Mentre nel passato la questione principe dibattuta in emigrazione dagli italiani era la “pensione”, da qualche tempo sia nei circoli, sia nelle associazioni italiane e nello stesso sindacato Unia l’argomento più discusso è diventato quello delle tasse. Ovvero gli obblighi fiscali che si hanno in Italia e Svizzera sulle pensioni percepite oppure sulla proprietà di un bene immobile.


Argomenti che avrebbero dovuto interessare gli italiani in Svizzera fin dal 1976 quando entrò in vigore la Convenzione italo-svizzera per evitare le doppie imposizioni fiscali, ma che sono diventati di grande attualità per l’emigrazione italiana, prima, con l’introduzione in Italia dell’Ici, poi dell’Imu e della Tasi e, parallelamente, con l’entrata in vigore in Svizzera della mini amnistia fiscale del 2010. Infine, con un crescendo di attenzione (preoccupazione?), dopo i nuovi accordi fiscali firmati dalla Confederazione in questo scorcio di 2015: il 23 febbraio con l’Italia (accordo che ha rinnovato quello del 1976) e il 27 maggio con l’Unione Europea.


Obblighi fiscali che interessano, appunto, i titolari di una pensione oppure i proprietari di beni immobili e che sono, ormai, oggetto di conferenze settimanali organizzate in ogni Cantone elvetico (le più recenti a Kreuzlingen/Tg dal Pd, a Zugo dalla Uim, a Bremgarten/Ag dall’Aitef, a Frauenfeld/Tg ancora dalla Uim, a Solothurn dall’Unitre, a Dübendorf/Zh dalla Colonia Libera Italiana e ancora questo fine settimana a Zurigo dal Circolo Sardo ed a Marbach/Sg ancora dalla Uim) e che vedono impegnati, come relatori, dirigenti ed esperti della stessa Uim e del patronato Ital Uil.


Vale a dire le due organizzazioni che per prime si sono attivate, da un lato, per informare le comunità italiane – e non solo in Svizzera – sui loro obblighi fiscali e, dall’altro, per permettere agli interessati di far fronte ai loro obblighi tramite la collaborazione dei Caf Uil in Italia o di avvalersi dei benefici sull’Imu-Tasi-Tari previsti dalla normativa entrata in vigore in Italia dall’anno corrente e, paradossalmente, ancora ignorata da moltissimi comuni italiani.


Ma in queste conferenze, per rispondere a domande dei presenti o confidando nel passaparola tra emigrati ed ex emigrati, si forniscono informazioni relative anche agli obblighi fiscali che riguardano gli ex emigrati italiani rientrati in Italia e, soprattutto, i titolari di una pensione del sistema previdenziale pubblico elvetico (Avs-Ai) che non sempre sanno che sulle loro pensioni – versate in Italia dalla Cassa Avs svizzera per il tramite della Banca Popolare di Sondrio o delle Poste Italiane – vi è un prelievo fiscale del 5% a beneficio del fisco italiano effettuato da questi due istituti, come sostituti d’imposta, e che quindi tali redditi non devono più essere dichiarati al fisco italiano.

Pubblicato il 

17.06.15
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