Le bugie della destra e gli errori della sinistra

Penso di non essere l’unico a sinistra a non essersi ancora completamente ripreso dopo la risicata affermazione dell’iniziativa Udc contro l’immigrazione di massa. Mi pare difatti evidente, anche senza dar credito più di quel tanto alle cifre prodotte da Economiesuisse, che avremo un rallentamento della dinamica economica e sicuramente un peggioramento del clima sociale.

 

Blocher, che a suon di milioni ha realizzato il suo sogno di prendersi la rivincita dopo l’espulsione dal Consiglio federale, sarà uno dei pochi a non soffrirne. Anzi. Da grande capitano d’industria, approfitterà difatti dell’indebolimento della posizione dei salariati, che non potrà non verificarsi con l’introduzione dei contingenti, il possibile ricorso agli stagionali e la drastica riduzione dei diritti dei lavoratori che non hanno il passaporto rossocrociato. La guerra tra poveri diventerà più dura e ad approfittarne saranno ancora una volta i padroni del vapore. E così l’Udc avrà raggiunto, oltre all’affermazione politica, anche il secondo scopo dell’iniziativa: indebolire il potere contrattuale dei salariati.

 

Durante la campagna l’Udc è ben riuscita a nascondere le sue vere intenzioni: come il bravo pifferaio della nota fiaba, ha saputo narcotizzare buona parte dell’opinione pubblica con una miscela velenosa di demagogia spicciola, di menzogne e di mezze verità, di appelli subliminali alle reazioni più primarie. In questo ruolo si è particolarmente distinto in Ticino Sergio Savoia, ormai lanciato ad occupare il ruolo lasciato libero dal Nano.


Ma mi pare altrettanto chiaro che, per quanto bravi, questi pifferai non avrebbero avuto successo se non ci fosse stato un profondo malessere sociale, generato dalla ridottissima efficacia delle misure d’accompagnamento, dall’esplosione degli affitti in molti cantoni, dalla generale mancanza di controlli sul dumping salariale eccetera. Malessere che nasce dalle politiche imposte dal padronato e dalla riduzione delle imposte volute in molti cantoni dai partiti borghesi per attirare società straniere, con la relativa esplosione del costo dei terreni.


È altresì evidente che la linea troppo morbida seguita sin qui dal Partito socialista e dalle direzioni sindacali a proposito delle misure d’accompagnamento è fallita. Per affrontare questo malessere sociale ora non ci sono che le soluzioni proposte dalla sinistra: salari minimi di almeno 4.000 franchi al mese, generalizzazione dei contratti collettivi, divieto di licenziamento dei delegati sindacali (perché è proprio da loro che vengono segnalati gli abusi), costituzione di un registro degli occupati, drastico contenimento del lavoro interinale, moltiplicazione dei controllori e commesse governative date solo a quelle ditte che rispettano tutto ciò.


Secondo Pino Sergi, che sembra aver trovato nel Forumalternativo ed in particolare nel sottoscritto un nuovo nemico, tutte queste proposte sarebbero social-liberali. Siccome non ha fatto altre proposte, c’è da chiedersi se vuole anche lui innalzare a Chiasso il muro di bignaschiana memoria. E se volesse una volta discutere seriamente sull’Europa, gli consigliamo di leggere quanto scrive Tsipras. Almeno sino all’altro ieri il Movimento per il socialismo (il partito dominato da Sergi) sosteneva Syriza. Sono diventati anche loro social-liberali?

Pubblicato il

20.02.2014 10:52
Franco Cavalli
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