Esteri

Chi aveva sperato che l’ennesima sconfitta avrebbe costretto Matteo Renzi a sospendere l’opera di demolizione della sinistra italiana non aveva fatto i conti con il generale del genio guastatori. Renzi va avanti, pur costretto a una finta apertura a sinistra per evitare di sancire l’inessenzialità di quel che resta del Pd dopo che anche il presidente del Senato Grasso gli ha sbattuto la porta in faccia offrendosi in ticket con la presidente della Camera Boldrini come guida di uno schieramento fuori dal Pd. Ma ha subito precisato: guai a rimettere in discussione jobs act, pensioni, politica sui migranti, buona scuola. Insomma, Renzi rivendica tutti i suoi errori e pretende da ipotetici alleati di sinistra che si presentino in ginocchio.


Convincerà al massimo qualche socialista residuale e qualche radicale, mentre Pisapia come le stelle sta a guardare. Mettendo in fila le ultime news dall’Italia c’è di che entrare in paranoia; in depressione ci siamo già, dopo che la Svezia ci ha strappato il passaporto per Mosca. Come sempre in Italia, il calcio è specchio e metafora della politica.


In Sicilia la destra ha vinto come avevamo previsto, facili profeti, su queste pagine. Al secondo posto il M5S, a chilometri di distanza il Pd mentre la sinistra arranca al 6%. Ma la notizia vera è che ha votato solo il 48% dei siciliani. L’altra notizia è che, come previsto e denunciato dai grillini, il nuovo Parlamento dell’isola si è riempito di impresentabili: uno degli eletti di destra è finito in manette poche ore dopo la chiusura delle urne, un altro eletto nelle file del Pd è sotto inchiesta per avere comprato i voti a 25 euro l’uno, la metà di quanto serviva alle passate elezioni. Peccato che il terzo a finire in gattabuia sia il primo dei non eletti nel M5S, per estorsione ai danni dei suoi dipendenti.


A Ostia la mafia impazza peggio che in Sicilia. Alle urne è andato un terzo dei cittadini, a testimonianza che siamo nella post-democrazia. I giornalisti che denunciano i poteri criminali nella costa romana sono minacciati di morte e sotto scorta, come una collega di Repubblica, oppure presi a testate dal fratello di un boss come un collega della Rai a cui è stato rotto il naso. Chiunque vincerà domenica il ballottaggio di Ostia (un quartiere di 230.000 abitanti) nella sfida tra M5S e fascisti (Fratelli d’Italia sostenuti dai fascisti radicali di Casa Pound saliti al 9%), il potere resterà in mano alla criminalità. Del Pd si sono perse le tracce, dopo che l’ex sindaco renziano è stato arrestato per le complicità con la mafia.


Cambiando costa, eccoci in Libia dove la Cnn ha scoperto quel che i lettori di area hanno già letto: grazie alla politica indecente dell’Ue e all’uomo forte di Gentiloni, Marco Minniti, i migranti che le ong non possono più salvare tra le onde vengono riportati nei lager libici dalle motovedette del “governo amico” di Tripoli, torturati, stuprati e venduti all’asta degli schiavi, un tanto a chilo e a muscolo come nel ’600 quando navi stracolme di carne umana salpavano dalla Liberia per le Americhe. Così li aiutiamo a casa loro.
Infine, altri due calci a un pallone. Nel campo di Marzabotto, dove nel ’44 i nazisti trucidarono 770 civili, un giocatore di una squadra ospite festeggia un gol togliendosi la maglia per mostrarne un’altra con il simbolo della Repubblica di Salò e sotto la tribuna alza il braccio nel saluto romano. Due settimane prima gli ultrà della Lazio avevano tappezzato lo stadio con immagini di Anna Frank vestita con i colori della Roma.
Ma almeno una buona notizia c’è, la rivendicano Gentiloni, Renzi e tutta la tribù: siamo fuori dal tunnel, il Pil sale dell’1,5%. Peccato che siamo il paese Ue che cresce meno, mentre la percentuale di giovani disoccupati è la più alta. E, grazie al jobs act e alla riforma delle pensioni, solo tra gli anziani aumenta l’occupazione, mentre i contratti a tempo indeterminato sono un vecchio ricordo.

Pubblicato il 

16.11.17
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