Campo Blenio ci sta pensando

Anche in Ticino si pensa al biogas, come a Campo Blenio dove, dopo la vendita dell'azienda elettrica alla Sopracenerina e il conseguente aumento delle tariffe dell'elettricità, ci si sta muovendo in questa direzione.

L'idea di una centrale a biogas a Campo Blenio è partita dalla volontà di utilizzare il fondo ricavato dalla vendita dell'azienda elettrica e reinvestirlo nello stesso settore. Questo al fine di "recuperare", nel limite del possibile, l'aumento dei costi dell'elettricità dato dal passaggio alla Sopracenerina (questo aumento delle tariffe ha rappresentato una crescita dei costi non indifferente, soprattutto per gli impianti di risalita e per i contadini). Al momento il progetto è in fase di approfondimento e rielaborazione, dopo lo studio di fattibilità che ha evidenziato sia degli aspetti positivi che negativi, come spiega Denis Vanbianchi, uno dei promotori dell'iniziativa «Tra gli ostacoli principali ci sono i costi di gestione e trasporto che l'impianto richiederebbe, stiamo quindi pensando a come risolvere questo e gli altri punti negativi che lo studio di fattibilità ha messo in luce». La materia prima c'è : per creare un impianto redditizio, secondo lo studio di fattibilità occorrono circa 570 mucche, tra Campo Blenio e Ghirone per il momento non si raggiunge questa quota, ma «Abbiamo già preso contatto con alcune aziende di Olivone che sarebbero interessate a collaborare, non dovremmo avere difficoltà nell'ottenere sufficente liquame per far funzionare la centrale a biogas», prosegue Vanbianchi, che parla anche di una possibile collaborazione con il comune per quanto riguarda il deposito per gli scarti vegetali che potrebbe essere spostato nella frazione di Campo: «Per produrre biogas, oltre al liquame si possono utilizzare gli scarti vegetali, il siero di latte e l'olio per friggere, potremmo quindi collaborare con il comune, con i caseifici e con i ristoranti della zona».
Un altro aspetto da valutare è quello legato al calore prodotto dalla centrale: «Questo sistema produce anche calore che dovremmo riuscire a vendere per limitare i costi. Un'idea sarebbe quella di utilizzarlo per il teleriscaldamento, ma dobbiamo ancora studiare come: produrremmo calore sufficiente a scaldare circa una decina di case, ma questo calore può essere trasportato per al massimo 1 Km. Le abitazioni nel raggio di 1 Km hanno già tutte un'impianto di riscaldamento, e non è detto che i proprietari sarebbero interessati ad adeguarlo. Dovremmo probabilmente puntare più su strutture come Casa Greina, la casa di colonia che adesso è di proprietà della città di Lugano» conclude Vanbianchi.
L'elettricità prodotta verrebbe acquistata dall'azienda elettrica Sopracenerina che ha già dato la sua disponibilità e ha collaborato per lo studio di fattibilità. «La Sopracenerina ha una domanda molto alta di energia pulita, soprattutto dalla Svizzera interna», spiega Nello Croce, altro promotore di questa iniziativa, che prosegue «a loro farebbe sicuramente comodo poterla comperare da noi, e il passaggio sarebbe anche piuttosto semplice visto che hanno una centrale poco distante alla quale potremmo allacciarci facilmente ».
La materia prima (liquame) e i soldi sembrano esserci, ma ci sono ancora alcuni ostacoli da superare, prosegue Croce «Quello che dovremmo fare adesso è prendere in mano lo studio di fattibilità e cercare di diminuire il più possibile i punti negativi che sono stati evidenziati, e questo ristudiando la cosa nei dettagli. Dobbiamo anche ammettere che per il momento non abbiamo avuto molto tempo per portare avanti questo progetto, la volontà non manca, adesso si tratta di prendere in mano la situazione e vedere di far avanzare le cose». Le difficoltà ci sono, ma anche i lati positivi: «Credo sia un'iniziativa che, se studiata bene, potrebbe veramente andare a beneficio di tutta la popolazione della zona. Non dobbiamo però perdere troppo tempo, altrimenti c'è il rischio che il biogas perda di attrattività, dato che le grandi aziende si stanno già muovendo in questo settore, e per i piccoli tra poco non resterà molto», continua Croce. Gli aspetti positivi non sono solamente legati al lato finanziario: «Dal punto di vista del liquame, i contadini non dovrebbero più pensare allo stoccaggio, ma lo porterebbero direttamente qui per poi venire a ritirare quello che per la centrale sarebbero gli scarti solidi, utilissimi per concimare i terreni perchè mantengono tutte le proprietà del letame, ma senza odore».

Pubblicato il

03.07.2009 03:00
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