È estremamente arduo creare qualcosa di nuovo nel mondo del fumetto d‘oggi. Il senso critico nei confronti del racconto per immagini è notevolmente lievitato da parte dei lettori, più attenti, smaliziati, esigenti e, di riflesso, non più disposti ad accettare con benevolenza ogni proposta di mercato. Un successo editoriale, ai tempi nostri, è enormemente più difficile da ottenere che non in passato e se un nuovo personaggio riesce a sfondare e ad imporsi in questa giungla fumettistica, quasi certamente è per meriti e caratteristiche al di sopra della norma. Un caso emblematico Il caso di Julia è emblematico a tale proposito. Apparso in edicola nell‘ottobre del 1998, il character di Giancarlo Berardi (l‘ideatore di Ken Parker), ha saputo imporsi in tempi brevissimi, consolidando una posizione che si attesta attualmente su una tiratura di 80'000 copie mensili. Un risultato, per certi versi, addirittura eccezionale. Ma si tratta di vera gloria per Julia? Indubbiamente sì, tanto che non abbiamo timore alcuno a classificarlo come il più bel fumetto degli ultimi anni. Tratteggiata sulle fattezze dell‘attrice cinematografica Audrey Hepburn, Julia è una criminologa che agisce nell‘immaginaria città di Garden City, dove è docente universitaria ma soprattutto consulente presso la Procura. Colta, intelligente, raffinata (guida una splendida auto d‘epoca), Julia sa però trasformarsi all‘occorrenza in una tipa davvero «tosta», sfoderando una grinta e una determinazione che, almeno in apparenza, non gli avremmo accreditata. Contro i mostri moderni Il tutto, però, in un contesto di donna normalissima che vive la sua quotidianità come moltissimi di noi. La normalità nel fumetto, verrebbe voglia di dire, ma a sconvolgere le consuetudini sono i casi ai quali Julia è chiamata a confrontarsi e in cui spiccano le fascinose descrizioni, nella loro complessità, delle menti malate dei così detti «mostri» della società moderna. Le vicende, se pur adattate ad un albo disegnato, sono tratte quasi di peso dai drammi dell‘attualità. Assistiamo così ad attentati telematici via Internet, all‘agire di folli incendiari, spietati rapitori di bambini, angoscianti prese di ostaggi, imbarazzanti incursioni nel mondo della droga o delle scommesse clandestine. Particolarmente efficace resta infine il modo di narrare, impostato in prima persona e descritto sotto forma di diario.

Pubblicato il 

21.09.01

Edizione cartacea

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