Stefan Schmidheiny è stato anche proprietario della Eternit di Niederurnen (Glarona) e Payerne (Vaud) proprio negli anni in cui vi ho lavorato io. Con altre migliaia di persone.
Lo scorso 13 febbraio a Torino, pensando anche a loro, ascoltavo, in piedi, in aula, la lettura del dispositivo della storica sentenza per i gravi reati consumatesi nella fabbrica di Casale Monferrato. Dentro di me è riaffiorata, per l'ennesima volta, una brutta sensazione, perché anche  alla Eternit di Niederurnen le cose non sono andate per il verso giusto..
Per ammissione della stessa Eternit, ci sono già stati oltre settanta decessi per mesotelioma. E i malati di asbestosi, aggiungo io, sono oltre 200. Vi sono poi molte persone costrette a convivere con le placche pleuriche  le preoccupazioni che ne derivano.  
Questa è tutta gente ancora in attesa di Giustizia. Questo dopo che la massima istanza giudiziaria elvetica, il Tribunale Federale di Losanna, nel 2008 ha archiviato ogni procedimento penale per sopraggiunta prescrizione del reato. Prescrizione che scatta dieci anni dopo l'ultima esposizione lavorativa all'amianto.
A mio parere sarebbe giusto e saggio che il termine inizi a decorrere dal momento in cui la malattia asbesto-correlata, che notoriamente ha dei tempi di latenza molto lunghi, viene diagnosticata. Altrimenti come potrei sporgere una denuncia, far valere i miei diritti di persona offesa se non so ancora di essere ammalato?
La Eternit di Niederurnen non ha mai permesso di far accertare da un'istanza neutra come può essere un tribunale i fatti realmente accaduti dentro le fabbriche svizzere.
Nel 2005 furono sentite una quindicina di persone dal giudice delle indagini preliminari. "Solo" nell'aprile del 2011 un medico glaronese ha affermato pubblicamente che ciò che è successo alla Eternit non avrebbe dovuto aver luogo. Vi è traccia in quella mini-indagine di questo tipo di esperienza? Perché non sono stati ascoltati tutti quelli che sapevano? Che sanno?
Ecco perché ancora oggi i dubbi e con essi tutte le elaborazioni di pensiero sono lecite. Ben venga il cosiddetto Eternit-bis, che dovrebbe portare il Procuratore Guariniello ed il suo gruppo a chiedere spiegazioni e l'accertamento delle responsabilità e dei fatti relativi agli stabilimenti svizzeri. Data la gravità dei fatti dal punto di vista umano e ambientale, l'azienda potrebbe volontariamente rinunciare alla prescrizione!
Compete poi allo Stato svizzero, al Consiglio federale, rivedere le norme in materia di prescrizione.  La Suva, ente anti-infortunistico, registra ad oggi oltre 3 mila casi di malattie professionali da amianto. Di questi, la metà sono mesoteliomi. E fino al 2030 si prevede un aumento di circa 200 casi di tumori e mesoteliomi all'anno.
Mi pare vi siano ragioni più che sufficienti per intervenire sul piano legislativo. Ma anche sui fronti della prevenzione, dello smaltimento corretto di questi rifiuti tossici, della bonifica e della ricerca di cure contro il mesotelioma.
Andrebbe inoltre istituito un vero fondo per le vittime dell'amianto, destinato in particolare a coloro che fino ad oggi non hanno beneficiato di alcuna forma di sostegno economico, come molti ex-emigranti italiani.
E infine, naturalmente continuare a lottare per una messa al bando dell'amianto a livello mondiale, perché una sua lavorazione in sicurezza non è mai stata possibile e non lo sarà mai.

Pubblicato il 

02.03.12

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