Anche chi non lo aveva ancora notato, adesso lo sa: gli sceneggiatori americani stanno scioperando. Quest´anno sono loro e non le dive, i loro talvolta astrusi vestiti e nuovi amori a far parlare a Hollywood, dove, dopo la misera serata e i pessimi affari fatti con il Golden Globe (i premi della stampa estera), si teme che la cosa possa ripetersi anche per gli Oscar.

Sarebbe la prima volta che una cerimonia per l´assegnazione delle famose statuette è annullata. In passato era stata rinviata tre volte: per il maltempo, in seguito all´assassinio di Martin Luther King e una terza volta per l´attentato a Ronald Reagan. Chi dice Oscar dice affari.
Ne sa qualcosa la rete televisiva Nbc, che domenica non ha potuto mettere in onda la cerimonia per i Golden Globe, ma solo una semplice conferenza stampa, che non interessava il grande pubblico perché mancavano i divi. Gli attori, infatti, hanno deciso di solidarizzare con gli autori dei loro dialoghi e di non superare il picchetto di sciopero. 
Per la televisione Nbc si parla di una perdita di 10-15 milioni di dollari, ma se si pensa a tutto l´indotto (feste, sartorie, fotografi, limousine ecc.) si calcola che il giro d´affari perso possa aggirarsi tra i 75 e i 100 milioni di dollari per la regione di Los Angeles, dove adesso si fanno gli scongiuri affinchè la vertenza finisca presto e si ritorni a srotolare i famosi tappeti rossi.
Tutto è cominciato il 5 novembre del 2007, quando le due organizzazioni della Wga (Writers´ Guild of America – il sindacato degli sceneggiatori), quelle dell´est e dell´ovest del paese, hanno lanciato lo sciopero, dopo aver ricevuto via libera dalla base in una consultazione tenutasi due settimane prima.
Si erano decisi a tanto dopo che il contratto era scaduto alla fine di ottobre e i negoziati fatti sino a quel momento non avevano dato i risultati sperati.
Vi hanno aderito 12mila persone che da allora picchettano, organizzano manifestazioni, fanno discorsi e incontri per far conoscere al grande pubblico le loro rivendicazioni. L´astensione dal lavoro ha impedito ai canali televisivi la realizzazione non solo di serial, e adesso molti non sono pronti come dovrebbero essere per l´avvio della nuova stagione, ma anche degli show serali, provocando un calo dell´utenza.  Questi ultimi comunque hanno ripreso adesso ad andare in onda regolarmente. Il conducente e produttore David Lettermann ha fatto un accordo ad hoc con il sindacato, mentre Jay Leno si è messo a scrivere i testi da solo, come faceva una volta. 
Molti sceneggiatori non ricevono grandi paghe. Si calcola che un quarto non arrivi ai 37mila dollari lordi l´anno e la metá riceva meno di 105mila dollari l´anno. Il loro lavoro è legato al programma che stanno facendo e possano restare disoccupati per mesi e anche un anno interno. Possono quindi sopportare anche una vertenza che dura nel tempo.
Lo hanno già fatto nel 1988, quando si sono astenuti dal lavoro dal 7 marzo al 7 di agosto. Erano gli anni in cui si cominciavano a vendere le videocassette e al tavolo delle trattative, dove il contratto è rinnovato ogni tre anni, i rappresentanti degli autori chiesero un diritto anche su questo prodotto.
Ottennero però solo poche briciole, anche perché allora si pensava che questo mercato non fosse destinato a dare grandi affari a causa dell´alto costo del prodotto. I progressi tecnologici hanno permesso di abbassare i costi e i prezzi di vendita. Poi  sono arrivati i Dvd e le vendite sono salite alle stelle. Ormai le società hanno un fatturato maggiore con la vendita dei prodotti che si consumano a casa, che con gli incassi dei cinema.
Oltre ai Dvd si sono moltiplicati anche i canali televisivi dove spopolano i reality, che possono essere realizzati senza sceneggiatori e che si sono imposti proprio dopo lo sciopero del 1988, ma soprattutto la gente si è abituata a scaricare un programma e a guardarlo quando ha tempo. Se da noi è possibile vedere soprattutto in questo modo i programmi informativi, negli Stati uniti si possono guardare in differita anche le puntate perse del serial preferito.
La gente però rimane sempre più tempo allacciata ad internet. I giovani e soprattutto i giovanissimi sono diventati in poco tempo grandi consumatori di Youtube e di altre pagine che offrono video. Proprio Youtube, acquistata nel 2006 da Google per 1,3 miliardi di dollari, ha visto, guarda caso, aumentare del 18 per cento la sua utenza proprio da quando è cominciato lo sciopero degli sceneggiatori e i programmi televisivi si sono fatti meno interessanti (in molti casi sono stati mandati in onda ripetizioni). 
Un recente sondaggio della Pew/internet, rileva che sempre più gente guarda video su internet. Se nel 2006 erano il 33 per cento degli americani, l´anno scorso lo faceva il 48 per cento, soprattutto persone sotto i 50 anni.
Il problema dei nuovi media è finito al tavolo delle trattative con la richiesta di riservare una fetta degli introiti di questo nuovo mercato emergente e in particolare del materiale venduto via internet coperto da copyright anche per gli sceneggiatori, che non vogliono ripetere l´errore del 1988 e accontentarsi solo delle briciole. 
La controparte, vale a dire l´Amptr (Alliance of Motion Picture and television Producers) ha deciso di adottare una linea dura: non è disposta a pagare agli sceneggiatori per i nuovi media più di quello che ha concesso per i Dvd. Il braccio di ferro si protrae ormai da settimane. Gli scioperanti non si sono lasciati demoralizzare dalle tante sedute conclusesi con un nulla di fatto.  I sindacati hanno puntato su accordi separati: lo hanno fatto con conduttori di programmi televisivi, ma un contratto è stato firmato anche con la società di produzione di Tom Cruise. In questo modo si spera di convincere i produttori a seguire questi esempi. 
Gli scioperanti hanno non solo l´appoggio dell´opinione pubblica, ma anche dei colleghi attori. Anche loro hanno deciso di non superare i picchetti di sciopero e di disertare la cerimonia del Golden Globe. Non lo fanno solo per solidarietà. Alla fine di giugno scade anche il loro contatto. Il risultato che riusciranno ad ottenere gli sceneggiatori si rifletterà verosimilmente in quello che le major saranno disposte a pagare  per gli attori.
Ma gli occhi adesso sono soprattutto puntati sui registi che questa settimana hanno cominciato a trattare per il rinnovo del loro contratto di lavoro che scade anche questo alla metà dell'anno. Un accordo tra produttori e sindacato dei registi potrebbe indebolire la posizione dei rappresentanti degli sceneggiatori, rilevano gli osservatori. La partita quindi è ancora tutta da giocare.

Pubblicato il 

18.01.08

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