La vera origine degli atti di intolleranza

Già in passato abbiamo commentato in questa rubrica alcuni episodi razzisti avvenuti in Italia contro gli immigrati. Tuttavia in questi ultimi mesi vi è stato un crescendo di episodi di questo tipo, in salsa italiana, che mai avremmo immaginato potessero avvenire nel Belpaese che, in fatto di emigrazione, non è certamente secondo a nessuno vantando ancora oggi oltre cinque milioni di iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) e circa sessanta milioni di persone di origine italiana in giro per il mondo che, in tanti casi, come nella stessa Svizzera, sono state vittime di episodi razzisti.


Volgari ed incredibili episodi di razzismo come, per esempio, quello terribile che ha visto protagonista un impiegato di un’Azienda Sanitaria Locale che ha cacciato via un italo-senegalese, che doveva rinnovare il suo Libretto sanitario, dicendogli: «Che vuoi? Vattene. Questo non è l’Ufficio veterinario!». Episodi razzisti che stanno aumentando in modo esponenziale a causa del clima xenofobo che è esploso nel Paese soprattutto in questi ultimi mesi in cui in Italia – con la nascita dell’attuale governo Lega/M5s e con il nuovo ministro degli Interni Matteo Salvini – nei media e nei bar non si parla ormai d’altro che di invasione di immigrati dall’Africa anche se le statistiche ufficiali ci ricordano che dallo scorso anno, grazie alle iniziative prese dall’allora ministro degli Interni Marco Minniti, gli sbarchi di immigrati in Italia dalla sponda sud del Mediterraneo si erano ridotti dell’80 per cento.


Quindi il problema vero dell’immigrazione in Italia non sono più gli sbarchi, bensì quelle centinaia di migliaia di immigrati irregolari invisibili che, una volta vistisi respingere la richiesta di asilo, devono lasciare i Cie (Centri di identificazione ed espulsione) con un ordine (ipocrita) di lasciare l’Italia entro sette giorni, ovviamente ignorato dagli interessati che da irregolari restano poi in Italia (o si disperdono in altri Paesi europei) vivendo con lavoretti in nero e arrangiandosi alla bell’e meglio, magari ingaggiati dalla malavita locale. Immigrati invisibili per le autorità ma non certamente per la popolazione che se li ritrova a bighellonare nelle piazze e nei parchi, oppure a questuare qualche moneta nei parcheggi, davanti ai supermercati o sui mezzi di trasporto pubblico. Sono pertanto questi immigrati invisibili ad innervosire la popolazione facendo scattare, poi, episodi di intolleranza che non di rado sfociano in veri e propri atti di razzismo da parte di militanti e simpatizzanti leghisti o di altri movimenti di estrema Destra.

 

Immigrati invisibili (5 o 600.000) che Matteo Salvini, da leader della Lega, in campagna elettorale aveva promesso – se fosse andato al governo – di riportare in quattro e quattr’otto nei loro Paesi di origine ma che ora, da ministro degli Interni, sembra aver dimenticato quella promessa elettorale rendendosi conto che, come recita un vecchio adagio popolare, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, in questo caso quello Mediterraneo, che complica maledettamente il rimpatrio di centinaia di migliaia di persone arrivate dal Nord Africa. Così che il ministro Salvini, invece di cercare di risolvere questo grave problema degli invisibili, preferisce dedicarsi alla lotta contro i salvataggi in mare e al problema degli sbarchi che, in realtà, oggi non è più un’emergenza per l’Italia!

Pubblicato il

18.10.2018 14:09
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