Il 2003 è l’anno del centenario della Eternit: evviva! Evviva? Nel 2003 in tutta la Svizzera decine di persone contrarranno un tumore alla pleura o un’asbestosi. Sempre nel 2003 altre trenta moriranno per una di queste malattie da esposizione alle polveri di amianto. C’è forse da festeggiare? Festeggeranno gli operai italiani rimpatriati con un tumore nel petto dopo aver lavorato per anni nello stabilimento Eternit di Niederurnen? Festeggeranno i famigliari delle centinaia di vittime dell’amianto in Svizzera? Sono passati vent’anni da quando il Partito socialista dei lavoratori con un libro denuncia ruppe la cospirazione del silenzio attorno agli effetti nocivi dell’amianto e al suo diffusissimo utilizzo. Le mobilitazioni sindacali e le iniziative politiche che seguirono furono però ben presto vinte dalla restaurazione di quel silenzio. Come le sue fibre cancerogene addormentate per decenni negli alveoli dei polmoni di chi le ha inalate, l’amianto si è assopito nella coscienza collettiva di un popolo sommerso sotto tonnellate di impasti, pannelli, lastre e migliaia di altri oggetti usciti dalla Eternit e da numerose altre ditte, grandi e piccole. L’amnesia non è innocente. Ad alimentarla non sono solamente i lunghi tempi di latenza delle malattie, la difficoltà nello stabilire un legame chiaro fra di esse e l’esposizione alle fibre o il ritorno in patria di molti immigrati ammalatisi dopo aver respirato polveri di amianto in questo paese. La rimozione collettiva è in primo luogo il risultato delle strategie di comunicazione – e degli effetti del potere politico-finanziario – delle grandi imprese produttrici o manipolatrici di amianto, Eternit in testa. Per anni ci ha messo del suo anche la Suva, che ancor oggi sembra preoccuparsi soprattutto delle centinaia di milioni di franchi in prestazioni assicurative che dovrà sborsare in futuro alle persone esposte. Pochi finora hanno osato riscattare dal silenzio i drammi di centinaia di lavoratori e lavoratrici malati o morti per aver inalato fibre di amianto. A Zugo e a Losanna ci stanno provando due associazioni di aiuto alle persone esposte e ai loro famigliari. Il Ticino per ora tace. Ma i decessi anonimi degli ultimi anni per mesotelioma o asbestosi dimostrano che anche qui, come nel resto della Svizzera, di amianto si muore e si continuerà a morire. A dispetto di una memoria assopita.

Pubblicato il 

20.06.03

Edizione cartacea

Dossier

Nessun articolo correlato