40 milioni di franchi in meno ai comuni, 130 milioni di tagli o contenimento delle spese se si preferisce, e 57 milioni di nuove entrate. Questa la prima manovra presentata dal governo cantonale delle misure economiche previste per pareggiare i conti dello Stato entro il 2011. Nel primo caso gli scontenti sono ovviamente i comuni, nel secondo i dipendenti statali poiché ancora una volta si vedranno dimezzare il rincaro, mentre nell'ultimo caso sono gli ambienti immobiliari ad insorgere, poiché da soli dovrebbero contribuire di nuove entrate nella misura di 40 milioni di franchi. Per le casse cantonali ci sarebbero aumenti diretti di 13 milioni, mentre a livello comunale l'autorità cantonale darebbe la facoltà di aumentare le imposte immobiliari di 27,8 milioni, alfine di compensare i minori riversamenti del Cantone ai Comuni. Ma nella simmetria dei sacrifici, saranno chiamati alla cassa i soliti salariati, inquilini e piccoli proprietari di case o toccherà invece a chi l'affitto lo riscuote e a chi abita in lussuose ville?

Va precisato che per ora il governo ha reso note solo le intenzioni generali, mentre il dettaglio lo si conoscerà a fine agosto quando presenterà il messaggio. Il governo ha, per così dire, lanciato il sasso per vedere quali reazioni suscitava. Attraverso la direttrice del Dipartimento delle finanze Laura Sadis, il Consiglio di Stato ha però anche avvertito che i margini di manovra «per risanare i conti dello stato non sono infiniti». Suggerimenti sono benvenuti – ha aggiunto Marco Borradori – ma i conti sono quelli e  gli importi su cui ragionare anche.
In generale, i media hanno sottolineato come il contributo maggiore venga chiesto al settore immobiliare. Gianluigi Piazzini, presidente della Camera ticinese dell'economia fondiaria (Catef), ha tuonato: «A mio avviso non è simmetria dei sacrifici, è una manovra unilaterale». Ma unilaterale per chi? In un cantone dove oltre il 65 per cento dei cittadini sono inquilini, chi pagherà questo maggiore contributo richiesto al settore immobiliare? Anche i proprietari di case primarie modeste, spesso gravate da ipoteche, pagheranno un contributo importante? In definitiva, nella simmetria dei sacrifici, saranno chiamati alla cassa i soliti salariati, inquilini e piccoli proprietari di case o toccherà invece ai liberi professionisti o a chi l'affitto lo riscuote e a chi abita in lussuose ville?
Analizzando le misure nel dettaglio, si può tentare di tracciare una prima risposta. I media hanno dato grande risalto all'aumento dell'imposta sul valore locativo delle residenze secondarie, giudicandola un attacco ai ticinesi proprietari di rustici. Su 51mila residenze secondarie nel cantone, 25mila appartengono a ticinesi, e in gran parte sono i rustici. Il valore locativo è una valutazione fatta dall'ufficio di stima su un presunto guadagno ricavabile nel caso di affitto della residenza secondaria. Il valore locativo viene valutato anche sul periodo nel quale sia possibile affittare un rustico a dipendenza di dove è situato. Un rustico in montagna di norma si calcola che possa essere affittato per tre o sei mesi. Il suo valore locativo, se raggiungibile solo a piedi ad esempio e situato in alta montagna, è molto basso. I 25mila proprietari di rustici ticinesi hanno dunque ben poco da temere di questo aumento di imposta. Viceversa, i proprietari di residenze secondarie in zone pregiate, avranno qualche spesa in più.
Seconda misura d'entrata prevista: l'aumento della Tassa sull'utile immobiliare (Tui). In sostanza viene tassato il guadagno derivante da una vendita immobiliare. La categoria degli speculatori dovrebbe essere quella più colpita.
Altra misura prospettata dal cantone, il raddoppio dell'imposta immobiliare che passerebbe dall'uno per mille al 2 per mille. L'imposta immobiliare si applica sul valore di stima di una casa. In seguito ad una scelta politica di qualche anno fa, il valore di stima in Ticino è notoriamente basso rispetto al valore di mercato.
Una casa in mezzo a un nucleo di periferia ai grossi centri urbani è stimata sui 350mila franchi. Nella compilazione delle tasse, il proprietario può dedurre sulla sostanza fino a 200mila franchi. Pagherà quindi la tassa immobiliare sui restanti 150mila franchi. L'aumento d'imposte nel suo caso sarà di 150 franchi all'anno. Il proprietario di una lussuosa villa stimata ad un milione e mezzo, fatta la deduzione di 200mila, avrà un aumento di 1'300 franchi d'imposta immobiliare.
Queste le prima valutazioni sugli effetti generati dall'eventuale introduzione delle misure proposte oggi dal governo. A prima vista dunque, le misure proposte non sembrano colpire particolarmente i cittadini dai redditi modesti, ma "spalmarsi" su tutte le categorie sociali. Per una valutazione complessiva però, abbiamo chiesto un parere al presidente dell'Associazione Svizzera degli inquilini, Bill Arigoni, riportata qui sotto.

