Sciopero alla Caviezel

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In relazione all’articolo pubblicato sul nostro sito il 28 settembre scorso sullo sciopero dei lavoratori della ditta Caviezel Sagl di Quartino dal titolo “Mezz’ora gratis? Non ve la regaliamo” (vedi correlato), la proprietà ci ha inviato una presa di posizione per contestare alcuni passaggi dell'articolo, che a suo giudizio contengono delle «inesattezze». Volentieri pubblichiamo il testo inviatoci, ma confermando in pieno la versione dei fatti esposta nel nostro articolo, che è peraltro supportata da tutte le testimonianze raccolte e dai documenti in nostro possesso.



Presa di posizione (in rosso grassetto corsivo i passaggi dell'articolo contestati)


“Agli operai la direzione chiedeva dallo scorso 1° luglio trenta minuti al giorno del proprio tempo da mettere a disposizione senza essere remunerato per l’azienda. Dall’inizio dell’anno aveva invece abolito i giorni per il recupero degli straordinari. Con uno sciopero, coordinato e sostenuto da Unia, i dipendenti hanno ottenuto l’annullamento di queste misure e la promessa di un Ccl per la fine del 2017”.
(...)
“La Caviezel abolisce i sei giorni annuali di recupero per gli straordinari previsti dal contratto” – “di fatto non venivano neanche più riconosciuti gli straordinari” – "...con la soppressione dei sei giorni di recupero annuali” – "Neanche gli straordinari si potevano più recuperare" – "...un'infinità di ore gratis...”

• Da tanti anni, in tutte le riunioni con i proprietari sono stati ripetuti dei principi fondamentali quali la puntualità, il rispetto degli orari, la cura delle attrezzature, ordine e pulizia nei furgoni, divieto di fumare sui furgoni. Questi concetti sono stati ribaditi molte volte e ripresi anche da quando alle nostre dipendenze di Caviezel Sagl è entrato il Dir. Max Oesch. Certi collaboratori hanno rispettato queste regole basilari altri purtroppo no. Tale atteggia-mento ha poi avuto quale conseguenza l’introduzione di questa mezz’ora che peraltro è prevista in diversi Ccl.
• È previsto nel contratto e nel Regolamento aziendale che gli straordinari vengono com-pensati con tempo libero. Se però un collaboratore aveva bisogno di soldi, abbiamo sem-pre retribuito le ore con denaro.
• La mezza giornata al mese (non dovuta per legge) assolutamente non ha niente a che fare con il recupero delle ore straordinarie, ma era un riconoscimento per il fatto che ai nostri collaboratori si chiede flessibilità nell’orario di lavoro proprio perché svolgiamo un’attività particolare che richiede interventi in urgenza e quindi elasticità. Questa mezza giornata non è stata abolita, ma in parte compensata con una riduzione del tempo di lavoro di un quarto d’ora al giorno durante 6 mesi.
• Errato è infine il rilievo di una promessa di un Ccl entro la fine del 2017. In realtà le parti si sono impegnate a svolgere delle trattative. Il che non sta ancora a significare che automaticamente verrà stipulato un Ccl.

"Vista l'impossibilità di trattare con i vertici” –"I titolari, non sono più presenti fisicamente in azienda”– "Non ci hanno lasciato scelta”

• Anche questo rilievo è errato. È un dato di fatto che i collaboratori non hanno cercato il confronto diretto né con il direttore né con i titolari. La titolare signora Rosmarie Caviezel è spesso in ditta, e il suo numero di telefono mobile è conosciuto a tutti i dipendenti, quindi c’era la possibilità di contattarla e di chiedere un colloquio.
• Per questo motivo Caviezel Sagl ha ritenuto inopportuno il fatto che i collaboratori abbiano deciso di appoggiarsi ad Unia senza nemmeno accennare ad un contatto con i titolari (sempre reperibili) o con il direttore. Del resto se la mezza giornata è stata “finanziata” da Unia ciò sta a significare che lo scio-pero era una misura perlomeno prematura e non integralmente opportuna, perlomeno nel-la tempistica.
• Il Dir. Oesch, nella sua risposta alla lettera di Unia, aveva rifiutato la discussione sulla questione della mezz’ora, perché previsto in diversi Ccl. Egli ha però chiesto una presa di posizione da parte di Unia dimostrando così la piena disponibilità per discutere. La rispo-sta è stata l’organizzazione dello sciopero.

 

"Sciopero all'unanimità”

Non tutti i collaboratori hanno saputo dello sciopero. Alcuni di questi non volevano parteci-pare, ma si sono poi aggiunti per evitare di essere oggetto di pressioni o di mobbing dai colleghi.

 

“… chi insegue solo il proprio profitto”
Quando il signor Oesch ha assunto i compiti assegnatigli 5 anni fa, la Caviezel Sagl non aveva sufficienti riserve economiche per, in caso di una crisi prolungata, garantire il paga-mento dei salari, degli oneri sociali e dei fornitori. Quindi per l’azienda è stato un punto fermo quello di portare la ditta su un fondamento sano, creando le necessarie riserve nonché delle solide basi finanziarie, soprattutto nell’interesse dei collaboratori e nella sal-vaguardia del loro posto di lavoro.

 

In conclusione
I titolari della Ditta non possono accettare il modo con il quale è stato attaccato il Direttore Max Oesch che gode (ora come prima) della piena ed incondizionata fiducia dei proprieta-ri. Egli non ha mai preso delle decisioni autonome senza il consenso dei coniugi Caviezel. Tutte le decisioni aziendali sono state discusse, concordate e emanate congiuntamente.
Visto quanto accaduto recentemente sembrerebbe emergere che solo prima dell’avvento in Ditta del signor Oesch le condizioni contrattuali e salariali erano buone. In realtà parec-chi collaboratori hanno ricevuto un aumento non indifferente del loro salario proprio duran-te questi 5 anni di gestione del signor Max Oesch nella sua funzione di direttore e di re-sponsabile del personale. Per lui è sempre stata molto importante la formazione professionale, almeno quello che è possibile nel nostro campo. Alcuni collaboratori hanno goduto di un coaching personale per aumentare la loro competenza professionale e sociale. Tutto pagato dalla ditta! Grazie alle sue misure

Pubblicato il 

08.11.17