Quassù le bionde e i biondi dei paesi del Nord, che faticano come matti. Laggiù i fannulloni del Meridione che si godono il “dolce far niente”. È con modo razzista che di questi tempi la rivista olandese Elsevier

Weekblat illustra il problema dell’Europa e rivendica “neanche un centesimo per il Sud Europa!”. La storia si ripete?
 

Otto anni fa avevamo visto la stessa cosa in Germania, nel tabloid Bild, che se la prendeva con gli “scansafatiche greci che volevano mungere i diligenti tedeschi”. La Cancelliera Angela Merkel giocò alla brava donna di casa sveva che non vuole spendere di più di quanto entra. E il cattivo ministro delle finanze Wolfgang Schäuble impedì una soluzione europea solidale per la Grecia, col risultato che oggi e per gli anni a venire il paese è rovinato. Come unico successo della loro mortale politica di austerità, i politici della destra europea vantano il fatto di essere riusciti a far perdere la guida del governo al partito di sinistra Syriza.

Ma da ciò durante la crisi del coronavirus i vertici dell’Ue hanno imparato. La Commissione europea ha messo insieme un pacchetto di centinaia di miliardi di euro per aiutare la ripartenza e sostenere paesi come Italia e Spagna che sono stati colpiti duramente dalla pandemia. Anche Angela Merkel, di fronte al profondo tracollo economico, è arrivata a riconoscere che l’Ue può cavarsela solo con un programma congiunturale comune: il pacchetto del “Recovery Fund”. Proprio quello che volevano impedire i governi di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia. Si fanno chiamare i “quattro rigoristi” e sono quelli che oggi portano avanti la politica della donna di casa sveva. Quello che non capiscono è che l’Italia rappresenta la terza più grande economia dell’Ue e che se andasse in bancarotta sarebbe una catastrofe per tutti. E oltretutto l’Italia negli ultimi anni nelle casse europee ha sempre versato più di quanto ricevuto.
 

I “quattro avari”, come correttamente andrebbero chiamati, non possono comunque bloccare il pacchetto miliardario. Danimarca e Svezia stanno già facendo retromarcia. È già sufficientemente penoso che i loro governi socialdemocratici si siano accodati a quelli reazionari di Olanda e Austria.

Pubblicato il 

26.06.20
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