La decisione del giudice istruttore glaronese di archiviare per prescrizione l'inchiesta penale nei confronti dei proprietari di Eternit, i fratelli Stephan e Thomas Schmidheiny, è forse giusta dal profilo formale, ma urta il comune senso di giustizia. Gli Schmidheiny erano stati denunciati da un gruppo di vittime e di loro parenti per omicidio colposo e lesioni personali, reati commessi secondo i denuncianti negli stabilimenti Eternit di Niederurnen e Payerne fra gli anni '60 e gli anni '90. In base alla denuncia, alla Eternit si era coscienti di quanto fosse pericoloso l'amianto ma si è rinunciato a prendere le necessarie misure di protezione della salute degli operai impiegati nella sua lavorazione. Per ammissione della stessa Eternit sono almeno 70 gli ex lavoratori morti a causa dell'amianto respirato nei suoi stabilimenti. Ma è una stima per difetto. Anche perché le malattie dovute all'amianto si manifestano decenni dopo l'esposizione alla pericolosa sostanza: molti altri ex dipendenti aspettano con angoscia che sia il loro turno.
La conseguenza principale di un abbandono del procedimento penale non è tanto l'impossibilità di veder condannati gli Schmidheiny. Con tale abbandono in realtà si perde soprattutto la possibilità di accertare i fatti grazie agli ampi poteri d'inchiesta dati dalla procedura penale. Fatti che poi potrebbero servire anche per sostanziare le pretese di risarcimento presso la Suva o in sede civile. E quanto gli Schmidheiny temano proprio questo aspetto lo dimostra la vicenda dell'indulto e dell'amnistia in Italia, denunciata anche da queste colonne (area n. 39 del 29.9 2006).
Ma altri risvolti della questione destano inquietudine. Ad esempio che dei due giudici istruttori del canton Glarona, nessuno si sia attivato prima che il 24 novembre 2005 venisse sporta denuncia penale. Poi che in questa procedura sia stata ascoltata di fatto soltanto la Eternit. O che sempre nell'ambito di questa procedura la Eternit abbia ammesso l'utilizzo di amianto fino al maggio 1998, sette anni e mezzo prima dell'inoltro della denuncia penale – esattamente il termine massimo di prescrizione che gli Schmidheiny rischiavano di vedersi applicato. Per tacere dell'annuncio della costituzione della fondazione Eternit per vittime dell'amianto (cfr. area n. 40 del 6.10.2006), annuncio caduto qualche giorno prima della notizia che la procedura penale sarebbe stata archiviata – un caso o la prova che gli Schmidheiny erano certi di non rischiare nulla, e quindi potevano implicitamente ammettere delle responsabilità facendo un bel gesto?
La decisione del giudice istruttore sarà impugnata di fronte al presidente del Tribunale penale glaronese. Purtroppo sperare che non sia in soggezione di fronte al colosso dell'amianto, vero padrone del canton Glarona, e alla sua pletora di avvocati rasenta quasi l'utopia. Ma la speranza non va in prescrizione – proprio come l'amianto.

Pubblicato il 

13.10.06

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