Basta davvero con tutte queste Cassandre che devono per forza chiamare sciagure. E ho il sospetto che non abbiano pace finché non si sono avverate le più oscure profezie.
Ora, è innegabile, il momento per l'edilizia è propizio. Stiamo parlando di edilizia, non di finanza, energia, industria automobilistica. Edilizia! In questo momento, almeno in Ticino (d'altra parte che ci importa dell'altrove), va a gonfie vele. È esaltante, è come se stessimo costruendo ora il Ticino che sarà. Allora, dico io, in questo clima festoso in cui la gru è diventata stanziale, in cui si scava e si impilano mattoni come non mai, perché qualche economista in preda a delirio deve vaticinare l'avvento di una fantomatica "bolla dell'edilizia"? Il cemento non fa bolle, certe cose raccontatele all'industria del sapone. Economisti del malaugurio, sempre a rovinare la festa. Prima o poi le cose devono andare per forza male, capirai la previsione. Del doman non v'è certezza… E allora godiamoci l'oggi con malta e cazzuola in mano.
E poi è un momento stratosferico per costruire perché i lavoratori edili sono senza contratto collettivo. Dunque bisogna cogliere l'attimo e spremerli finché sono in brache di tela. Poi se le cose effettivamente dovessero volgere al peggio, possiamo sempre dire "adesso c'è la crisi quindi non veniteci a chiedere aumenti salariali. Diabolico, eh?
E poi sono bassi i tassi ipotecari e allora costruiamo e indebitiamoci con cuor contento e spensierato. Sempre ricordando che quando mai si ripresenterà una tale congiunzione astrale.
Una cosa non dobbiamo permettere per nessuna ragione e cioè che tutto questo si fermi. Facciamo il possibile per continuare a costruire a questo ritmo serrato: se non abbiamo più soldi, cerchiamo di attirare capitali stranieri (gli unici stranieri che ci piacciono). Se non abbiamo più terreni in pianura, attacchiamo le montagne. Tanto non è che il Ticino sia indicato come polmone verde della Svizzera, dai, non abbiamo mica la foresta pluviale. Anche se ci giochiamo un po' di latifoglie e qualche pino, non annaspa nessuno. Anzi, a costruire in montagna ci sono solo vantaggi: si risolve il problema dei pascoli abbandonati perché in fondo basta un muro a frenare l'avanzata del bosco. Si risolve il problema del permafrost: una bella iniezione di cemento è il rimedio più efficace per rendere stabili le montagne. Ci pensate? Niente più frane, niente più valanghe. Risolto anche il problema del ritorno dei grandi predatori che notoriamente detestano le aree urbanizzate. D'altra parte l'assioma è semplice: niente più pecore, niente più lupi. A meno che non comincino a predare i chihuahua… Infine, abitando in montagna la gente darà finalmente un senso al fuoristrada che ha acquistato costringendolo finora a muoversi goffo in strade cittadine iper-congestionate.
Penso di aver ormai elencato argomenti sufficienti e sufficientemente convincenti per esortare tutti noi, potenziali committenti di cantiere, a non interrompere mai questo allegro ballo del mattone.

Pubblicato il 

27.01.12

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