I maligni dicono che con lo scoppio dello scandalo dei fondi ebraici detenuti nelle casseforti degli istituti finanziari elvetici anche altri fantasmi ne sono, più discretamente, sortiti. Le revisioni della Legge sulla previdenza professionale (Lpp) risalgono in effetti alla metà degli anni Novanta e le decisioni più importanti sulla gestione degli averi dimenticati si sono susseguite da quella data. Prima di allora gli sfortunati che per legge avevano accumulato un capitale in vista della pensione, ma che erano espatriati senza richiedere il capitale o che semplicemente erano ignari dei propri diritti, dovevano affidarsi al buon cuore e all'impegno degli istituti di previdenza presso i quali erano stato affiliati. E – come abbiamo mostrato con l'articolo della settimana scorsa – i problemi non riguardano solo gli stranieri, ma anche molti svizzeri che si trovano con più di una polizza di secondo pilastro. La modifica che riguarda la prescrizione delle prestazioni e degli averi di pensione risale addirittura solo al 2003 ed è entrata in vigore all'inizio 2005. E infatti è solo da due anni che il Fondo di garanzia Lpp pubblica le statistiche sugli averi dimenticati e sul numero di persone alla ricerca del proprio secondo pilastro. Ammontari che dai dati sembrano a prima vista assai modesti: in due anni presso il Fondo di garanzia Lpp sono confluiti poco meno di 4 milioni di franchi. Noccioline per rapporto agli attuali 500 miliardi accumulati nell'ambito del secondo pilastro. Ma a leggere bene i dati si scopre che il fenomeno degli averi persi è molto, ma molto più ampio. In realtà i 4 milioni di franchi sono la punta di un iceberg che ha una massa di ben 4 miliardi. Una cifra enorme che si è accumulata in poco più di 10 anni e che getta pesanti ombre sulla gestione della previdenza professionale. Sono troppe le persone, sia svizzeri che stranieri, che si dimenticano di chiedere quanto gli è dovuto. E sono anche troppi i datori di lavoro che a causa del disinteresse e della malagestione non passano le informazioni che potrebbero far ritrovare i proprietari dei 4 miliardi attualmente in posteggio.

«La Legge sulla previdenza professionale definisce in maniera molto chiara cosa sono gli "averi dimenticati": sono quella parte di previdenza professionale che non viene reclamata dalle persone che hanno raggiunto l'età di pensionamento», così ci ha spiegato Cinzia Corchia, membro del direttorio dell'Ufficio centrale del 2° pilastro, quando abbiamo cercato di capire per quale motivo la grossa parte di averi che non hanno un proprietario non viene in realtà conteggiata e non è oggetto di una ricerca attiva del suo legittimo possessore.
Che l'avere diventi "dimenticato" solo quando si è giunti all'età di pensionamento fa sorgere subito un dubbio: cosa ne è di tutti quegli affiliati agli istituti di previdenza di cui si è persa traccia, ma che non sono ancora arrivati alla pensione? E a quanto ammonta veramente la cifra di secondo pilastro che non ha proprietario?
«Un assicurato che ha cessato un rapporto di lavoro e che non entra subito in un nuovo istituto di previdenza – ci dice Emilio Corti della Fondazione istituto collettore – deve notificare al suo istituto di previdenza sotto quale forma ammissibile intende mantenere la previdenza». Se questa comunicazione non avviene l'istituto di previdenza «versa la prestazione d'uscita, compresi gli interessi, all'istituto collettore, non prima di sei mesi ma al più tardi due anni dopo l'insorgere del caso di libero passaggio». Ciò significa che in questo paniere una parte degli averi riguarda anche affiliati di cui si è in realtà persa traccia. Potrebbero essere lavoratori stranieri che sono espatriati, ma anche svizzeri (e non sono pochi) che – come abbiamo documentato settimana scorsa – dimenticano di essere proprietari di svariate polizze di secondo pilastro.
Ma la sorpresa più grande giunge quando chiediamo ad Emilio Corti quale è l'ammontare di secondo pilastro che possiamo ritenere dimenticata perché – nonostante non sia giunta l'età di pensionamento – non ha proprietario. «A fine 2006 erano 3,8 miliardi di franchi. Attualmente dovremmo aver superato tranquillamente i 4 miliardi». Un'evoluzione preoccupante: nel 2005 si era fermi a 3,2 miliardi. La crescita è davvero enorme.
I 4 miliardi sono una massa di denaro enorme che messa in rapporto con le cifre ufficiali sugli averi dimenticati, fanno sembrare noccioline quei 4 milioni affluiti presso l'Ufficio centrale del secondo pilastro. Noccioline che sono solo i primi frutti della revisione della Lpp e delle sue ordinanze. Il denaro di cui si è persa traccia viene infatti girato sul conto del Fondo di garanzia Lpp solo dopo 10 anni dall'età di pensionamento e solo in questa evenienza l'assicurato viene cercato attivamente dai funzionari della Centrale di compensazione Avs di Ginevra. L'Ufficio Centrale del 2° pilastro è infatti solo l'ufficio di collegamento fra gli istituti di previdenza, gli istituti che gestiscono conti e polizze di libero passaggio e gli assicurati. La legge non impone a nessuno degli uffici dell'amministrazione federale una ricerca attiva di quelle persone, che non hanno raggiunto l'età di pensionamento, ma di cui si è persa traccia.
L'Ufficio centrale del secondo pilastro effettua delle ricerche solo se esiste una domanda da parte degli assicurati. E sono questi dati e soprattutto la loro evoluzione che possono dare una fotografia più rappresentativa dell'ampiezza del fenomeno. Dalla metà del 1999 presso l'Ufficio centrale del secondo pilastro sono giunte 158 mila 281 richieste di ricerca di un conto di previdenza professionale. Nel 2006 le domande sono state 18 mila 316 crescendo in un solo anno del 65 per cento. Ogni settimana sono 350 le richieste che giungono ai funzionari e per la metà dei richiedenti è stato trovato uno o più conti di secondo pilastro (si veda l'articolo della settimana scorsa per capire cosa significa questo in termini di perdita di capitale). Sono comunque dati che fanno intravedere il fenomeno ma che mentono perché la maggior parte dei lavoratori "dimentichi" non sanno appunto di avere un secondo pilastro.
Nei prossimi anni enormi cifre diventeranno ufficialmente "averi dimenticati". Nel frattempo il segnale di una cattiva gestione della previdenza professionale – anche dalle troppe imprese che forniscono informazioni sommarie sui propri impiegati – è mascherato dalle statistiche ufficiali. Il problema è grave e va affrontato.


Pubblicato il 

23.11.07

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