Arrabbiamoci!

Se c’è una cosa che mi rende a dir poco furiosa è costatare, di volta in volta, come sulla scuola e la formazione in generale si possa dire tutto per poi fare l’esatto contrario.
In tal senso la proposta di trasformare parte delle borse di studio per la formazione Bachelor in prestiti di studio, avanzata dalla maggioranza della Commissione della gestione nelle scorse settimane, mi fa andare di traverso l’inizio della scuola.


Tutti affermano, e con grande enfasi nei loro interventi pubblici, che bisogna sostenere i giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro, che bisogna reindirizzare il mercato del lavoro ticinese, che bisogna attrarre aziende ad alto valore aggiunto capaci di impiegare “i nostri”, che la nostra unica ricchezza è la materia grigia, che siamo proprio bravi come svizzeri, visto che siamo i primi in classifica nell’innovazione a livello mondiale. E allora che cosa la fa la “geniale” classe politica ticinese (o meglio: la maggioranza della stessa)? 

                  

Beh, visto che in Ticino la disoccupazione giovanile è alta, visto che il Cantone propone troppe attività produttive di bassissimo livello tecnologico e innovativo, visto il livello salariale offerto sul mercato del lavoro che ci vede tra gli ultimi a livello nazionale, visto che i nostri giovani formati restano sempre più oltre Gottardo (un segnale gravissimo e in crescita costante!), visto che il contributo del Ticino al primo posto svizzero nell’innovazione è molto inferiore a quanto potrebbe essere, beh, allora tagliamo sul futuro dei nostri giovani, sul mercato della materia grigia, sulla possibilità di dare un contributo maggiore alla capacità innovativa svizzera, sul riorientamento del tessuto produttivo ed economico ticinese ! Che genialata!


Come se non sapessimo che oggi con un Bachelor difficilmente si trova un posto di lavoro di qualità, come se non sapessimo che l’inserimento nel mondo del lavoro passa ormai dal proseguimento degli studi (con l’obiettivo di conseguire almeno un Master) o in periodi di stages sottopagati.


Concretamente, con questo taglio scellerato e facendo due conti, una famiglia di lavoratori con due figli agli studi, pur vedendo riconosciuto il diritto per i propri figli alle borse di studio, grazie al basso reddito familiare, si ritroverebbe a dover far fronte a debiti di decine di migliaia di franchi, dato che i figli, seppur maggiorenni, saranno quasi certamente o ancora agli studi o collocati in stage mal retribuiti per tempi abbastanza lunghi.
Mica male come strategia politica di promozione della formazione, della “meritocrazia”, del sostegno dei redditi “dei nostri”!


Sembra che con una leggerezza e irresponsabilità rara questa banda di politici “lungimiranti” abbiamo deciso di riarrotolare allegramente il rullino della storia tornando ai tempi in cui il diritto allo studio non veniva garantito, in cui veniva negata la possibilità di avere tutti le stesse opportunità formative e di partenza.

 

E allora?
Arrabbiamoci, vi prego! Tutti!


Certo, facciamolo lanciando il referendum contro una misura sbagliata, ingiusta, semplicemente deficiente, nel senso letterale del termine. Ma facciamolo anche mettendo alla berlina i promotori di queste misure, comunque vada a finire!


È davvero tempo che in questo Cantone si cominci ad avere vita (politicamente) difficile ad ergersi politici capaci di sostenere il Cantone nel suo sviluppo facendo proposte di questo tipo! Soprattutto quando tutto ciò è fatto sulla pelle dei nostri giovani e del loro (nostro) futuro!

Pubblicato il

08.09.2016 10:09
Anna Biscossa
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