Disdetta anche la sicurezza

Nella classifica degli infortuni per categorie di lavoro, il settore dell'edilizia vanta il triste primato dei rischi d'infortunio in generale e, in particolare, dei decessi. Negli ultimi anni si è però assistito ad una graduale diminuzione del numero d'infortuni grazie all'impegno profuso dai partner sociali. Un impegno che però rischia di essere vanificato dalla disdetta del Contratto nazionale mantello (Cnm) che, per volontà padronale, potrebbe non più esistere dal primo ottobre di quest'anno. In pericolo c'è l'applicazione delle norme di sicurezza, la verifica delle stesse e le condizioni generali di lavoro  nei cantieri elvetici in assenza di regole chiare. Inoltre verrebbe cancellato quanto sancito dal Cnm relativo alla sicurezza e alla tutela della salute degli edili.

La base giuridica che regola le questioni relative alla sicurezza e la salute dei lavoratori resterebbe comunque in vigore anche in caso di vuoto contrattuale poiché contenuta nella Legge sul lavoro e nelle sue ordinanze specifiche. In assenza del Cnm queste regole però perdono il valore aggiunto dell'applicazione. Il Cnm dell'edilizia, grazie anche al decreto che lo rende obbligatorio su tutto il territorio nazionale, contribuisce enormemente all'attuazione e al rispetto delle regole nell'ambito della sicurezza e della tutela della salute. Esso infatti migliora in ambiti specifici le regole fissate dalle leggi e ordinanze e ne definisce il rispetto. A titolo d'esempio, il Cnm prevede dei limiti alla flessibilizzazione dell'orario di lavoro più rigidi di quelli previsti da leggi e ordinanze. Non è necessario spiegare quanto la stanchezza dovuta ad orari di lavoro interminabili abbia un effetto negativo sulla sicurezza e la salute degli operai. Senza il Cnm inoltre cadono molti controlli sull'applicazione delle regole, rendendole quindi vuote di significato.
Sul fronte del controllo agiscono diversi attori. Tra questi gli ispettori cantonali del lavoro e i funzionari Suva. Entrambi però hanno personale insufficiente rispetto al numero di controlli e interventi che sono chiamati a fare, in particolare dopo l'avvento dei bilaterali. Vi sono però altri attori che esercitano una funzione di controllo sulle norme di sicurezza e di difesa della salute. La Commissione paritetica dell'edilizia gioca un ruolo molto importante in questo ambito. La costante presenza sui cantieri dei funzionari sindacali garantisce un maggior rispetto della tutela della sicurezza e della salute. Abilitati dalla Commissione paritetica dell'edilizia, i sindacalisti sono autorizzati a segnalare i casi di violazione delle norme di sicurezza. Grazie alla forza contrattuale, queste segnalazioni hanno delle possibilità di successo. Senza contratto, il controllo delle norme sulla sicurezza perderebbe molto della sua efficacia.
Dal 1997 ad oggi il numero d'infortuni sui cantieri svizzeri è sceso del 17,8 per cento (cfr. tabella). Un calo significativo dovuto alla collaborazione tra partner sociali sancita dal Cnm. Nell'ambito di sicurezza sul lavoro infatti, sono numerosi i corsi proposti dalle commissione paritetiche. Per dare una cifra, solo negli ultimi sette anni sono stati formati quasi 10 mila gruisti in tutta la Svizzera, soprattutto in funzione della sicurezza. Molte di queste possibilità di formazione, in assenza del Cnm, rischiano di essere cancellate.
Il Cnm è poi la base della collaborazione permanente tra i partner sociali. Senza il Cnm, verrebbe meno il dialogo fra le parti con il forte rischio di ripercuotersi negativamente anche su progetti indipendenti dal Cnm in ambito di sicurezza elaborati da sindacati e impresari. Ne è un esempio il "Concetto settoriale per la sicurezza sul lavoro nell'edilizia" concepito dai partner sociali ed approvato dalla Commissione federale per la sicurezza sul lavoro.
Un'altra conseguenza per la sicurezza di un vuoto contrattuale è il rischio di imbarbarimento delle condizioni di lavoro nei cantieri svizzeri. In assenza di regole contrattuali non è difficile immaginare l'aumento di lavoro precario e illegale nell'edilizia. Dall'introduzione dei bilaterali il settore sta già vivendo un forte attacco di dumping salariale e di peggioramento generale delle condizioni di lavoro. Lo testimoniano le numerose denunce notificate dai sindacati che hanno riempito le cronache dei media di questi ultimi tempi. Denunce che in assenza di un Cnm non avrebbero più nessuna conseguenza pratica, poiché non sanzionabili. Lo stesso Edo Bobbià, direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino, ha ammesso che il precariato professionale nell'edilizia è già attualmente diffuso (La Regione, 25 luglio 2007).
Con un lavoro sempre più precario e illegale nei cantieri la conseguenza logica è un drastico peggioramento delle norme di sicurezza e della salute per gli operai edili. Due dati confermerebbero questo timore. Il tasso d'infortuni professionali dei lavoratori, spesso interinali, che hanno da poco iniziato a lavorare sui cantieri è superiore del 50 per cento rispetto ai colleghi esperti e formati. Secondo dato preoccupante: nelle ditte con più di 80 dipendenti statisticamente si hanno 178 casi d'infortuni su mille lavoratori. Nelle imprese più piccole il rapporto di casi d'infortunio su mille lavoratori sale a 213. Gli esperti della sicurezza nel settore prevedono che in assenza di contratto i rischi maggiori di precarizzazione e di generale peggioramento delle condizioni di lavoro si riscontreranno proprio nelle piccole imprese, che già oggi hanno i tassi maggiori d'infortuni.
Non da ultimo, va segnalata un'altra importante tutela contrattuale relativa alla salute degli operai: il pensionamento anticipato a sessanta anni. Uno studio condotto dell'allora Sindacato Edilizia e Industria di Ginevra precedente all'introduzione del pensionamento anticipato, dimostrava che oltre il quaranta per cento degli edili arrivava ai 65 anni invalido, se non era già morto. Risparmiare cinque anni di lavoro usurante sui cantieri ha influito positivamente sulla salute dei muratori, permettendogli di potersi godere la pensione in salute. Senza contratto, anche questa tutela sarebbe spazzata via.

Le conseguenze ad Alptransit

Il Contratto nazionale mantello (Cnm) rappresenta le fondamenta delle regole dei rapporti di lavoro nell'edilizia. Da esso derivano numerose norme contrattuali specifiche ad alcuni settori, chiamate "appendici".
La numero 12 ad esempio, regola contrattualmente le condizioni del lavoro sotterraneo. Per capirsi, i minatori dell'Alptransit sottostanno all'appendice 12 del Cnm. Se il primo ottobre non dovesse più esistere il Cnm, anche le relative appendici non avrebbero più alcun valore. Gli operai del cantiere del secolo si troverebbero dunque in completa balia degli eventi, senza alcuna base contrattuale che ne regoli i rapporti di lavoro.
Sul tema della sicurezza gli stessi sindacati, almeno nel caso ticinese, hanno riconosciuto lo sforzo di prevenzione del Consorzio e della direzione lavori dei cantieri Alptransit. Malgrado ciò, fino ad oggi sul territorio nazionale 5 persone hanno perso la vita nei cantieri del traforo del secolo.
Se il vuoto contrattuale dovesse verificarsi, è facile prevedere che sul fronte sicurezza le cose non potranno che peggiorare.

Pubblicato il

24.08.2007 01:30
Francesco Bonsaver
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy

 

 

© Copyright 2023