"Equo sarebbe alzare le tasse"

Bill Arigoni, presidente dell'Associazione svizzera degli inquilini in Ticino, chi pagherà l'aumento delle imposte previste nel settore immobiliare:

Ancora una volta saranno inquilini ha pagare le entrate previste dal governo. Prendiamo il caso degli appartamenti sussidiati. L'aumento della tassa immobiliare viene addebitato automaticamente nel conteggio delle spese accessorie a carico degli inquilini. Nelle case sussidiate, a differenza di quelle del mercato libero, gli inquilini devono pagare a parte, ossia nel conteggio spese accessorie, sia l'imposta immobiliare che l'assicurazione stabile. Nel caso degli inquilini degli stabili non sussidiati il locatore invece può chiedere l'aumento del canone di locazione per la prossima scadenza contrattuale motivandolo con "aumento dei costi". Per l'Asi questo è un motivo di preoccupazione visto come solo l'aumento di quarto di punto del tasso ipotecario ha già provocato un'ondata di aumenti.
Nel caso degli stabili ad uso commerciale o industriale il contributo sarà pagato dalle grosse catene di distribuzione o imprese, o no?
A mio avviso se lo stabile è di proprietà il costo viene anticipato dal proprietario ma poi verosimilmente ribaltato sui prezzi al consumo e quindi sui consumatori. Nel caso lo stabile sia in locazione, vale la stessa regola che per gli appartamenti, ossia verrà pagato dall' inquilino Migros o Coop tramite aumento del canone. Si suppone che per finire tale aumento venga in ogni caso prelevato dalle tasche dei consumatori.
Non si tratta di una simmetria dei sacrifici?
Nella maggior parte dei casi saranno chiamati alla cassa gli inquilini (che rappresentano ancora circa il 70 per cento della popolazione), i consumatori e anche i proprietari di lussuose ville. Ma a mio modesto avviso il sacrificio non è simmetrico. I 150 franchi all'anno pagati dall'inquilino che guadagna 4'000 franchi non sono paragonabili ai 1500 franchi del proprietario che occupa una villa da un milione e mezzo. Nella maggior parte dei casi sarà l'inquilino-consumatore a pagare due volte, attraverso l'aumento del suo affitto e quello dei prezzi dei beni di consumo.
Come presidente dell'Associazione svizzera degli inquilini, quale giudizio esprime sulle nuove entrate previste nel settore immobiliare?
Constatando ogni giorno la situazione precaria di molti inquilini, questo sistema per aumentare le entrate dello Stato preoccupa molto l'Asi poiché rischia di essere una gatto che si morde la coda: aumenteranno le famiglie che saranno costrette a bussare alla cassa dello Stato. Personalmente ritengo che se si vuol aumentare le entrate non vi è altra soluzione che, purtroppo, aumentare l'imposta delle persone fisiche.

Pubblicato il 

11.07.08

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