Lavoro

L’unica fonte di calore una volta nelle case era il camino o la stufa. In inverno nelle camere sotto il tetto si gelava, i bambini venivano messi a dormire in tre o più nel letto perché si scaldassero a vicenda. Capitava che nel corso della notte il bambino che si trovava all’estremità scavalcasse il vicino per trovarsi al centro e ricevere un po’ più di calore.


La stessa operazione l’hanno fatta i deputati al Parlamento europeo il 19 settembre scorso approvando una risoluzione che equipara il comunismo al nazismo e considera l’Europa una cosa felicemente equidistante dagli estremi, orgogliosa del proprio capitalismo non del tutto autoritario come quello del Terzo Reich.


Ma che cosa fa nella vita questa gente né di sinistra né di destra, posizionata al centro, al caldo? Falsifica la storia. Nell’epilogo del film “La vita è bella” del 1997, un carro armato americano entra trionfalmente nel campo di Auschwitz a liberare i prigionieri. L’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, commentò Mario Monicelli. Infatti gli americani non arrivarono mai ad Auschwitz. «La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del  27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io [Primo Levi] i primi a scorgerla… Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi».


Siccome tutto è stato ridotto alla statura di quei deputati, non si fa più la guerra fredda all’Unione Sovietica, ma una guerra freddina alla Russia con le sanzioni, accompagnata da una guerriglia contro la propria lingua per depurarla da ogni residuo di dignità: quando le sanzioni di Trump colpiscono il parmigiano italiano, il primo ministro Conte non ce la fa proprio a difenderlo: «Confidiamo di poter ricevere attenzione dal nostro tradizionale alleato su quelle che sono alcune nostre produzioni strategiche».

 

E il ponte di Genova? Fra il 1982 e il 1998 lo Stato italiano spese più di 24 milioni di euro per interventi strutturali al ponte, mentre dopo la privatizzazione, avvenuta nel 1999, fino al crollo del 14 agosto 2018 l’impresa dei Benetton vi ha investito meno di 500.000 euro in tutto, nonostante abbia realizzato nello stesso periodo sull’insieme della rete autostradale che gestisce un utile netto di più di 10 miliardi di euro. Ci sarebbe di che rescindere il contratto di gestione, ma non sembra possibile perché le privatizzazioni fatte dai Bersani, dalle Thatcher, dai Blair, dagli Schroeder e Leuenberger sono irreversibili.


Ma veniamo alle merendine. Il neoministro italiano dell’istruzione ha bisogno di tre miliardi di euro da dedicare alla scuola. Ma come si fa senza aumentare il debito pubblico? Semplice, con un piccolo prelievo sulle merendine e le bevande zuccherate che i ragazzi consumano in quantità. D’accordo, scoraggiarne il consumo è cosa buona, gli zuccheri fanno male alla salute. Ma in realtà si tratta di una tassa piatta col nome cambiato: tassa di scopo. Significa che questo governo non darà mai fastidio agli evasori fiscali, non metterà mai le mani nelle tasche degli italiani ricchi, diminuirà le imposte alle imprese, le badanti continueranno ad essere pagate in nero, e la scuola se la paghino i bambini.

Pubblicato il 

10.10.19

Rubrica

Nessun articolo correlato