L'Udc (Unione "democratica" di centro) è un partito che ama la fauna. Di essa, infatti, si serve per trasmettere le sue idee, i suoi messaggi politici. Ha cominciato nel 2007 con la pecora nera, in occasione delle elezioni federali. Ha proseguito nel 2008 con i corvi, presi come simbolo di tutte quelle persone che sarebbero "planate" in Svizzera a sfogare gli istinti rapaci e criminali se il popolo avesse accettato l'estensione degli accordi sulla libera circolazione delle persone a Bulgaria e Romania. Tocca ora all'Udc ticinese che utilizza i ratti Fabrizio, Giulio e Bogdan per inaugurare la campagna elettorale per le elezioni cantonali del prossimo anno. Questa fauna variegata costituita da animali che esprimono una precisa tipologia comportamentale ha una caratteristica comune: mina la sicurezza e la stabilità della Svizzera.
La campagna dell'Udc ticinese mette insieme in un'unica melassa gli stranieri che commettono reati, i frontalieri che rubano i posti di lavoro ai ticinesi, la nuova forza-lavoro lombarda del settore terziario che comincia ad occupare posti di lavoro un tempo appannaggio unico dei ticinesi oppure opera per rendere meno competitiva la piazza finanziaria ticinese (non a caso uno dei tre ratti si chiama Giulio, come il ministro Tremonti).
L'iniziativa del partito di Pierre Rusconi è estremamente pericolosa e va presa molto sul serio: attraverso simboli e messaggi evocativi semplici si spera di raccogliere una messe di consensi oggi appannaggio della Lega dei Ticinesi, la grande rivale oggi egemone nel campo del populismo xenofobo e razzista. Il grande pericolo è che ad essere maggiormente sedotte da questa vergognosa campagna demagogica sono quelle categorie di cittadini più a rischio di percepire la propria condizione sociale come direttamente legata in qualche modo alle conseguenze negative prodotte dai tre ratti, in particolare la concorrenza "sleale" esercitata dai frontalieri sul mercato del lavoro.
Nella Svizzera tedesca la forza dell'Udc deriva soprattutto dalle continue, martellanti campagne propagandistiche a suon di milioni di franchi che mirano più alla pancia che ai cervelli degli elettori. Del resto, la trovata dei ratti in Ticino non è nuova: già nel 2004, in occasione della votazione popolare sull'innalzamento dell'Iva, l'Udc svizzera aveva paragonato la sinistra a dei famelici ratti rossi che si nutrono allegri delle finanze delle stato.
Contro campagne di questo genere occorre mobilitare tutte le forze democratiche, in particolare i movimenti di sinistra, per evitare che certi messaggi semplificati possano crescere nei terreni, oggi purtroppo fertili, dell'ignoranza, dell'individualismo e del patriottismo.

Pubblicato il 

22.10.10

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