Migros è l'ultima della classe

Guerra dei comunicati stampa tra Unia e Migros in merito alla politica del personale generale dell'azienda leader in Svizzera nella vendita al dettaglio, ed in particolare sugli aumenti 2007 e sul nuovo Contratto collettivo di lavoro (Ccl) valido per il 2007-2010. Con una conferenza stampa nazionale a Berna e una regionale in Ticino, il sindacato Unia ha espresso le sue critiche al gigante arancione. Nel dettaglio, le critiche riguardano l'aumento salariale del 2007, ritenuto insoddisfacente dal sindacato, una serie di peggioramenti previsti nel Ccl nel congedo maternità e l'esclusione delle organizzazioni sindacali nazionali rappresentative del personale nell'elaborazione del contratto. Migros risponde definendo "fuorvianti" le affermazioni di Unia, ritenendo di essere uno dei migliori datori di lavoro. In questa pagina cerchiamo di far chiarezza.

Dapprima è bene precisare che buona parte della difficoltà nel paragonare le due versioni deriva essenzialmente da due motivi. Primo, Migros non concede aumenti generalizzati come fanno invece le altre grandi aziende della vendita al dettaglio. La Migros concede esclusivamente aumenti individuali su criteri di merito che l'azienda stessa definisce. In altre parole, se ad una collaboratrice l'aumento viene concesso o no e per quale importo, lo decidono i suoi superiori. Infatti, dopo aver annunciato per il 2006 un aumento sulla massa salariale variante tra l'1 e l'1,5 per cento, per il 2007 annuncia un aumento, sempre sulla massa salariale, tra il 2 e il 2,5 per cento. Il concetto di massa salariale corrisponde al totale degli stipendi versati, quadri e non. E la percentuale indicata si riferisce alla media. Semplificando, nel 2007 un collaboratore può ricevere un aumento del 5 per cento, mentre un altro non lo riceve affatto: calcolando le due percentuali si ottiene così una media del 2,5 per cento sulla massa salariale. Difficile quindi poter conoscere con precisione quanto abbia ricevuto ogni collaboratore della Migros.
Per questo motivo, Unia Ticino ha effettuato un'inchiesta tra il personale dell'azienda che si trova "al fronte", ossia all'interno dei negozi. Inchiesta alla quale hanno partecipato circa 400 dipendenti Migros e dalla quale risulta che il 67 per cento ha ricevuto nel 2006 un aumento compreso tra 1 e 50 franchi. (cfr l'articolo apparso su area n.42 del 20 ottobre 2006)
Seconda annotazione importante riguardante la specificità di Migros: il Contratto collettivo di lavoro per il periodo 2007-2010 è stato concordato con partner sindacali che hanno una debole e marginale rappresentatività all'interno dell'azienda. Infatti, il sindacato che conta il maggior numero di affiliati che lavorano presso Migros, Unia, e la seconda grande organizzazione nazionale sindacale attiva nel settore della vendita, Syna, non hanno partecipato all'elaborazione del contratto collettivo di Migros. Se il gigante arancione, invece di seguire una via solitaria nell'allestimento del contratto, avesse il coraggio di confrontarsi con le due grandi organizzazioni sindacali, effettivamente rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori Migros, con buona probabilità le questioni emerse nella conferenza stampa sarebbero state risolte nelle sedi appropriate al momento dell'elaborazione del contratto.
Ma veniamo alle critiche mosse da Unia sia a livello nazionale che in Ticino. Dopo aver lanciato una vasta offensiva sindacale sui salari minimi nella vendita con lo slogan "nessun salario sotto i 3 mila franchi", la Migros era stata la prima ad aumentare i suoi salari minimi portandoli nel 2002 a 3300 franchi.
Da allora, e sono trascorsi 5 anni, Migros non ha più ritoccato i suoi salari minimi. Risultato: in Ticino e in Vallese nel 2007 il salario minimo sarà ancora di 3300 franchi, ben duecento franchi in meno di quelli previsti dalla concorrente Coop. Migros Ticino ribatte che i salari minimi riguardano solo il 2 per cento dei duemila dipendenti del cantone. Se fosse vero questo dato, non si capisce perchè non rialzare questi salari visto che incidono poco sulla massa salariale globale. Tanto più che Migros, con questi salari, si ritrova ad essere l'ultima della classe proprio per i salari minimi. E non fa sicuramente onore ad una azienda che si vuole sociale o come cita nella sue linee guida della politica del personale: «Quale datore di lavoro esemplare creiamo le premesse per un clima di lavoro motivante e stimolante, che attiri le collaboratrici e i collaboratori migliori». Difficile attirare i collaboratori migliori offrendo i salari più bassi.
Unia ha poi duramente criticato la Migros per la sua politica antisindacale che, come detto, oltre ad escludere i sindacati maggioritari dalle trattative contrattuali, è l'unica azienda della distribuzione che persegue penalmente i funzionari sindacali durante lo svolgimento del proprio lavoro. Sul territorio nazionale, quasi 20 persone sono state denunciate da Migros perché distribuivano fogli informativi al personale all'interno delle filiali. Sei diversi tribunali si sono espressi e in tutti i casi si è arrivati alla piena assoluzione dei funzionari sindacali.
Migros è l'unica azienda che tenta d'intimorire giuridicamente l'azione sindacale nella vendita. Eppure l'azienda, esige dai propri fornitori che «riconoscano il diritto di tutti i salariati a affiliarsi a dei sindacati» e che sia esplicitamente garantito ai sindacati «l'accesso sui posti di lavoro». Paradossalmente dunque, i sindacati sui posti di lavoro dei fornitori di Migros vanno bene, ma non all'interno di Migros stessa.
Infine Unia ha salutato positivamente l'introduzione nel nuovo Ccl di Migros del congedo paternità (2 settimane pagate, due a carico del dipendente) ma ha duramente criticato alcuni peggioramenti nell'ambito del congedo maternità. Ad esempio è stato introdotto «l'obbligo per la dipendente di annunciare la gravidanza appena ne è a conoscenza». Nel precedente Ccl, la collaboratrice era invitata a farlo entro l'inizio del quinto mese. Secondo il sindacato, questa è una grave violazione del diritto alla privacy della dipendente. L'altra modifica, rispetto al precedente Ccl, è la restituzione delle indennità percepite qualora la dipendente smetta di lavora presso Migros entro sei mesi dalla scadenza del congedo maternità.
L'ultimo appunto segnalato dai sindacati riguarda le condizioni di lavoro all'interno del gruppo Migros che,  come noto, non si occupa solo di vendita al dettaglio, ma gestisce parecchie imprese attive in diversi settori. Ad esempio, si possono citare le stazioni di servizio Migrol, l'agenzia di viaggi Hotelplan oppure la Scuola Migros. E su questo ultimo settore, abbiamo voluto confrontare i salari versati da Migros scuola ad altri enti che si occupano di formazione. Da tener presente che la paga oraria di lezione comprende, almeno teoricamente, una preparazione precedente la conduzione del corso. Per definizione, un'ora di corso ne vale due considerata l'ora di tempo necessaria alla preparazione della lezione. Anche in questo caso, i salari di Migros non sono proprio eccellenti.

Pubblicato il

17.11.2006 01:00
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