Bellinzona, capro espiatorio

L'annuncio della chiusura delle Officine di Bellinzona ha scatenato un'ondata di reazioni negative. In primis, quella dei diretti interessati, gli oltre 430 lavoratori impiegati alla sede bellinzonese. La cifra dei 126 licenziamenti previsti a Bellinzona dai vertici delle Ferrovie federali svizzere (Ffs) non ha convinto nessuno. A Bellinzona tutti sanno che anche in caso di privatizzazione delle Officine e salvataggio di un numero imprecisato di posti di lavoro in ditte esterne, nulla sarà più come prima. La chiusura della sede Ffs Cargo di Bellinzona è vissuta come una perdita secca di un importante datore di lavoro nella regione. Eppure, meno di un anno fa il direttore di Ffs Cargo, Daniel Nordmann e il direttore delle Officine Paul Häner, avevano annunciato l'investimento di 30 milioni di franchi nella sede bellinzonese. Questo perché, dicevano gli allora dirigenti, le Officine di Bellinzona erano ben posizionate geograficamente e per di più erano sempre state redditizie. Quei 30 milioni però non sono mai arrivati, mentre nel frattempo la dirigenza Ffs Cargo è stata sostituita in blocco. Poi l'annuncio della chiusura di Bellinzona. Per capire cosa sia successo nel frattempo e tentare di dare una valutazione alla ristrutturazione di Ffs Cargo, la soppressione in tutta la Svizzera di 401 posti di lavoro e la concentrazione delle attività sulle locomotive da Bellinzona ad Yverdon, area ha intervistato Paul Häner, l'ex direttore delle Officine di Bellinzona, allontanatosi nel dicembre «per divergenze insanabili con la direzione di Ffs Cargo».

Paul Häner, qual era il quadro di salute delle Officine prima della sua partenza?
Nel 2005 Cargo presenta un buco finanziario importante, simile a quello attuale. La direzione decide di studiare come uscire da quella situazione. Abbiamo dunque analizzato la questione manutenzione, rilevando un problema di costi rispetto alla concorrenza nel contesto di un mercato internazionale. Dall'analisi emergevano altri due aspetti: le nuove locomotive comportavano una minore manutenzione e le Ffs avevano ridotto la diversificazione della propria flotta, riducendo sostanzialmente il numero di modelli di locomotive. A breve-medio termine la conseguenza dei due aspetti era una prevedibile riduzione del volume della manutenzione. Per questo motivo il 16 marzo 2006 il Consiglio di Amministrazione (Cda) di Ffs avallava un piano da noi elaborato. Il piano prevedeva una ristrutturazione degli impianti di servizio e l'introduzione delle squadre mobili che si spostano direttamente sul veicolo per effettuare le riparazioni. Altra fase del piano, rivedere il flusso di produzione con lo scopo di ottimizzarlo, e avviare un progetto di rimodernamento della logistica. Con queste misure siamo riusciti a ridurre i costi finali del 30 per cento aumentando la produttività (circa 400 carri in più rispetto all'anno precedente, ndr.). Ci sono ancora degli aspetti da migliorare, ma vi è da dire che il piano era previsto sull'arco di tre anni e quindi non ancora concluso
Nel corso della conferenza stampa nella primavera del 2007, avete annunciato investimenti per 30 milioni alle officine di Bellinzona, accompagnati da una soppressione di 70 posti.
Sì. Quello che non abbiamo detto in conferenza stampa era che stavamo cercando clienti privati. Da quando c'è stata l'apertura delle linee ferroviarie, Ffs ha perso il 40 per cento del traffico che viaggia sulla linea del Gottardo. Ma chi viaggia sulla linea del Gottardo, ha bisogno ugualmente di manutenzione. Noi ritenevamo che questo fosse un potenziale mercato d'acquisire, proprio perché le Officine sono concorrenziali sul mercato.
