi consolari efficienti e frequenti. Servizi che, peraltro, già oggi sono spesso messi a dura prova per la carenza di organico di cui soffrono perennemente le sedi consolari (complessivamente 155 unità, tra impiegati di ruolo inviati dal Ministero degli Affari Esteri, contrattisti locali a tempo indeterminato ed a tempo determinato). Servizi che, a fine anno, sarà veramente difficile poter mantenere ad un livello decoroso poiché verranno a mancare decine di impiegati tra quelli di ruolo rientrati al Ministero, senza venire sostituiti, e quelli assunti a tempo determinato il cui contratto scadrà a fine anno. Grande allarme, pertanto, nella comunità italiana e forti proteste da parte dei Comites e della Delegazione svizzera del Cgie nei confronti del Ministero degli Affari Esteri (Mae) e del Governo per questa grave situazione che metterà a repentaglio non solo l’erogazione di servizi consolari efficienti. Infatti la carenza d’organico degli Uffici consolari renderà praticamente impossibile la bonifica delle Anagrafi consolari (gestite dal Mae) e delle Anagrafi degli Italiani Residenti all’Estero (Aire), gestite dai Comuni italiani e dal Ministero degli Interni. Una bonifica che, se non verrà completata entro il 2005, comporterà notevoli problemi in occasione delle prossime elezioni politiche del 2006, quando anche i cittadini italiani all’estero potranno votare per corrispondenza per eleggere, per la prima volta, i loro diciotto parlamentari. Un problema quest’ultimo che, ovviamente, non riguarda solo la comunità italiana in Svizzera ma tutti gli italiani all’estero. Basti pensare a quanto riferito nei giorni scorsi, a questo proposito, dal rappresentante del Governo, il Sottosegretario Mario Baccini, al Comitato di Presidenza del Cgie: «Gli italiani residenti all’estero, secondo gli schedari consolari aggiornati al marzo 2004, sono 4'023'315, secondo l’elenco aggiornato del Ministero dell’Interno sono 3'276'559; di questi, i nominativi allineati, cioè comuni alle due banche dati, sono 2'274'662. Le posizioni solo Mae, cioè nominativi conosciuti solo al Ministero degli Esteri, sono 1'716'999, mentre quelle solo Min, cioè conosciuti solo al Ministero dell’Interno sono 1'001'937. Sono questi i dati esemplificativi di una situazione certamente complessa, che vede divergenze ancora troppo grandi. Con diverse operazioni di allineamento che si sono succedute nel corso degli ultimi mesi si sono registrati progressivi, lievi miglioramenti; ma la strada da percorrere rimane ancora considerevole affinché ci si possa dichiarare soddisfatti.».

Pubblicato il

24.09.2004 13:30
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