Come conciliare il sacro del piccolo idolo cicladico visto al Museo con il blasfemo delle strade di Atene? Il faro della civiltà europea con il fumo della spazzatura? Il suono di lira delle colonne del Partenone con l'urlo delle sirene del centro?
   Il fumo e le sirene si alzano nel pomeriggio sopra la metropoli, mentre la collera dura da tempo ed è esplosa ieri mattina nello sciopero generale. La nave greca sta affondando, presa di mira dall'ariete del liberismo economico senza regole, delle speculazioni finanziarie,  della corruzione, delle disuguaglianze: per fare un esempio, in Grecia gli straricchi non pagano tasse mentre i ceti medi  sono tartassati. Un caffè costa quattro euro nel quartiere di Kolonaki; ma, all'angolo, ecco il gitano che raccoglie ferraglia, il suonatore ambulante che fruga nei rifiuti, il mendicante immobile con la mano tesa, il ragazzo che offre un ombrello giallo a forma di papera in attesa di un'improbabile pioggia. Certo, questa è la realtà di tutte le grandi città del mondo; ma qui il contrasto è più stridente, perché l'aria è impregnata di cultura e di bellezza. Come conciliare lo squallore cacofonico d'oggi con lo splendore della tradizione filosofica antica? Dov'è fuggita la civetta di Atena?
   Al Museo nazionale la pensionata accompagnata dallo smilzo consorte  guarda Poseidone irradiato di eros, tra ammirata e umiliata. Guarda la bellezza di quel corpo superbo e poi il sorriso della kore dai capelli a onda marina:  che cos'è rimasto di quei miti? È vero che l'Età dell'Oro non è mai esistita se non nel canto dei poeti, ma oggi, sulla terra, la smorfia dei tanti infelici si scontra con il sorriso dei pochi apparenti felici. È vero anche che il male ha sempre avuto la prevalenza sul bene, la sofferenza sulla gioia, da che mondo è mondo: ma sugli altari del politeismo  c'era posto anche per la dea Speranza. Oggi, nel nostro monoteismo brilla solo il dio Denaro: questo ci ha lasciato in eredità la storia degli uomini, dopo le guerre, le dittature, le stragi, le lotte per la giustizia.
   Sono pensieri che mi vengono mentre un'auto mi porta al Pireo in un traffico infernale, tra cumuli di rifiuti e l'acre odore dei lacrimogeni scagliati oggi contro i manifestanti. Accanto ai sacchetti di plastica ammucchiati ai lati della strada vedo anche un gatto morto. I poliziotti tolgono il casco e posano lo scudo per una pausa. Solo nel quartiere degli immigrati c'è calma: i clandestini, loro, non partecipano alla protesta, vivono nascosti e si vendono per pochi soldi.
   Grecia Grecia, dov'è la voce della tua grande civiltà? Ne trovo un'eco nella luce che illumina l'Acropoli al tramonto, nella voce dell'uomo con una gamba sola che canta disperato tra il mosaico di Nostra Signora della Veste e i vestiti in saldo  nella vetrina dell'H&M.

Pubblicato il 

25.11.11

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