Una delle cose davvero intriganti e affascinanti del mio lavoro è quella di poter vivere quotidianamente a contatto con la poliedricità d’opinione e le apparenti profonde contraddizioni dell’adolescenza. Una poliedricità che continua ad essere presente (per fortuna!) in tracce più o meno profonde anche in età adulta, ma che nell’adolescenza si esprime con una radicalità e con un senso dell’assoluto quasi totali. Le mie ragazze e i miei ragazzi riescono così ad essere le persone più disponibili e generose del mondo e contemporaneamente le più egoiste e chiuse su di sé che si possano immaginare.


In modo del tutto analogo sono irrazionalmente e visceralmente razzisti e contemporaneamente non tengono in nessunissima considerazione le origini etniche, religiose e confessionali delle persone attorno a loro, tanto da non accorgersi nemmeno di queste differenze. E potrei continuare, praticamente in tutti i campi e per tutte le sfaccettature della nostra esistenza.


È come se per loro esistessero due mondi separati.
Nel primo si muovono quasi senza fatica, mostrando le loro fragilità, i loro dubbi, i loro pensieri. Un mondo spesso nascosto, segreto, protetto con fierezza e spesso con rabbia e aggressività, un mondo che vorrebbero tenere blindato.
Un mondo a cui, a volte, sentono il bisogno di togliere i lucchetti, per permettere agli altri l’ingresso, arrivando a condividere in modo profondo questo mondo “segreto” con gli altri. E in quel momento, dentro quel mondo, sono facilmente riconoscibili precisi valori portanti. Valori che sono chiarissimi, definiti fin nel dettaglio, valori “sistemati” con precise priorità ed evidenti contenuti etici.
E lì dentro di posto, per il razzismo, l’egoismo, la chiusura, l’esclusione, ecc. non ce n’è, molto semplicemente!
Ma perché questo loro mondo “segreto” si possa aprire agli altri, è necessario che qualcosa accenda in loro la coscienza e la voglia di diventare un gruppo, di condividere con gli altri. E le scintille in grado di provocare questo cambiamento possono essere tante e diverse tra loro. Fatti quotidiani insoliti, una scoperta comune, una finestra sulla conoscenza che si spalanca all’improvviso, il dover costruire qualcosa di concreto insieme, ma anche profonde emozioni come una gioia scoppiettante messa in campo da qualcuno o un abissale dolore che unisce fin nel più profondo dell’animo.


Ma poi c’è l’altro mondo, quello che fa loro parecchia paura, quello con cui devono confrontarsi, in cui devono imparare a costruire e trovare il loro posto, quel mondo in cui si sentono in dovere di essere sempre forti, belli, brillanti, spiritosi, atletici, (e le ragazze, a dire di alcuni apprendisti della mia scuola, anche un po’… stupide!!!), beh, quel mondo in cui di posto per l’autenticità del loro essere, le fragilità e le paure non ce n’è. Per muoversi in quel mondo diventa per loro più facile “vestirsi” coi panni e le idee di coloro che sembrano costituire la “tribù” più forte, maggioritaria, condividendo e sostenendo con radicalità i loro modelli, valori e giudizi. Valori e giudizi che fanno quasi sempre davvero a pugni con i valori e i giudizi del mondo “segreto”. Ma non importa, credetemi! Queste contraddizioni sono solo utili e su di esse si può costruire molto per riuscire a crescere con consapevolezza e trovare così la propria strada.

Pubblicato il 

20.04.16
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