Lavoro & Dignità

Un ripensamento apprezzato. Contrariamente all’idea iniziale, 4424 collaboratori dell’Ente ospedaliero cantonale riceveranno una gratifica straordinaria di 500.- franchi. Lo hanno comunicato oggi al personale il presidente del Cda dell’Eoc, Paolo Sanvido e il direttore generale Giorgio Pellanda, specificando che ne saranno esclusi i quadri superiori e quelle funzioni con livelli retributivi analoghi.

 

Complessivamente, l’importo totale delle gratifiche corrisponde alla metà dei quattro milioni e mezzo donati dalla popolazione in segno di riconoscimento al personale dell’ente pubblico sanitario per lo sforzo profuso durante la prima ondata della pandemia. L’altra metà dei fondi, chiarisce l’Eoc, sarà destinata a progetti volti a migliorare le condizioni di lavoro interne.

 

In principio, i vertici dell’Ente volevano destinare ai progetti migliorativi l’intera somma, ma le pressanti richieste del personale di destinare almeno parte delle donazioni in una gratifica, li hanno indotti a cambiare idea. «Una bella notizia che accogliamo con molta soddisfazione» commenta Fausto Calabretta, responsabile del settore cure Vpod. «Fa piacere trovare nell’Eoc un datore di lavoro predisposto all’ascolto del personale e capace di tramutarlo in conseguenti decisioni. Non sempre l’operazione riesce, ma va dato atto quando succede». Una rarità di questi tempi.

 

La precedente decisione di destinare l’intero importo ai progetti al posto della gratifica, aveva suscitato molta amarezza e delusione nei reparti e nei servizi ospedalieri. La comunicazione odierna della gratifica, ben accolta, non cancella però i problemi strutturali vissuti quotidianamente dal personale dell’Ente pubblico sanitario.

 

Restando al solo aspetto economico, va sottolineato che da diciott’anni il personale non riceve più un aumento. L’ultimo risale al 2002 e già allora non fu uguale per tutti. 600 franchi agli infermieri, 150 al personale dei servizi. Oggi, gli ausiliari dell’economia domestica, guadagnano 3.500-4.000 franchi lordi al mese. Questo vale per i collaboratori con più anzianità di servizio e ingaggiati a tempo pieno. La gran parte del personale arrivato dopo invece, è stato assunto a percentuale ridotta, attorno al 60%. Duemila franchi al mese, lordi. E senza chance di lavorare altrove, data l’impossibilità di conciliare i turni diversificati con un eventuale secondo impiego.

 

Quando si parla di ospedale, solitamente il pensiero va a infermieri e infermiere. Ma a gestire l’emergenza Covid, oggi come in primavera, vi sono una miriade di figure professionali. Economia domestica, personale tecnico, della logistica, della ristorazione, amministrativo e, naturalmente, corpo infermieristico e medico. «È stato un periodo particolarmente duro. Non tanto fisicamente direi, perché quello riesci a superarlo se limitato nel tempo, ma psicologico» ricorda Doris*, una dipendente dell’Eoc. «Di quel maledetto virus in quei giorni si conosceva ancor meno di oggi. Eravamo tutti un po’ paranoici, vivendo nell’ansia che il virus si annidasse ovunque. Mentalmente è stato devastante. Pulivamo ogni cosa con cura maniacale, rientrando a casa si lasciavano le scarpe fuori dall’entrata, insomma, stavamo attenti ad ogni cosa. Sempre tesi e guardinghi. Oltre al lavoro, c’era ansia per i propri familiari, la paura di contrarre il virus e trasmetterlo loro o viceversa. E non è durato solo le tre settimane di picco. A seguire vi è stata tutta la lunga fase di ritorno alla relativa normalità».

 

Doris spiega che la direzione, cosciente dello stress a cui era sottoposto il personale, ha cercato di alleggerire il peso introducendo alcuni servizi. «Hanno messo a disposizione dei parrucchieri all’interno della struttura o la possibilità di avere dei massaggi, ad esempio. Sono state iniziative molto apprezzate dai dipendenti, coscienti che ognuno faceva la sua parte, direzione compresa, in un contesto assolutamente nuovo ed eccezionale. La decisione del concorso d’idee invece della distribuzione di gratifiche in buste paga, è stata mal recepita. Si tratta di soldi donati dalla popolazione quale riconoscimento del nostro impegno, non soldi del budget dell’Ente» aggiunge Doris, sottolineando come gli enti parapubblici, quali le Poste, o grandi aziende private della distribuzione, abbiano gratificato i propri dipendenti con qualche centinaio di franchi, in contanti o buoni. «Se ai dottori o dirigenti con buone buste paga qualche centinaio di franchi in più non cambia nulla, a chi percepisce dei miseri stipendi o normali stipendi, quei soldi faranno molto comodo».


*nome di fantasia

 



Pubblicato il 

10.12.20
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