Media & Potere

Vista la sua giovane età, l’applicazione della Legge Trasparenza si scontra ancora con la reticenza di parte importante delle autorità. Dopo l’entrata in vigore sul piano nazionale nel 2006, seguì in ordine sparso l’adozione di ordinanze nei vari cantoni. Dalla sua entrata in vigore, un’associazione di giornalisti si batte per l’applicazione integrale e uniforme nel Paese. Sul blog loitransparence.ch si trovano consigli giuridici, informazioni generali e ultime notizie sul tema. Lo scorso mese, per la prima volta, è stato attribuito il premio “Trasparenza”. «Il 2018 è stata un’ottima annata. Una serie di articoli e di trasmissioni si sono potute realizzare grazie alla Legge Trasparenza. Per la giuria, composta da caporedattori, la scelta non è stata facile» spiega nell’annuncio Martin Stoll, collaboratore della Sonntagszeitung dalla Berna federale e promotore del blog.


A spuntarla è stato Philippe Boeglin, giornalista del quotidiano friborghese “La Liberté” con l’articolo «Le spese dell’ufficiale». L’esercito si era battuto fino all’ultimo per mantenere segreta un’inchiesta interna sull’uso smodato dei soldi pubblici di alti quadri militari. Regali sontuosi, festini generosi in buon cibo e tanto alcool, a cui partecipavano anche le mogli di alti graduati grazie a dei voli in elicottero appositamente organizzati dagli alti graduati. Il tutto generosamente offerto dai contribuenti, a loro insaputa.

 
Al secondo posto si è classificato un gruppo di giornalisti di diverse testate che hanno unito le forze per ottenere un rapporto d’inchiesta delle autorità vallesane sull’istoriato dell’inquinamento al mercurio causato dall’impresa Lonza. Il documento, alla fine consegnato, ha permesso di dimostrare quanto il Cantone avesse ignorato il problema ecologico e quanto il suo mancato intervento avesse aggravato l’inquinamento.   


La giornalista grigionese Stefanie Hablützel ha invece ottenuto il terzo posto con il servizio realizzato per «Der Beobachter», con un’inchiesta sulla catastrofe ambientale durante le operazioni di pulizia della diga Punt da Gall, nei Grigioni. Nel 2016, importanti quantità di Pcb, sostanze chimiche cancerogene, sono state incidentalmente versate nel fiume Spöl. I documenti ottenuti dalla giornalista hanno dimostrato l’insufficienza dei controlli effettuati dalle autorità cantonali.


Questi esempi fanno capire perché molte autorità abbiano paura della trasparenza, ma d’altro canto dimostrano la sua importanza per la democrazia e un giornalismo fedele ai propri compiti.

Pubblicato il 

21.03.19