La prima ombra di cui voglio parlare si riferisce a Chiasso, dove lo scorso anno si è tenuta una mostra su episodi di storia locale, accaduti nella drammatica primavera del '45. Passata la mostra, resta il catalogo, frutto di un gruppo di lavoro composto di ben sedici membri, di cui un ex console, tre capitani, tre colonnelli, un primotenente, due rappresentanti dell'Associazione Svizzera Sottufficiali, un aiutante SM, una direttrice di Ente turistico e neanche un consulente storico o un uomo di cultura indipendente. Ebbene, se guardate questo libro, v'imbatterete nell'autocelebrazione del Municipio di Chiasso mentre non troverete un solo cenno, una sola parola – neanche in bibliografia o nella cronologia che arriva fino all'autunno del '45 – sull'avvenimento che coinvolse la popolazione chiassese proprio nel maggio di quell'anno e che ha lasciato tracce forti nella memoria popolare: il corteo antifascista, di sapore epico per la nostra piccola comunità, che si svolse per le strade della cittadina e che diede vita anche a colorite manifestazioni di protesta contro l'ignominia del regime appena crollato (ne ho parlato in un mio libro). Tacere di quel corteo popolare significa prendere una posizione politica, omettere una parte importante di verità pubblica.
Per la seconda ombra mi sposto nel Sopraceneri, per fare alcune considerazioni sulla decisione del Municipio di Lodrino di respingere la proposta di dedicare una strada a Giovanni Bassanesi. Non credo sia necessario ricordare qui che Bassanesi fu al centro di un episodio clamoroso: partito con un piccolo aereo da Lodrino l'11 luglio del 1930, volò su Milano e scaricò, con l'aiuto di un compagno d'avventura, centocinquantamila volantini antifascisti su quella città. Davide che sfida Golia. Nel ritorno l'aereo della libertà si schiantò contro il massiccio del San Gottardo. Il valdostano sopravvisse all'incidente e fu al centro di un famoso processo che fece onore al Ticino, anche se poi venne espulso dalla Svizzera. Sono fatti conosciuti e divulgati (ricordo che da maggio 2010 è attiva nel cantone l'Associazione Amici di Giovanni Bassanesi). Eppure, di fronte all'iniziativa democratica promossa un paio d'anni fa da numerosi cittadini, l'esecutivo di Lodrino avanzò perplessità, ritenendo, con "prudente diffidenza", che non vi sia ancora una "memoria storica condivisa" su quegli avvenimenti. Come dire che non si possa essere fieri di quell'azione di resistenza alla dittatura. Che non si possa, neanche oggi, dare un giudizio "distaccato e oggettivo" su quel tentativo di avversare il fascismo che, con il nazismo di cui è stato matrice, rappresenta un male assoluto. Prudente diffidenza. In questo caso l'ombra si fa inquietante: il peccato di omissione diventa mortale.

Pubblicato il 

24.05.12

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