Il caso

Non solo metodi dispotici nei confronti dei lavoratori, ma anche l’esposizione di un’immagine che inequivocabilmente richiama a uno dei periodi più bui della storia come è stato il fascismo in Italia e che esalta il suo fondatore Benito Mussolini.


Siamo nell’ufficio di un dirigente della Dpd (Svizzera) Sa, braccio destro del direttore del centro logistico (l’unico in Ticino) di Giubiasco, attorno al quale operano una cinquantina di lavoratori tra autisti e magazzinieri. Sulla parete campeggia un inquietante quadretto, posto subito sopra l’ordinamento aziendale, con una fotografia del Duce accompagnata da una sua celebre citazione: “Non ho paura del nemico che mi attacca ma del falso amico che mi abbraccia”.

 

In Italia ci sarebbero gli estremi per una denuncia per apologia di fascismo. Ma al di là della rilevanza penale, è certamente inaccettabile che una società come Dpd affidi compiti dirigenziali e di gestione del personale a un personaggio che senza pudore manifesta, addirittura sul luogo di lavoro, le sue simpatie per un dittatore che ha tolto libertà ai cittadini, ha contribuito allo sterminio nei campi di concentramento nazisti e ha causato la morte di un milione di persone.

 

DPD prende le distanze e annuncia provvedimenti

Secondo testimonianze da noi raccolte, quel quadro di Mussolini è lì appeso da anni, ma a quanto pare nessun superiore della Dpd (Svizzera) ha avuto qualcosa da ridire. Fino a mercoledì 3 marzo, quando la direzione nazionale lo ha «scoperto grazie a una segnalazione e ha immediatamente provveduto a chiarire la situazione», spiega ad area Marco Kaiser, addetto stampa della Dpd Svizzera. «Ci distanziamo chiaramente da queste simpatie politiche e non tolleriamo in nessun modo che vengano così manifestate sul luogo di lavoro», aggiunge Kaiser, precisando anche che il quadro è «già stato rimosso e che sono stati avviati i dovuti provvedimenti».

Pubblicato il 

04.03.21
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