Abbiamo detto più volte che il mercato dell’alloggio non è monitorato in modo adeguato e ciò lascia spazio a interpretazioni e speculazioni che non contribuiscono certo a risolvere i problemi di chi cerca casa e non può destinare la metà delle sue entrate alla pigione. Ne sono un esempio calzante le statistiche sullo sfitto elaborate dall’Ustat , che non tengono contro di elementi essenziali, quali l’ammontare delle pigioni degli alloggi vuoti o la loro ubicazione, dati che concorrerebbero a dare una migliore e più realistica immagine della realtà. Da tempo affermiamo che una buona parte degli alloggi vuoti sono fra quelli di recente costruzione, ovviamente quelli che hanno una pigione elevata. Gli ultimi studi di Ubs e Credit Suisse lo confermano, come confermano che malgrado una quota di sfitto in rialzo, il reddito complessivo degli immobili residenziali si può stimare fra il 4 e il 6 per cento. In una recente intervista un portavoce delle Casse pensioni affermava che il reddito medio del loro parco alloggi è del 5,6 per cento. Roba da leccarsi i baffi.


Entrambi gli studi citati, osservano che per rilocare gli appartamenti, e lo si riscontra spesso nelle offerte immobiliari, si offrono incentivi (una o due pigioni gratuite, il deposito di garanzia già versato) pur di non ridurre la pigione. Insomma lo sfitto che aumenta non contribuisce a ridurre il livello delle pigioni.


L’iniziativa per l’introduzione del formulario ufficiale ad inizio locazione è uno strumento che fra l’altro permette di calmierare il mercato perché impedisce gli aumenti ingiustificati al cambio d’inquilino. Per introdurre il formulario ufficiale è necessario che vi sia una penuria d’alloggi. Ecco l’importanza di statistiche ben fatte. L’Asi si è quindi fatta promotrice di una mozione parlamentare che chiede statistiche più precise ed ha invitato tutti i deputati che hanno sostenuto l’introduzione del formulario ufficiale di firmarla. Statistiche migliori permetterebbero sia all’ente pubblico che al settore privato di identificare, orientare e quindi soddisfare i bisogni del settore. Permetterebbero all’ente pubblico di capire, ad esempio, dove incrementare alloggi a pigione sostenibile: città, periferia ecc. Aiuterebbero a prevedere l’evoluzione del mercato, ad esempio riguardo a cosa attendersi in base alla vetustà del parco alloggi: ristrutturazioni e susseguenti aumenti di pigione, aumenti agli incentivi energetici nel settore, quantificare e qualificare meglio il mercato degli alloggi per anziani.
Agli investitori privati permetterebbero di conoscere, ad esempio, che tipologia di alloggio offre una maggiore garanzia di occupazione. Verifichiamo con piacere che anche questa volta, come fu per il lancio dell’iniziativa, è nato un sostegno trasversale alla mozione, che sottolinea come l’alloggio è un tema che non deve avere confini di partito.

Pubblicato il 

26.02.19

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