Gli ideali e la realtà fanno spesso a pugni: non sempre i due estremi si toccano come dovrebbero, e ciò genera spesso tensioni e malintesi. Se è quasi impossibile che i due combacino completamente, nondimeno essi sono tenuti ad ispirarsi a vicenda, a cooperare per avvicinare le sponde di un medesimo avvallamento che altrimenti rischiano di rimanere tragicamente distanti. Talvolta si dimentica che ambedue necessitano di debite verifiche incrociate, d'essere sottoposti alla prova dei fatti. Gli ideali devono poter guidare la realtà verso mete di benessere condiviso; la realtà è chiamata ad elevarsi di continuo verso valori superiori, per il bene di tutti.
La Storia umana c'insegna che, fin troppe volte, quando l'asticella delle aspettative è stata posta troppo in alto, sono sorti quasi immancabilmente dei conflitti. Non di rado, i principi morali da perseguire sono stati promossi (o imposti) con la violenza, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Il risultato finale di simili processi autoritari è sovente in chiaroscuro, segnato da accesi paradossi e contraddizioni, come lo è la nostra condizione attuale, dal punto di vista sociale, economico, politico e culturale. In una prospettiva storica, come le religioni non sono state in genere in grado di portare la pace sulla terra (nonostante i messaggi "pacifisti" che hanno, pur in forme diverse, preteso di veicolare), così le varie rivoluzioni di pensiero e collettive (dall'Umanesimo alla Riforma protestante fino all'Illuminismo ed al Marxismo) non hanno condotto maggiore giustizia tra gli esseri umani. Il bilancio appare quindi in negativo, malgrado le crescite stratosferiche degli utili delle grosse aziende mondiali ed il concentrarsi dei capitali (e del relativo potere) nelle mani di poche centinaia di Paperon de' Paperoni. Nonostante i ripetuti appelli ad un maggiore filantropismo e contrariamente a quanto sostengono le teorie liberiste, la ricchezza genera povertà, invece che aumento effettivo della qualità di vita sul piano universale.
Accanto ai crescenti squilibri internazionali, dovuti non da ultimo alla lotta acerrima per il controllo delle risorse energetiche, si registrano i divari sempre più larghi tra le fasce di popolazione anche alle nostre latitudini. Lo segnalano i dati di recente pubblicazione sull'esplosione della spesa sociale (in contrasto con i tagli di Confederazione e Cantoni in quest'ambito sensibile) e sulle situazioni di disagio socio-economico in rapida espansione, non a caso tra gli immigrati ed i giovani. Di fronte ad uno scenario simile, è forte la tentazione dell'immobilismo, dell'irrazionalità o dell'attivismo. Per l'appunto tutto ciò mostra quanto stia diventando difficile, per i professionisti dell'aiuto (pubblici o privati) e per i tanti attori volontari su tale palcoscenico, svolgere al meglio il proprio lavoro. Nemmeno l'altruistico "fare del bene" è più azione ovvia, tanto vasta è la tendenza a sottoporre qualunque intervento ad analisi, resoconti e critiche. Per chi fatica a far quadrare i conti, la Quaresima rischia d'essere ancora lunga!

Pubblicato il 

16.03.07

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