Passaporto biometrico, un problema in più

In passato avevamo già denunciato, anche in questa rubrica, la forte preoccupazione della comunità italiana in Svizzera per la funzionalità della rete consolare italiana messa a repentaglio sia dalla continua riduzione del personale da parte del Ministero degli Affari Esteri, che dalla mole di lavoro in più che i consolati italiani devono sobbarcarsi da alcuni anni per la gestione del voto all'estero per corrispondenza (referendum, voto politico e Comites).
Nel frattempo la situazione per i consolati è ulteriormente peggiorata un po' in tutto il mondo da come denunciano i membri del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero: basti pensare che nella sola Confederazione la rete consolare può contare, oggi, complessivamente su 148 addetti (contrattisti locali compresi) a fronte dei 203 che vi lavoravano nel 1996. Al Consolato Generale d'Italia di Lugano, tanto per citarne uno tra i più importanti della Svizzera, lavorano attualmente 22 impiegati mentre nel 1996 erano 28; in quello di San Gallo, peraltro già sceso da 18 a 13 addetti, è prevista addirittura un'ulteriore cura dimagrante di tre unità e quindi dovrà fornire servizi ad una comunità di circa 39 mila persone con solo 10 addetti.
Adesso per la rete consolare italiana, in tutto il mondo e quindi anche nella Confederazione, vi sarà un problema in più a rendere ulteriormente precaria la sua funzionalità: la sostituzione del passaporto tradizionale con quello elettronico, o biometrico che dir si voglia, la cui introduzione si è resa necessaria affinché, dal prossimo 26 ottobre 2006, anche i cittadini italiani possano continuare a beneficiare del "Visa Waiver Program" che permette di entrare negli Stati Uniti senza visto (il provvedimento è stato preso dalle autorità statunitensi a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001). Un problema in più perché l'introduzione  del passaporto biometrico, oltre a costare molto di più per i richiedenti (si mormora di un costo quadruplicato rispetto all'attuale), comporterà certamente un lavoro supplementare per gli uffici consolari vista la complessa procedura che necessita l'emissione di questo nuovo documento di viaggio (Per coloro che non ne fossero ancora informati, ricordiamo che la novità del passaporto elettronico concerne l'inserimento dei dati biometrici del suo titolare in un microprocessore (chip) installato nella copertina del passaporto. Nel chip verranno, tra l'altro, memorizzate anche l'immagine del volto e le impronte digitali del dito indice di entrambe le mani).
Oltretutto sembra che da parte dell'Amministrazione italiana ci sia un piacere masochistico a complicarsi la vita da sola. Infatti mentre, ad esempio, la stessa Confederazione ha introdotto il passaporto biometrico affiancandolo a quello tradizionale, da parte italiana il nuovo passaporto sostituirà, invece, quello vecchio per cui riceveranno il passaporto elettronico anche quei cittadini italiani che non hanno alcuna intenzione di recarsi negli Stati Uniti. Pertanto avremo, da un lato, un inutile aggravio di lavoro per la rete consolare e, dall'altro, una spesa maggiore per tantissimi cittadini italiani emigrati, ma non solo, che evidentemente si poteva evitare. Il problema è già stato sollevato dal Consiglio Generale degli Italiani all'Estero anche nella recente riunione di Bruxelles della Commissione continentale Europa/Nord Africa ed è augurabile che si trovi una soluzione di buon senso anche grazie all'intervento dei parlamentari della Circoscrizione Estero!

Pubblicato il

22.09.2006 12:30
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