Qualche settimana fa ho incontrato un rifugiato e ne ho fatto un breve ritratto letterario per l'Associazione Arte e politica, che l'ha proposto ai giornali, assieme a un'altra trentina di testi di scrittori svizzeri, in occasione della Festa nazionale, con l'intento di mostrare una patria diversa da quella dei cliché. Tutto è andato bene nel corso dell'incontro e si è stabilita una corrente di simpatia fra me e il mio interlocutore, uno che è fuggito dal paese più povero dell'intero mondo arabo. Tutto è andato bene finché il discorso non è caduto sull'argomento "ebrei". Qui, qualcosa si è incrinato.  Perché anche il mio occasionale amico, che appartiene alla categoria dei perseguitati, mi ha dimostrato come il pregiudizio antisemita sia diffuso in ogni categoria sociale e in ogni nazione.
Gli argomenti del mio arabo erano due: prima mi ha tirato fuori la storiella delle Torri Gemelle, che, fra i morti ammazzati dai terroristi, non hanno visto ebrei, perché questi si sarebbero passati la parola il giorno prima: quindi lo spettacolare attentato sarebbe stato macchinato dal potere americano, naturalmente in combutta con gli ebrei, per avere la scusa di intervenire militarmente in Medio Oriente. Quante volte ho sentito questa stupida leggenda metropolitana? Essa è imparentata con la teoria del complotto ebraico ordito dai cosiddetti Savi di Sion per il controllo del mondo, mostruosa teoria risultata un falso storico inventato in Russia  alla fine dell'Ottocento dalla polizia zarista. Ma non c'è niente da fare: l'irrazionale prevale sulla ragione. È il legno storto dell'umanità.
Il secondo argomento del mio interlocutore occasionale era l'Olocausto: è vero, è stata una cosa atroce: ma perché non si parla di altri genocidi, come quello degli Indiani d'America, o di altre atrocità politiche, per esempio quelle di Israele che opprime i Palestinesi?
I due argomenti del profugo che mi stava davanti sono cavalli di battaglia di gente anche colta. Poco fa, a una cena fra amici, sono stati tirati fuori da un artista e da uno che ha una laurea universitaria. Il che è grave. Perché se gli arabi sono "educati" fin da bambini a odiare gli ebrei, e quindi sono vittime dell'indottrinamento, noi non abbiamo giustificazioni. Fate un test fra le vostre conoscenze, amici, e toccherete con mano. Prendiamo uno degli ultimi episodi criminali a sfondo antisemita: il caso Merah: quattro adulti e tre bambini uccisi il marzo scorso a Tolosa e Mantauban. Quando s'è saputo che l'assassino era un terrorista islamico, subito c'è stato chi che l'ha proclamato martire. L'antisemitismo è un'erbaccia inestirpabile. Anzi, sta proliferando nel mondo. E purtroppo si annida non solo nelle menti malate dell'estrema destra.

Pubblicato il 

31.08.12

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