Lo sciopero generale indetto dalla Cgil per oggi, venerdì 6 maggio, potrebbe segnare una svolta radicale dentro la crisi italiana. Da tempo l'unità con Cisl e Uil è andata in frantumi, così come ogni logica concertativa tra sindacati, governo e Confindustria. Il governo sta smontando pezzo per pezzo ogni forma di garanzia sociale e di bilanciamento istituzionale.
Sotto botta lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione. Le associazioni imprenditoriali, sull'esempio di Sergio  Marchionne, modificano unilateralmente le relazioni sindacali cancellando il sistema di diritti conquistato nei decenni passati. Tertium datur, Cisl e Uil si sono trasformati in sindacati complici della controrivoluzione italiana. Il prodotto velenoso è il sommarsi di deindustrializzazione, crollo dell'occupazione, supermercato dei diritti individuali e collettivi. Dalla Cgil e dal suo sciopero potrebbe avviarsi un cambiamento di scenario che ponga al centro un nuovo modello di sviluppo e relazioni sociali, aggregando lavoratori dipendenti, pensionati, movimenti e soggetti sociali che si battono contro il berlusconismo e il marchionnismo, studenti, precari, ambientalisti e gruppi impegnati nella difesa dei beni comuni, per l'acqua pubblica e contro il nucleare. È l'ipotesi a cui lavora la Fiom.
Oppure lo sciopero generale può essere l'ultimo atto, un passaggio rituale, della stagione delle divisioni e degli accordi separati senza e contro la Cgil. La segretaria  Susanna Camusso tenta – inutilmente, almeno finora – di riaprire un confronto con Cisl e Uil e padroni, ricevendo schiaffoni da tutte le parti. È in atto il tentativo di ridurre lo sciopero generale a una delle tante, sterili, prove di antiberlusconismo alla ricerca di un improbabile patto sociale con chi sta usando questo governo per ridefinire i rapporti di forza nel paese. Si nega che gli avversari da battere siano due: il governo e i padroni, e si teme un inquinamento della Cgil con l'avvicinamento degli altri soggetti colpiti dalla crisi e dal berlusconismo.
Governo e padroni sono come i ladri di Pisa, litigano di giorno e di notte svaligiano insieme le case dei poveracci. Basti guardare la controrivoluzione in atto alla Fiat. Marchionne è diventato l'apripista del regolamento dei conti con il movimento operaio, lasciato solo da un'opposizione attenta solo alle nottate di Arcore. La Fiom è in difesa dei diritti elementari, a scioperare o ad ammalarsi. Non è radicalismo quello praticato dai metalmeccanici della Cgil ma legittima difesa del contratto, dei diritti e dell'agibilità sindacale, che a volte si manifesta in scontri diretti, come a Pomigliano o a Mirafiori, e altre come alla Bertone in forma di guerriglia.
Lo sciopero generale vedrà in tutte le piazze due linee, una delle due ne uscirà rafforzata.

Pubblicato il 

06.05.11

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