Per esempio, è stato calcolato che il costo orario delle Officine di Bellinzona è di 110 franchi, quando la media europea è di 130 franchi…
Sì, ma è sbagliato rifarsi al solo costo orario. Ciò che conta è il costo finale. In alcune Officine della Germania dell'est il costo orario è di 45 franchi. È chiaro che se si estrapola il dato in questo modo, i 110 franchi delle Officine di Bellinzona non saranno mai concorrenziali. Ma se si tiene conto della qualità del processo lavorativo (e quello a 45 franchi è di tipo artigianale), il costo finale è maggiore. Semplificando, se a Bellinzona per fare un lavoro ci mettono un ora e costa 110 franchi, mentre in un'altra officina impiegano 6 ore a 45 franchi per fare lo stesso lavoro, Bellinzona risulta più competitiva.
Secondo lei, come si è arrivati alla decisione di chiudere Bellinzona?
Non so spiegarmelo. In primo luogo, Bellinzona è diventata competitiva ed ha ancora un margine di miglioramento. Secondariamente, Bellinzona ha sempre avuto cifre nere, non ha mai contribuito alla perdita di Cargo. Con queste premesse, non è comprensibile da un punto di vista economico la chiusura dello stabilimento di Bellinzona. Il problema non è dunque Bellinzona, ma è altrove.
Cioè?
L'attacco alle locomotive è iniziato 3 anni fa. L'operating della divisione viaggiatori ha fatto grossi investimenti nelle sedi di Olten e di Yverdon. La mia impressione personale è che erano investimenti sbagliati. Ora si cerca di nascondere questi investimenti errati, aumentando la produzione ad Yverdon con lo scopo di migliorare i costi. È l'unica spiegazione che posso dare: qualcuno ha un problema, e per nasconderlo prende Bellinzona per essere a posto.
Eppure per sono stati assoldati dei consulenti per studiare questa ristrutturazione…
Il presidente Ffs Andreas Meyer lo scorso anno ha assoldato una marea di consulenti. Io facevo parte dei top 100 dirigenti di Ffs e non sapevo chi erano questi consulenti. Nel corso dell'ultima conferenza dei dirigenti Ffs, abbiamo definito questo esercito di consulenti «un'organizzazione segreta» oppure «un'organizzazione parallela».
Si può fare una valutazione di quanto siano costati questi consulenti?
Si può fare una stima. Prendiamo i consulenti della Roland Berger:  sono 7-8 persone che stanno lavorando al progetto dal mese di agosto. Stimando che ognuno di loro costa al mese circa 100mila franchi, arriviamo a 600 mila fino a fine gennaio. Moltiplicato per 8 persone, faccia lei il totale.... Inoltre non c'erano solo i consulenti della Roland Berger, ma anche quelli della A. T. Kearney, della Arthur D. Little…
Malgrado tutti questi soldi spesi in consulenti, il piano di ristrutturazione è fortemente criticato perché è assente una visione strategica aziendale che motivi questi licenziamenti…
Certo. Quando ho presentato il nostro piano di una soppressione di 70 posti a Bellinzona, quest'ultimo era accompagnato da una chiara strategia. Era stata capita la scelta dolorosa della soppressione d'impieghi perché accompagnata da una strategia di sopravvivenza delle Officine. L'annuncio attuale di Ffs Cargo è freddo, brutale e per di più senza nessuna spiegazione. È assurdo.
Cosa è successo con il piano d'investimenti di 30 milioni annunciato lo scorso anno per le Officine di Bellinzona?
È stato tutto bloccato ad autunno. Da un lato è comprensibile che si decida di bloccare gli investimenti quando si è in una fase di riorientamento aziendale. Ma non nel caso di Bellinzona. Le faccio l'esempio del magazzino. Avevamo deciso di renderlo moderno. Il costo dell'operazione era di 4 milioni. Ad autunno ne avevamo già spesi 3 milioni e mezzo. Dall'inizio si sapeva che per motivi tecnici vista la complessità dei macchinari, l'ultima componente da scegliere era il software. In autunno prendo la decisione di acquistare il server adeguato che costa di 300mila franchi. Me l'hanno bloccato. Sono stati spesi 3 milioni e mezzo, mancano 300mila franchi per rendere operativo l'investimento totale e tu lo blocchi? Il risultato è stato buttar via 3 milioni e mezzo. Non ha senso.
