Nelle scorse settimane i media ci hanno ampiamente informato delle elezioni politiche italiane e di quanto accaduto nella Circoscrizione Estero dove nelle varie liste politiche presentate nella Ripartizione Europa, come sottolineato dalla stessa stampa elvetica, vi erano ben oltre trenta candidati residenti nella Confederazione di cui quattro sono stati anche eletti nel Parlamento italiano. La cronaca di questi giorni ci informa, poi, dell'elezione a Presidente del Consiglio comunale di Zurigo della socialista Fiammetta Jahreiss-Montagnani. Un fatto di grande rilevanza politica poiché è la prima volta che una cittadina svizzera di origine italiana, nata e cresciuta in Toscana, e quindi non di madrelingua tedesca, viene eletta alla più alta carica istituzionale della città sulla Limmat, la capitale economica e finanziaria della Confederazione. Una elezione che, ovviamente, ha anche inorgoglito la comunità italiana ed in particolare quella di origine toscana. Due notizie che dovrebbero far riflettere sul perché in questo Paese, dove fin dall'immediato Dopoguerra la presenza italiana è sempre stata importante sia numericamente (tuttora  supera il mezzo milione) che economicamente (una forte presenza di proprietari italiani nel terziario e nella piccola e media industria), ancora oggi vi sono oltre ottocento associazioni italiane (culturali, regionali, sportive ecc.) ed un notevole interesse per organismi istituzionali italiani quali i Comites, il Cgie e lo stesso Parlamento italiano. Mentre al contrario vi è sul fronte elvetico, da un lato, una disattenzione della comunità italiana e di origine italiana di seconda generazione sia nei confronti delle opportunità di aggregazione sociale che offre la società elvetica (con l'eccezione del sindacato) e, dall'altro, un così diffuso disinteresse verso la politica e le istituzioni locali. A quest'ultimo proposito basti pensare che, al di là di qualche sparuta presenza in alcuni Consigli comunali (come appunto quella della signora Fiammetta Jahreiss-Montagnani a Zurigo) ed in qualche Consiglio  Cantonale, a memoria d'uomo, negli ultimi decenni, non vi è mai stato a Berna nel Parlamento nazionale un eletto di origine italiana né di prima né di seconda generazione. Mentre vi è stato in Consiglio Nazionale un parlamentare vodese di origine greca e vi è oggi un bernese di origine angolana, entrambi emigrati di prima generazione. Forse tutto questo  è avvenuto a causa della troppa vicinanza della Confederazione all'Italia? All'incertezza di una definitiva residenza in questo Paese da parte della comunità italiana? Alla mancata attrazione della cittadinanza elvetica per gli italiani che vivono in Svizzera? Oppure ad un mix di queste ed altre eventuali motivazioni? Boh, è difficile da sapersi. Avremo forse un approccio diverso nei confronti della società e delle istituzioni elvetiche  da parte delle terze generazioni che ormai si stanno affacciando sempre più nel mondo del lavoro? C'è ovviamente da augurarselo nell'interesse stesso della Confederazione. Ma una cosa è certa ed è l'anomalia del forte ritardo della comunità italiana nell'impegno politico nelle istituzioni locali elvetiche rispetto a quanto avviene in molti altri Paesi di analoga tradizione migratoria italiana!

Pubblicato il 

16.05.08

Edizione cartacea

Nessun articolo correlato