L'automobile del vicino

«Come mai il mio vicino di casa che non ha mai lavorato, che è disoccupato e vive di sussidi, possiede un'automobile che io, pur alzandomi presto tutte le mattine per andare a lavorare, non posso permettermi?» No, non pensate che il direttore di area, in omaggio al pluralismo dell'informazione, abbia ceduto questo spazio alla Lega. Si tratta di uno dei luoghi comuni diffusi nella Francia profonda raccolti pazientemente da Serge Halimi sul numero di giugno del Monde Diplomatique. Luoghi comuni che hanno permesso a Nicolas Sarkozy di vincere le elezioni.
Il ragionamento che il rappresentante della destra ha proposto agli elettori è il seguente: la società non si divide tra ricchi e poveri, tra padroni e operai, tra capitalisti e proletari: sono categorie superate. Oggi la linea di demarcazione passa fra chi lavora sodo e chi non ha voglia di lavorare, fra chi si impegna a creare ricchezza e chi vive alle spalle della società, fra i lavoratori onesti e gli "imbroglioni". La causa del deficit delle finanze pubbliche è il numero sempre maggiore di persone che approfittano di aiuti eccessivamente generosi. La sinistra difende tutte queste persone, i falsi invalidi e i finti malati, e trova continuamente scuse per i disonesti.
Sarkozy, che a differenza dei socialisti legge Gramsci, più che combattere le idee degli avversari si è impegnato a diffondere le sue idee nella società. In questo sostenuto dai grandi mezzi di comunicazione i cui padroni sapevano bene che dietro i discorsi moralistici si celava il vero programma: diminuire le imposte sul reddito, eliminare le tasse di successione, ridurre la fiscalità sulle imprese, tagliare drasticamente le spese sociali, aumentare il tempo di lavoro, abbassare i salari (quando un politico dice "bisogna liberalizzare gli straordinari" significa che ha intenzione di abbassare i salari).
La sinistra è stata dunque sconfitta dall'intelligenza di un politico carismatico e colto? È vittima dello strapotere dei mezzi di comunicazione? È vittima di sè stessa, perché ha paura di far paura. Non aspira all'egemonia culturale nella società, si accontenta di un po' di spazio dentro l'attuale sistema economico. Ha scelto di fare la crocerossina del capitalismo, cura quelli che il mercato sospinge ai margini. Ha scambiato la socialità con il socialismo.
Aver cura dei deboli è cosa nobile, ma è un dovere di tutta la società. La sinistra deve occuparsi soprattutto del suo compito storico che è di dire qualcosa sul prodotto del lavoro, la ricchezza: chi la deve possedere, come deve essere ripartita. Se si abbandona questo tema, la gente pensa che la ricchezza non proviene dal lavoro e che i franchi investiti in borsa si accoppiano fra di loro facendo nascere altri franchi. E accetta tutti i luoghi comuni di Sarkozy. Il 17 giugno scorso la maggioranza degli svizzeri ha approvato una revisione della legge sull'assicurazione invalidità che riduce le prestazioni sociali ai disabili. Una domanda ai "normali", a quelli che si alzano presto la mattina, che non fanno mai un giorno di malattia eccetera: credete che quando tutti gli abusi saranno eliminati, quando tutti i disabili saranno costretti a rendersi utili con dei lavoretti, tutti gli assenteisti licenziati, i rifugiati obbligati a svolgere lavori di pubblica utilità e l'automobile del disoccupato sarà per legge più piccola della vostra, a quel momento sarà il paradiso? O si troverà sempre qualcuno debole di salute, uno che non sa la lingua, uno che rende poco da licenziare? Pensate che non arriverà il vostro turno? Perché i padroni non sono riconoscenti con i servi sciocchi.

Pubblicato il

06.07.2007 12:30
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