Il 31 agosto si terrà a Berna la prima seduta della Commissione nazionale di etica per i problemi della medicina umana. La data di fine estate sprona i giornalisti a prendere questa occasione per riempire i giornali, visto che le agenzie non danno materiale sufficiente. Personalmente ne faccio le spese, dando interviste e mediando notizie non facilmente accessibili. Al contempo faccio però anche esperienze non del tutto positive che vorrei far conoscere a chi legge Area. Strane persone sono talvolta gli operatori od operatrici dei mass-media: faticano a distinguere i tempi. Ci sono quelli della riflessione e quelli della decisione. Ci sono le opinioni personali e quelle di una istituzione. Nel caso della Commissione nazionale di etica abbiamo a che fare con una istituzione voluta dal parlamento e dal governo per consigliare entrambi sulla portata morale di molte innovazioni medico-biologiche. Per poter dare consigli bisogna dapprima riflettere, proporre argomenti e poi cercare un consenso tra argomentazioni tra loro più o meno divergenti. Visto che il gremio in questione non ha avuto ancora l’occasione di trovarsi, non è ancora chiaro su quali temi esso voglia cominciare a lavorare. Praticamente quasi tutti i giornalisti partivano dall’ipotesi che la ricerca sulle cellule staminali sarà la prima preoccupazione di questa commissione federale. Visto che il presidente americano ha preso una decisione al riguardo persino durante le vacanze estive e che tutto il resto della stampa mondiale ne parla, sembrerebbe del tutto naturale che la Cne faccia altrettanto. Inoltre quasi tutti i giornalisti mi segnalavano il fatto che una giovane ricercatrice dell’Università di Ginevra (tra parentesi di origine ticinese) avesse chiesto un sussidio al Fondo nazionale per la ricerca scientifica per un progetto che prevedeva appunto un lavoro sperimentale con cellule staminali di origine embrionale e che quindi non la si poteva lasciar aspettare ulteriormente.... Strane aspettative per l’etica: essa dovrebbe essere il tappabuchi per il legislatore così come per un organismo che finanzia la ricerca. Mi sono trovato e mi trovo sempre a disagio quando vedo che si mescolano le carte in maniera indebita e si cerca un’istanza «pigliatutto». La prima esigenza etica, su cui penso ci sia accordo anche tra i membri della Cne, è quella di lasciare ad ogni istanza la propria responsabilità specifica senza fare confusioni indebite. Rispettare tale esigenza non accelera necessariamente i tempi e non riempie necessariamente le pagine dei giornali estivi. Ma Area ha saggiamente fatto pausa.....

Pubblicato il 

31.08.01

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