Diritti sindacali calpestati

I dipendenti scioperano. Spar li licenzia

È incominciato il 3 giugno lo sciopero più lungo nella storia del commercio al dettaglio in Svizzera, alla Spar di Dättwil, nel canton Argovia. Dieci dipendenti su un totale di 21 (compresi gerente e apprendisti), protestano contro salari troppo bassi e una cronica mancanza di personale che li costringeva regolarmente a ore supplementari di lavoro. Li costringeva, appunto, perché ora queste dieci persone che hanno osato alzare la testa non sono più dipendenti di Spar: la direzione ha deciso il loro licenziamento con effetto immediato comunicandoglielo venerdì scorso (14 giugno), dopo aver loro intimato, con una decisione del Tribunale distrettuale di Baden, di liberare gli accessi al negozio e alla stazione di servizio, in modo da poter riaprire.

 

La protesta si è allora spostata a San Gallo alla sede principale di Spar, dove dipendenti e sindacato speravano di riuscire a incontrare la direzione e intavolare nuove trattative. «Al momento gli scioperanti non sono più davanti alla sede di San Gallo, ma sono rimasti nella regione per distribuire volantini in altri negozi e chiedere sostegno alle loro rivendicazioni dopo che la situazione si è aggravata con il licenziamento in tronco di tutti e dieci», spiega Natalie Imboden, membro della direzione del settore terziario di Unia.


Lo sciopero ha raccolto una grande solidarietà sia in seno alla popolazione che da parte del personale di altre filiali, oltre al sostegno di 53 consiglieri nazionali e la presa di posizione della ex consigliera federale Ruth Dreifuss che invitava la direzione di Spar al dialogo con Unia. Dialogo che sembrava poter iniziarsi lunedì 10 giugno, quando i rappresentanti di Spar avrebbero dovuto incontrarsi con la controparte, ma non si sono presentati all'appuntamento, rinviandolo al giorno seguente. Ma nemmeno in quell'occasione sono state trovate delle soluzioni, poiché hanno abbandonato la sala facendo cadere nel vuoto i piccoli progressi fatti durante la discussione. Al momento, la direzione di Spar continua a rifiutare ogni dialogo con il sindacato.
«C'erano state delle discussioni prima dello sciopero – spiega Imboden – ma la direzione di Spar non era pronta a trovare degli accordi, principalmente legati alla mancanza di personale nella filiale e a salari troppo bassi». Non essendo riuscito a trovare delle soluzioni in questo modo, il personale ha deciso di scioperare, un diritto legittimo e garantito dalla Costituzione federale. Già al terzo giorno di sciopero però, su richiesta della catena di negozi, il presidente del Tribunale aveva giudicato eccessivo il blocco dei locali e aveva intimato al personale di liberare gli accessi al negozio: il giudice aveva dichiarato che il diritto di sciopero poteva essere esercitato anche senza fermare completamente l'attività del commercio e della stazione di servizio annessa. Il giorno prima Spar aveva inviato una sessantina di dipendenti da altre filiali per rompere lo sciopero, tutti rispediti al mittente dagli scioperanti e da Unia, che hanno proseguito la protesta per altri sei giorni (fino al nuovo ordine del Tribunale di liberare gli accessi, altrimenti sarebbe intervenuta la polizia).


«Ora stiamo preparando diverse denunce contro Spar – prosegue Imboden – perché ci sono state varie irregolarità: prima di tutto il licenziamento in tronco del personale in sciopero è abusivo, perché i dipendenti stavano esercitando un loro diritto legittimo; a complemento di questa denuncia, interverremo presso il Consiglio federale per chiedere una legge che protegga meglio il personale che sciopera. Non è infatti ammissibile che in Svizzera delle persone che esercitano un diritto sancito dalla Costituzione siano punite con un licenziamento (ed è la seconda volta che succede quest'anno, dopo il personale dell'ospedale La Providence a Neuchâtel – ndr). Poi, seguendo le rivendicazioni che hanno portato allo sciopero, stiamo preparando delle denunce per delle violazioni da parte di Spar, quali mancato rispetto della parità salariale, apprendisti che hanno dovuto lavorare troppe ore rispetto al limite consentito dalla legge, aperture domenicali abusive, in quanto questa filiale di Spar non rientra nella categoria “stazione di servizio” perché troppo grande». Infatti, secondo la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) questo limite è di 120 metri quadrati e la Spar di Dättwil copre invece una superficie di vendita di 570 metri quadrati.


Già nel 2009 il gruppo Spar Svizzera aveva dovuto affrontare uno sciopero di due giorni nella filiale di Thun (vedi area n. 8 del 15 maggio 2009: Le venditrici piegano l'abete, di Claudio Carrer). Anche allora si protestava contro salari troppo bassi e una mancanza di personale che implicava molte ore di straordinari non debitamente pagate. I problemi, si legge nell’articolo di Carrer, erano emersi con il cambio di proprietario nell'agosto 2008, quando Spar è subentrato alla Produit Alimentaires Sa (Pam), mantenendo solamente due terzi del personale, pur conservando invariata l’offerta del negozio. Allora lo sciopero era durato due giorni, dopodiché si giunse ad un accordo. A quanto pare la catena commerciale non ha tratto insegnamento dagli errori del passato e persevera nel far accumulare ore di straordinari ai dipendenti sottopagati, con una differenza però: ora chi alza la testa per far valere i propri diritti è licenziato.

Pubblicato il

20.06.2013 19:08
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