Svizzera

Formazione in metodi e tattiche dei servizi segreti e delle forze armate israeliane in Ticino. È quanto prevede il programma di un campo organizzato il prossimo ottobre a Scruengo, in Leventina, da una società israeliana composta da ex membri dell’esercito e dell’intelligence dello Stato ebraico. La formazione, destinata al personale attivo nell’industria della sicurezza privata, prevede l’apprendimento di arti marziali e l’utilizzo di armi da fuoco. A Berna un’interpellanza chiede al Consiglio federale se questa formazione non violi il monopolio esclusivo dell’uso della forza.

«I recenti e massicci cambiamenti demografici in Europa stanno portando con sé conflitti culturali e di altro tipo che sono seguiti da eventi violenti in tutta Europa». Sul sito della International Security Academy - Israel (Isa-Israel) si lancia così il corso previsto in Svizzera il prossimo mese di ottobre. Di fronte alla «recente crisi di sicurezza che colpisce l’Europa», Isa-Israel propone i propri metodi accumulati e sviluppati in Israele «per combattere gli autori di reati violenti e i terroristi».


«Anni di esperienza nella Polizia e nelle Unità Speciali Militari ci hanno permesso di analizzare molti fattori che producono e permettono azioni terroristiche. Nel corso degli anni di lotta a queste sfide abbiamo ottenuto un’unica comprensione della mentalità dei trasgressori violenti, dei terroristi e del modo in cui operano» si legge invece in una brochure.
La formazione si terrà presso il centro del Touring Club Svizzero (Tcs) di Scruengo, dove solitamente soggiornano anche le scuole del Cantone per delle settimane bianche o verdi.


Tra il 18 e il 22 ottobre prossimi invece, uomini e donne in provenienza da diversi Paesi seguiranno una formazione intitolata “Israeli Preventive, Defensive, Tactical Methods, Concepts and Tactic”. Ai potenziali partecipanti viene consigliato di leggere la “Security Bible”, un manuale di base su come affrontare al meglio da un punto di vista mentale e fisico le sfide della sicurezza. Il motto è: «Do not let anyone make you the victim!!! By failing to prepare, You are preparing to fail!!!» (Non lasciare che nessuno ti faccia diventare la vittima! Se manchi la tua preparazione, ti stai preparando a fallire!).


Per cinque giorni sopra a Piotta si praticherà il Krav Maga, un sistema di combattimento ravvicinato e di autodifesa utilizzato dall’esercito israeliano, e si imparerà un non meglio precisato “combat shooting” (tiro da combattimento). Già nel 2004 David Mirza, Ceo e fondatore della società aveva indicato alla stampa che in Svizzera «è meno complicato esercitarsi con le armi da fuoco». All’epoca, nella Confederazione la formazione avveniva dalle parti di Thun. Il corso costa 1.500 dollari. La cinque giorni svizzera fa però parte di una formazione più completa in controterrorismo di tre moduli al costo di 5.000 dollari. Chi volesse fare “la totale” inizierà nel Nord della Macedonia, per poi trasferirsi 6 giorni in Ticino e infine ultimare la formazione in Egitto e in Israele. Qui l’addestramento comprende simulazioni ed esercitazioni “dal vivo” in un centro di formazione a 1 km dalla città di Gaza e anche al confine con il Libano. Vi sarà anche «un’esposizione sulla cultura arabo/islamica, sulle sue abitudini sociali, sulla religione, la lingua e i riti».

Le autorità conoscono
In Ticino, le autorità sono informate di questo campo di formazione? «Il Cantone, per il tramite della Polizia cantonale, ne è a conoscenza e monitora attivamente la situazione affinché venga garantito il rispetto di tutte le normative. Si precisa che a livello cantonale non è necessaria un’autorizzazione per svolgere questo tipo di formazioni, mentre a livello federale, se applicabile, va rispettata la Legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all’estero» ci fanno sapere da Bellinzona.


Sul sito Internet di Isa-Israel si legge che il corso è «strettamente regolato dal Ministero della difesa e dalle forze di sicurezza di Israele e della Svizzera». Contattato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) ci comunica di essere al corrente dell’esistenza di questi campi, ma di «non essere implicato in nessuna maniera, né a livello dell’esercito né dei Servizi delle attività informative della Confederazione». Il dossier sembrerebbe in mano al Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) che a sua volta risponde che secondo le sue conoscenze Isa-Israel è «una società commerciale che offre corsi di formazione e perfezionamento nel campo dell’autodifesa e della protezione personale (il termine “campo di formazione” non va inteso come formazione di tipo militare). La sede principale dell’azienda si trova in Israele». Per il resto, il Dfae ci rimanda ad una prossima presa di posizione all’interpellanza depositata a fine giugno dal consigliere nazionale Thomas Hardegger (Ps) dal titolo  «Formazione “privata” in metodi e tattiche dei servizi segreti in Ticino».

Si muove la politica
Il politico zurighese chiede al Consiglio federale se è a conoscenza della formazione e se un corso di autodifesa armata non violi il monopolio esclusivo dell’uso della forza che spetta esclusivamente alle organizzazioni statali di polizia e dell’esercito. «In Svizzera, lo Stato detiene il monopolio dell’uso della forza, della formazione e della sorveglianza delle armi – spiega ad area Hardegger –. Ciò è importante per il mantenimento della sicurezza pubblica e della pace interna». Per il Consigliere nazionale «lo Stato deve sapere chi sta addestrando chi in questo dubbio centro di formazione. La formazione dei servizi segreti in Svizzera non è accettabile per gli stranieri, indipendentemente dal fatto che gli svizzeri o gli stranieri ne facciano uso. In ogni caso, ciò non è compatibile con la nostra neutralità».


In effetti, oltre al Ceo David Mirza, altri membri di Isa-Israel hanno un passato nei servizi e nell’esercito israeliano, più volte condannato dall’Onu per «uso eccessivo della forza». Pazi Zafrir, il capo degli istruttori, è un ex colonnello nonché ex direttore e capo istruzione dell’Israeli Security Agency, lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele. È lui il responsabile della formazione, appoggiato da ex agenti, ufficiali e direttori dell’establishment della sicurezza d’Israele. Membro della società era anche Doron Rubin, morto lo scorso anno, ex generale e responsabile per le operazioni speciali.


Già nel 2004, in risposta all’interpellanza dell’allora consigliere nazionale dei Verdi Geri Müller, il Consiglio federale aveva risposto che «una relazione tra l’Isa-Israel e i servizi d’informazione e di sicurezza israeliani non è manifesta». Anche il fatto che David Mirza, sia stato attivo presso un servizio di informazioni israeliano non era stato confermato dal Governo.


Oggi, con il suo atto parlamentare, Thomas Hardegger vuole creare un po’ di trasparenza attorno ad un’attività opaca: «Il pubblico ha il diritto di sapere se le autorità hanno il controllo su dove sono persone con il potenziale di violenza, con chi comunicano e cosa fanno». Il Consiglio federale non ha ancora risposto, probabilmente lo farà prima della prossima sessione parlamentare di fine settembre.



Pubblicato il 

29.08.19