La mediazione in arrivo

L'esito dello sciopero a Zurigo e Basilea, 2'500 muratori che hanno incrociato le braccia e 270 cantieri paralizzati, ha dimostrato una volta in più la determinazione degli edili nel voler difendere il Contratto nazionale mantello (Cnm) disdetto dalla Società svizzera degli impresari costruttori (Ssic). Questa ulteriore prova di forza ha avuto delle conseguenze nella riunione del 5 novembre tra sindacati e padronato. Poiché la linea dura padronale della disdetta del Cnm ha sortito solo un forte malcontento in diversi fronti, al termine della riunione la Ssic ha chiesto l'intervento di una mediazione esterna per arrivare ad una soluzione del conflitto. I sindacati hanno deciso di accettare una mediazione. Affinché però non si tratti di un puro esercizio di stile, i sindacati chiedono che la mediazione sia gestita dalla Consigliera federale Doris Leuthard e che avvenga in tempi brevi. Fino al 30 novembre, il fronte sindacale ha annunciato che gli scioperi saranno sospesi.

Dopo l'ondata di scioperi che ha toccato varie regioni del paese dal primo ottobre, giorno in cui è iniziato il vuoto contrattuale, gli impresari costruttori hanno deciso di chiedere l'intervento di una mediazione esterna per sanare il conflitto. La proposta è stata fatta al termine della riunione tra sindacati e impresari costruttori di lunedì 5 novembre. Dopo 4 ore di discussione nelle quali non si è raggiunto nessuna conclusione, i vertici della Ssic hanno sortito la loro carta finale, quella della mediazione e, in via subordinata, della conciliazione. Se i sindacati non accetteranno la mediazione, la Ssic si riserva di chiedere l'intervento dell'Ufficio federale di conciliazione. Se per la mediazione è necessario l'accordo di entrambe le parti coinvolte nel conflitto, per iniziare la pratica della conciliazione è sufficiente che uno dei due attori ne faccia richiesta, avviandola d'ufficio. Dal momento dell'inizio della pratica di conciliazione, le due parti sono obbligate a rispettare la pace del lavoro, che equivale a nessuna serrata né ad azioni di sciopero, per una durata di 45 giorni. La conciliazione è una misura dai tempi lunghi e dal risultato non vincolante. Ad esempio, di recente è stata utilizzata nel contenzioso sul contratto dei parrucchieri. È durata 6 mesi e quando si è arrivati ad una decisione, quest'ultima è stata rifiutata dal padronato, senza nessuna conseguenza. È, in parole povere, un ottimo mezzo per allungare i tempi senza correre troppi rischi. Ed è quanto ha interesse di fare la dirigenza Ssic per smorzare la mobilitazione in atto dei lavoratori edili. La mediazione invece presenta degli aspetti più positivi per il fronte sindacale rispetto alla conciliazione. Essa dovrebbe essere assunta da una personalità che ricopra un importante ruolo all'interno dell'autorità federale. Nel recente passato, l'ultimo garante della mediazione in un importante conflitto del lavoro sempre nel settore dell'edilizia, era stato Pascal Couchepin, a quel tempo ministro dell'economia. Nel 1999 l'allora Sindacato edilizia e industria (Sei), aveva disdetto il contratto nazionale per fare pressione per ottenere sostanziali aumenti salariali. Dopo numerose azioni sindacali nei cantieri e manifestazioni, il sindacato raggiunse un compromesso favorevole che fu però disdetto dagli impresari costruttori nel 2000. Dopo altre proteste massicce dei lavoratori, intervenne il Consiglio federale con  Couchepin nell'opera di mediazione. Alla fine la Ssic dovette cedere e concedere un aumento salariale generale di 200 franchi per tutti. Oggi il ruolo di garante della mediazione potrebbe essere assunto da Doris Leuthard, attuale responsabile del Dipartimento federale dell'economia. Il ruolo del mediatore vero e proprio invece potrebbe essere assunto da un esperto di questioni di lavoro. I più papabili si troverebbero all'interno della Segreteria di stato dell'economia (Seco); il suo direttore Jean-Daniel Gerber o, più probabilmente, il capo della direzione del lavoro Serge Etienne Gaillard. La mediazione avrebbe il vantaggio di condurre a dei risultati in tempi molto più brevi rispetto alla conciliazione. Il risultato che dovrebbe scaturire al termine del processo di mediazione, deve essere approvato dai rispettivi "parlamenti" delle parti in conflitto, le assemblee dei delegati sindacali e dai delegati degli impresari costruttori.


"Vogliamo Doris Leuthard"

I sindacati Unia e Syna hanno deciso in una riunione di mercoledì che la strada della mediazione dovrebbe essere quella giusta da intraprendere. Affinché la mediazione risulti efficace – e in grado di riportare dell'ordine nella attuale situazione caotica del settore edile creatasi con il vuoto contrattuale – il fronte sindacale chiede che sia un'autorità forte ad assumersene l'onere in prima persona, ossia la Consigliera federale Doris Leuthard. Secondo i sindacati, visto che la controversia con il padronato si riduce a soli due punti del contratto (flessibilità e aumenti salariali al merito), la soluzione di compromesso dovrebbe essere poter trovata in un tempo breve. Per questo motivo, i sindacati hanno annunciato che gli scioperi già previsti sono sospesi, e non annullati, fino al 30 novembre. Un lasso di tempo considerato sufficiente per trovare una soluzione nell'opera di mediazione.
Per Messmer, il presidente degli impresari costruttori, stando a quanto dichiarato alla radio svizzera tedesca, il ruolo del mediatore potrebbe anche essere occupato da uno psicologo...

Pubblicato il

09.11.2007 01:00
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