Cosa implica il trasferimento delle locomotive ad Yverdon?
Prima di tutto bisogna trasferire ad Yverdon l'intero bagaglio di conoscenze (Know how) delle Officine di Bellinzona. Ad esempio, ad Yverdon non sono in grado di lavorare su tutta una serie di locomotive semplicemente perché non lo hanno mai fatto. Occorre quindi organizzare una formazione specifica. Ciò significa prendere 50 operai di Yverdon, portarli a Bellinzona per un anno o due per imparare come si lavora su un certo tipo di locomotive. In secondo luogo, bisogna trasferire ad Yverdon 15mila pezzi di ricambio per un valore di circa 30 milioni di franchi, con tutti i costi e le difficoltà di un trasporto del genere. In terzo luogo, bisogna trasferire a Yverdon 220mila documenti tecnici che sono in gran parte su carta e in italiano. Bisogna dunque inserirli su computer e tradurli in francese. Fare tutto questo per distruggere quello che esiste a Bellinzona, mi sembra un'operazione pazzesca.
Qual è la sua opinione sul passaggio ai privati delle officine di Bellinzona?
È altrettanto assurdo. Il fatto che siano non un singolo, ma un gruppo, rende ancora più complicata la gestione. Addirittura poi s'inseriscono delle ditte concorrenti, perché sia le Cattaneo che la Meyer sono ditte concorrenti alla Ffs Cargo. Inoltre, questo fatto potrebbe essere malvisto dai clienti che non vogliono dare la manutenzione dei propri carri alla Cattaneo. Infine, se lo si dà ad un privato, quest'ultimo, legittimamente vuole avere un profitto e vuole essere pagato per il rischio imprenditoriale. Ciò significa che i prezzi aumentano del 20 per cento. E questo Ffs lo vuole fare nel momento in cui dichiara di voler risparmiare sui costi. Non ha senso.
Lei condivide l'idea di istituire una commissione d'inchiesta per questi errori?
Non credo sia una buona idea. Una commissione d'indagine avrebbe lo scopo di cercare dei colpevoli. Qui non si tratta di cercare i colpevoli.  Ci sono già: il Consiglio di amministrazione e l'azionista, ossia il Consiglio federale. Nordmann non ha lavorato di nascosto. Le sue strategie sono state approvate dal Consiglio di amministrazione. La legge chiarisce bene quali siano le responsabilità di un Cda.
Le affermazioni del Consigliere federale Moritz Leuenberger di non poter intervenire hanno un senso?
Non può chiamarsi fuori. È l'azionista che nomina il Cda. Non ci si può nascondere dietro il fatto che la politica ha deciso di privatizzare e sono autonome. Anche nel privato l'azionista può, se vuole, intervenire sul Cda.
Cosa si potrebbe fare per risolvere la disastrosa situazione finanziaria di Ffs Cargo?
Se ho un miliardo di franchi di costi e devo risparmiare 90 milioni, non ho mille possibilità. I costi più incisivi sono il personale, non si scappa. Ma devo farlo dove perdo i soldi. Dove esce sangue, devo curare la ferita. Devo tagliare dove non c'è valore aggiunto, non a Bellinzona dove invece faccio soldi.
Come valuta la possibilità che sia il Canton Ticino a rilevare le officine?
Una scelta sicuramente migliore di quella del gruppo di privati delle ditte Cattaneo, Meyer e altri. Naturalmente bisognerebbe studiarla bene, valutando i pro e i contro, facendo un business plan serio. Ma ritengo sia una soluzione immaginabile. 
Condivide la lotta degli operai delle Officine?
La decisione di chiudere è talmente sbagliata che hanno tutte le ragioni di lottare. Queste 400 persone rischiano di perdere un posto di lavoro che difficilmente potranno ritrovare qui in Ticino. Sono persone che hanno lavorato una vita intera nella ferrovia, non hanno molte alternative. Chiudere le Officine di Bellinzona vuol dire distruggere 400 famiglie.

Pubblicato il

14.03.2008 02:00
Francesco Bonsaver
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